Un'occhiata più da vicino
Per questo il Progetto aveva ancora molto da fare e nell'agosto dell'anno successivo il gruppo italo-norvegese si ritrovò a Hessdalen per EMBLA 2001: la missione ottica. Per l'occasione la strumentazione presente nell'HIO fu integrata con un secondo sistema di apparecchiature consistente in quattro videoregistratori che immagazzinavano i segnali provenienti dallo schermo di un radar, da due telecamere con obiettivo grandangolare distanti 171 m l'una dall'altra e puntate verso sud-ovest, e da una telecamera con uno zoom in grado di ingrandire fino a 18 volte. Gli apparecchi erano poi collegati a due computer in rete tra loro. Il primo era connesso alle due telecamere grandangolari e il secondo era collegato alla telecamera a ingrandimento. Quando le due telecamere individuavano un fenomeno luminoso che supera determinati valori di soglia per dimensione angolare e per brillantezza, il relativo computer faceva partire automaticamente i quattro videoregistratori, calcolava la distanza della manifestazione di luce, mandava due immagini su Internet e trasmetteva le informazioni sulla direzione del fenomeno all'altro computer che poteva così puntare la telecamera a ingrandimento in quella direzione e mantenerla "incollata" al fenomeno. Altri strumenti ottici utilizzati dal team nell'agosto 2001 furono due telescopi, una macchina fotografica reflex, uno spettrografo a bassa risoluzione e altre due videocamere. Con una dotazione che prevedeva binocoli, un sistema infrarosso per la visione notturna, un contatore Geiger, un rilevatore di campi elettromagnetici, un rilevatore di ultrasuoni e un ricevitore radio a bassa frequenza, il gruppo cominciò a osservare manifestazioni luminose il 29 luglio 2001 e, con cadenza pressoché quotidiana, registrò un gran numero di eventi fino al 21 agosto.
Luci "madri" e luci "figlie"
La maggior parte degli avvistamenti registrati durante l'agosto 2001 furono manifestazioni di tipo "plasmatico", luci sferiche singole e multiple, talvolta multicolori e talvolta lampeggianti. Come di consueto la maggior parte sono state osservate vicino al terreno o proprio sulla cima delle montagne, ma alcune sono state viste anche in cielo. Quanto a spettacolarità degli eventi, quelli del 2001 forse lo furono in misura minore rispetto a quelli dell'anno precedente, non avendo ad esempio potuto assistere a una manifestazione del "triangolo", sebbene altri oggetti "strutturati" sono stati pure avvistati. Il fenomeno in assoluto più ricorrente a Hessdalen nel 2001 furono le cosiddette "palle lampeggianti", che si sono rese visibili tutte le notti e ovunque nella valle. Questi flash globulari durano in media meno di un secondo e sono di un bianco tendente al blu, più raramente rosso e giallo. All'analisi fotografica e spettrografica, questi globi presentano una forma non precisamente sferica e comunque con una struttura differenziata in due componenti di cui uno sembra essere una sorta di nucleo di energia che gli scienziati ritengono potrebbe essere il punto da cui inizia a irradiarsi la luce. Ulteriori analisi fanno ritenere questa, una semplice forma di energia. Resta da vedere come e perché si formi un fenomeno simile, quale sia la ragione fisica del suo comportamento e se e come tale fenomeno sia riproducibile. Altro evento assai interessante fu quello delle sfere pulsanti, osservate principalmente in direzione sud sempre sulla cima delle montagne. In questo caso le sfere di luce si presentano per una durata che può variare dai pochi secondi al minuto e lampeggiano irregolarmente. Ma quello che rende davvero speciale questa manifestazione di luce è la capacità di queste sfere di emanare altre sfere più piccole, la maggior parte delle volte verdi. La sfera "madre" molte volte presenta delle protrusioni nella direzione della sfera "figlia" e spesso si presenta come un conglomerato geometrico di più luci che costituiscono un singolo oggetto. Ad ogni modo, l'analisi del team EMBLA non ha rivelato alcun oggetto solido all'interno della luce, bensì una struttura energetica che appare essenzialmente di natura plasmatica. Questo tuttavia non esclude la possibilità che all'interno si celi un oggetto solido in grado di ionizzare l'aria circostante, creare un plasma intorno a sé e fare in modo così di risultare invisibile.
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