Strana razza, quella da cui Valerio discendeva. Riuscivo a immaginare chiaramente suo padre, nei primi anni della Repubblica, mentre visitava i pueblos dell'Andalusia per insegnare ai contadini a leggere e a scrivere, a contare, a essere fedeli alle mogli, a essere vegetariani, a non bere alcolici e rifiutare il tabacco, e a non rispettare lo Stato. Lo vedevo benissimo, piccolo ma asciutto, i baffi sottili, mentre spiegava ai contadini, concentrati nello sforzo di capire, che la pistola e l'enciclopedia erano gli unici rimedi per risolvere i problemi della Spagna. I contadini divenivano seri, si mettevano d'impegno per studiare, per imparare, comprendevano che l'ignoranza della gente è un'arma nelle mani di chi governa.

Liselott si alzò da tavola.

- Torno subito - disse dirigendosi verso il retro del locale, dove si supponeva fossero i servizi.

Restai solo con il ragazzo, così incantato dalle parole di Lisa da pensare che anch'io avessi succhiato avidamente dalle sue labbra ogni concetto.

- Cosa ne pensa, signore? - mi domandò.

Caddi completamente dalle nuvole; non avevo ascoltato il loro discorso, glielo confessai.

- Parlavamo del tempo guasto - spiegò il ragazzo quasi stizzito. - Ho anch'io una mia idea, sa? Ora gliela racconto. Per favore, mi dica il suo parere, se posso osare di esprimerla a Lisa.

Sospirai e accettai. Valerio non se ne ebbe a male.

- Grazie, signore - disse. - Io penso che debba esserci una ragione per la quale il tempo si è guastato proprio in Spagna, dentro i limiti precisi dei suoi confini e in questo giorno dell'anno, dal mattino alla sera. Non crede, signore? Deve essere accaduto qualcosa di importante in questo giorno: qualcosa di grosso, tanto grosso da spingere Dio o chi per lui a puntare un dito su questo luogo e questo tempo. Ora sta a noi comprendere, per cercare di rimediare. Bene, cosa sta accadendo ora in Spagna di più rilevante della battaglia dell'Ebro, dove finalmente il fronte fascista sta cedendo?

Provai un brivido di stizza: tutto quello che diceva era risaputo, cosa voleva scoprire di nuovo?

- Cosa ne pensa, signore? Lei conosce la Storia dopo oggi: cosa è avvenuto in seguito di tanto importante?

Sapevo bene cosa era accaduto: l'ultima grande battaglia perduta dai repubblicani, la caduta della Catalogna, la fine della guerra. Se non si trattava di un puro incidente, la falla temporale stava a indicare il momento decisivo della guerra civile; ma era possibile che la lotta in Spagna potesse avere un'importanza tale nella Storia mondiale da giustificare la falla e l'altalena?

- Non è d'accordo con me, signore? - insisté incerto il ragazzo.

Lo guardai senza neppure vederlo. Stavo provando a immaginare cosa sarebbe accaduto se a vincere non fosse stato il generalissimo Franco ma i repubblicani. Probabilmente la guerra mondiale sarebbe scoppiata in anticipo, magari nel gennaio 1939 invece che a settembre. Cosa sarebbe cambiato? Qualche vantaggio degli alleati sull'Asse? Hitler avrebbe potuto senza eccessivo impegno militare invadere la Spagna subito dopo la Francia.

- Ho detto qualcosa che non va? - domandò il ragazzo afferrandomi per un braccio e piegandosi nel frattempo sul tavolino. Mi irritai molto e come un idiota mi resi conto in quel momento di essere geloso, di esserlo stato fino dalla prima volta in cui Liselott aveva accennato al ragazzo.

- Vuoi sapere una cosa? - gli dissi, con la voce più aspra che mi riuscì; volevo fargli del male, e quale modo migliore della verità? - Vuoi sapere come andrà a finire la battaglia dell'Ebro? I fascisti torneranno all'attacco in forze; metro dopo metro vi farete massacrare senza abbandonare le posizioni, ma sarà inutile: servirà solo a ritardare di due mesi la sconfitta. Vi bombarderanno i falangisti, gli italiani di Mussolini attaccheranno con i carri armati, l'aviazione nazista bombarderà a tappeto le montagne. Alla fine della battaglia sull'Ebro il vostro esercito in Catalogna sarà completamente annientato. Perderete settantamila uomini, un'infinità di materiale, quasi tutte le armi. I fascisti prenderanno Barcellona senza sparare un colpo. Comincerà l'esodo verso la frontiera: su lunghe code di automobili e muli, sotto la pioggia di febbraio, mezzo milione di catalani fuggiranno in Francia dove saranno internati in campi profughi privi di servizi igienici e di assistenza sanitaria. Poi avranno inizio le lotte intestine: i vostri capi partiranno in esilio abbandonando l'ultimo lembo di Spagna libera. Fuggirà Negrín, fuggiranno Indalecio Prieto, Largo Caballero, Palmiro Togliatti, Dolores Ibarruri; i sovietici lasceranno il paese con le loro armi. Franco vincerà la guerra e cominceranno le stragi, i processi sommari, le carceri si riempiranno di prigionieri politici. Calerà l'inverno sulla Spagna per trentacinque lunghi anni. Era questo che volevi sapere, ragazzo?