James Bond sugli schermi

Agente 007 Licenza di uccidere fu ciò che in gergo si definisce uno sleeper, alla lettera "dormiente". Un film che parte senza clamore e gradualmente decolla. Il secondo, A 007 dalla Russia con amore, ebbe il maggiore incasso del 1963 in Gran Bretagna. Dopodiché, le pellicole di James Bond conquistarono anche gli Stati Uniti, il vero grosso mercato del cinema in lingua inglese. Con Goldfinger scoppiò in tutto il mondo il fenomeno 007. Furono messi in circolazione prodotti ispirati all'agente segreto: incominciò il merchandising, lo sfruttamento commerciale dell'immagine. Questo anche perché i film diventavano sempre più spettacolari. Apparivano i gadgets, congegni a metà strada fra l'umorismo e la fantascienza, che il vecchio "Q" della sezione armamenti passava a Bond.
E' nei film che James Bond ha fissato il proprio canone. Avversari crudeli ed esteti fino al maniacale, donne non solo bellissime e disponibili ma anche interessanti nel loro porsi, trame a ridosso dell'apocalisse salvo scioglimenti dell'ultimo minuto, scenari favolosi che neppure il turismo esotico di massa priva del loro fascino.
007 è tutto in questo. Ha superato senza scalfitture le stagioni dell'impegno politico e del femminismo e ha messo a tappeto yuppies criminali negli anni '80. Si è creduto che l'identificazione Bond/Connery fosse la condizione insostituibile per incantare il pubblico. Invece il personaggio ha tenuto anche quando è passato a Roger Moore, a Timothy Dalton e a Pierce Brosnan. Quanto all'australiano George Lazenby, 007 solo per una volta in Al Servizio Segreto di Sua Maestà, fece colpo quanto gli altri e il film non fu un fiasco al botteghino come erroneamente affermato da alcuni.
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