EMBLA 2000
Fin dalla sua costituzione, lo scopo del Progetto EMBLA è consistito nella ricerca del "tipo" di energia che sottende il fenomeno Hessdalen. A questo proposito, la ricerca è stata mirata alla registrazione e all'analisi dello spettro delle emissioni radio associate al manifestarsi delle luci. Grazie all'esperienza del 1984 che non aveva dato risultati apprezzabili, il team italo-norvegese decise di allargare la banda di frequenze osservate, utilizzare strumenti più sensibili e avere una modalità di acquisizione dei dati automatica. La prima fase del progetto si rese operativa nell'agosto del 2000, quando quattro strumenti progettati dall'Istituto di Radioastornomia del CNR furono installati nell'HIO e associati all'attività della videocamera automatizzata. Gli strumenti, due ricevitori a bassa frequenza uno con spettrometro sensibile al campo magnetico (range 1KHz½14KHz), e uno con spettrometro sensibile al campo elettrico (range 1KHz½100KHz), e un ricevitore ad alta frequenza sintonizzato sulla frequenza di emissione dell'elemento più diffuso dell'universo, l'idrogeno, furono tenuti in funzione ininterrottamente per 25 giorni. L'automazione dell'acquisizione dati venne realizzata mediante un controllo computerizzato che registrava i dati direttamente su CD-ROM. Nel frattempo il gruppo fece anche osservazioni visuali, ancora presso Aspåskjölen, vicino al monte Finnsåhögda e al lago Öyungen, e in tutti i siti fu testimone di numerosi avvistamenti di luci di tipo diverso, da forti luci bianche dalla pulsazione irregolare, a luci più deboli che cambiavano colore, a veri e propri lampi che duravano meno di un secondo. Ma gli eventi più sensazionali furono due. Il primo fu una sferetta di circa 30 centimetri che sfiorò sibilando Teodorani e Montebugnoli per poi fermarsi e sostare a due metri dal suolo a una distanza di soli cinquanta metri dai due testimoni per ben dieci minuti. La seconda fu l'osservazione del cosiddetto "triangolo", un gruppo di tre luci che rimasero visibili per circa tre minuti e che si muovevano rigidamente in una configurazione a triangolo equilatero perfetto.
Struttura sì, struttura no
Sebbene già dall'installazione dell'HIO nel 1998 si fosse riscontrata una significativa diminuzione del numero di eventi rispetto al 1984, in 25 giorni di osservazioni, EMBLA 2000 riuscì a raccogliere una grande quantità di dati, sia radio, sia visivi, e fu in grado attraverso la collaborazione dello scrittore Peter Skogaas, di verificare la sostanziale coincidenza tra le osservazioni di cui il gruppo era stato testimone e quelle raccontate dagli abitanti della vallata. Una prima conferma fu l'identificazione di una duplice modalità di manifestazione del fenomeno: da un lato si osservavano luci "non strutturate" all'apparenza costituite da semplice plasma, dall'altro si osservavano anche luci "strutturate". Il "triangolo" ne era un chiaro esempio. Dal punto di vista delle emissioni radio, il team riuscì ad associare il fenomeno Hessdalen a segnali di tipo quasi impulsivo e periodico (di tipo spike, tra 3 e 7 kHz) e a segnali più larghi e con inclinazione variabile (di tipo doppler, tra 1 e 2 kHz). La misurazione della variazione della frequenza nel tempo di questi ultimi segnali, consentì di determinare la velocità della sorgente del segnale che in tempi molto brevi (pochi secondi) poteva variare da 10.000 km/s a 100.000 km/s, sia in positivo che in negativo, un po' come la variazione del suono di un'ambulanza in avvicinamento o in allontanamento. Ma le elevatissime velocità riscontrate non potevano essere attribuite a un oggetto fisico in movimento, bensì potevano solo essere relative all'accelerazione di particelle da parte di un oggetto sferoidale e rotante, lungo un asse magnetico più o meno coincidente con quello dell'oggetto. Insomma, fu chiaro che il fenomeno Hessdalen era tutt'altro che di facile comprensione e il gruppo fu concorde nella necessità di associare alle misure radio, misurazioni ottiche più sofisticate.
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