Di questo autore proponiamo, nel presente Delos, il racconto La balena. Prima di inoltrarci nella presentazione del testo non sarà superfluo aprire una breve parentesi su alcuni aspetti della fantascienza, per meglio inquadrare la narrativa di Del Pizzo.

Se la science fiction è solo uno dei generi del fantastico (assieme al "soprannaturale", al "fantastico strano", al "meraviglioso", l'"onirico", l'"allegorico" e così via, benché i critici siano tutt'altro che concordi su sfaccettature e definizioni), nulla di più naturale che da sempre, accanto a una fantascienza ritenuta "ortodossa" e spesso in modo da essa indipendente, sia proliferata una letteratura attigua eppure in qualche modo diversa. Ne abbiamo numerosi esempi in ambito "colto" con le opere di Dino Buzzati, Italo Calvino, Tommaso Landolfi, Primo Levi, Paolo Volponi, Ennio Flaiano, Carlo Cassola, Corrado Alvaro, il già citato Cremaschi, Gilda Musa, Libero Bigiaretti, e numerosi altri. Va peraltro sottolineato che questa "fantascienza" - che oggi definiremmo "contaminata", in quanto spostata verso il "fantastico puro" e/o trattata con stilemi mainstream - coinvolge e ha sempre coinvolto un numero insospettabilmente elevato di altri autori noti e meno noti. Un filone narrativo che tuttavia di rado ha incontrato i favori del tradizionale "fan": anzi, in passato (anni Sessanta, poi spesso in periodi successivi) su questo argomento - se si trattasse di "vera fantascienza" e così via - si sono sprecati fiumi di inchiostro in dibattiti e accese polemiche. Probabilmente (e semplicemente), in molti hanno interpretato questa narrativa come una science fiction spuria, nel senso che essa sovente evade dai moduli tipici della letteratura "di genere"; e magari, nella valutazione, si sono trascurati per contro altri elementi.

Ad ogni modo è questo l'ambito della narrativa in cui Massimo Del Pizzo si cimenta da circa un trentennio. Storie al confine con l'onirico, con la rêverie; un "fantastico" spesso scaturente più dal modo in cui gli eventi vengono narrati e assemblati che dalla loro natura. Tanto per portare alcuni esempi, nel racconto La scala accade che una coppia acquisti un nuovo appartamento; dopo un po' lui scopre nel ripostiglio una scalinata non notata prima, e decide di vedere dove conduce; l'uomo non farà più ritorno. In La pesca miracolosa c'è una barca di pescatori in pieno oceano; da molte settimane non prendono pesci. All'improvviso, durante una bonaccia, i pesci cominciano a saltare da soli nell'imbarcazione che finisce per appesantirsi, spaccarsi e affondare: i pescatori annegano felici. Il protagonista di L'uomo dei tetti osserva dalla sua terrazza, per mesi, un individuo che cammina sui tetti della città, senza capirne il perché; allorché il passeggiatore solitario e misterioso scomparità, l'osservatore sentirà l'impulso imperioso di sostituirsi a lui... Altre storie sono più vicine alla sf, per esempio Aliene cronache famigliari: un uomo riceve la visita di un seducente organismo metamorfico e ne diviene l'amante; dopo qualche tempo la forma scompare, o meglio si discioglie, lasciando tra le lenzuola solo due enormi occhi acquosi.

Quanto a La balena, che qui presentiamo, è (come tutte le storie di Del Pizzo) breve e dal linguaggio molto diretto. Lo sfondo è una catastrofe planetaria. Che il Sole non possa avvicinarsi alla Terra in quel modo, l'Autore lo sa benissimo: egli in realtà non è interessato alla natura scientifica dell'evento, quanto alla sua valenza letteraria. Il risultato è una narrazione certamente onirica, spiazzante soprattutto per le anomale reazioni dei personaggi e per alcuni "oggetti" o simboli che vi appaiono. Crediamo di individuare atmosfere ballardiane anche se, a quanto ci viene riferito, l'Autore non aveva ancora letto Ballard allorché scrisse il racconto. Esso apparve sul n. 2 di Future Shock nell'aprile del 1987, ma la sua stesura risaliva a vari anni prima.

Massimo Del Pizzo ha in corso la preparazione in volume di suoi articoli sulla fantascienza e sul fantastico pubblicati in riviste varie dal 1984 in poi, nonché una monografia su Jacques Sternberg: un altro importante ed estroso autore (belga) di lingua francese, noto in Italia agli estimatori per i romanzi Michelle, una notte (De Carlo, 1969) e Il mondo senza sonno (Perseo ed., 1998).

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