EMBLA 2000

Struttura sì, struttura no
Sebbene già dall'installazione dell'HIO nel 1998 si fosse riscontrata una significativa diminuzione del numero di eventi rispetto al 1984, in 25 giorni di osservazioni, EMBLA 2000 riuscì a raccogliere una grande quantità di dati, sia radio, sia visivi, e fu in grado attraverso la collaborazione dello scrittore Peter Skogaas, di verificare la sostanziale coincidenza tra le osservazioni di cui il gruppo era stato testimone e quelle raccontate dagli abitanti della vallata. Una prima conferma fu l'identificazione di una duplice modalità di manifestazione del fenomeno: da un lato si osservavano luci "non strutturate" all'apparenza costituite da semplice plasma, dall'altro si osservavano anche luci "strutturate". Il "triangolo" ne era un chiaro esempio. Dal punto di vista delle emissioni radio, il team riuscì ad associare il fenomeno Hessdalen a segnali di tipo quasi impulsivo e periodico (di tipo spike, tra 3 e 7 kHz) e a segnali più larghi e con inclinazione variabile (di tipo doppler, tra 1 e 2 kHz). La misurazione della variazione della frequenza nel tempo di questi ultimi segnali, consentì di determinare la velocità della sorgente del segnale che in tempi molto brevi (pochi secondi) poteva variare da 10.000 km/s a 100.000 km/s, sia in positivo che in negativo, un po' come la variazione del suono di un'ambulanza in avvicinamento o in allontanamento. Ma le elevatissime velocità riscontrate non potevano essere attribuite a un oggetto fisico in movimento, bensì potevano solo essere relative all'accelerazione di particelle da parte di un oggetto sferoidale e rotante, lungo un asse magnetico più o meno coincidente con quello dell'oggetto. Insomma, fu chiaro che il fenomeno Hessdalen era tutt'altro che di facile comprensione e il gruppo fu concorde nella necessità di associare alle misure radio, misurazioni ottiche più sofisticate.
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