- Dov'è Blatz? - gli grido.
- Vattene! - urlano sfuggendo.
Sotto l'impermeabile stringo la mazza: il sudore la rende viscida. Sposto il peso scorrevole verso l'impugnatura, provo a inseguirli ma qualcuno alle spalle mi butta a terra e mi scavalca. Tra l'erba scorgo in avanti le schiene ballonzolanti di quattro Sisik armati di coltelli. Ho un braccio arroventato e sanguinante, il giubbotto con uno squarcio che denuda l'omero.
- Cosa penserà Flane quando non mi vedrà? La vorrei al fianco anche per questa battaglia. Cosa gli racconterò della ferita?
Dal villaggio accorre una folla urlante e i quattro ladroni si trovano di fronte alla furia di uomini e donne tra le pozzanghere e il fango. Li vedo accasciarsi e soccombere in pochi attimi. Dal mucchio vociante si stacca una decina di persone che correndo mi raggiunge. Mi strappano il giubbotto e vengo sollevato di peso. Sbilanciando e a tratti strisciando sul terreno rosso di polvere rappresa filiamo nello stradone.
- Li vendiamo tutti e cinque - bestemmiano esaltati. - Bel colpo! Non impareranno mai!
Veniamo avvinghiati con fili elettrici strappati e poi scaraventati al centro di uno spiazzo puzzolente di orina stantia.
La gente fa largo sghignazzandosi il fegato con denti scomposti.
- Blaaaatz! - Squarcio l'aria vomitando la mia bile. - Blaaaaaaatz!
Nessuno si fa largo. Nessuna merda va a chiamare Blatz.
- Blaaaatz! Figlio di puttaaaaaana!!! Mi esplodono i polmoni e gli occhi di livida rabbia.
Un gobbo con occhiali e vestiti lisi mi scruta dal bordo della marea disumana con sguardo da rana senza muovere un dito.
- Non sono un Sisik! Merda! Sono stati loro a ferirmi!
Mi cola il sangue che si rapprende sui vestiti e inzuppa il fango. Da uno squarcio nella folla sbuca un grassone seguito da un viscido mercante. Urlo che mi liberino, che non sono un Sisik.
- Solo uno è ancora vivo. Quattro morti. Questa volta non ti posso regalare niente. Se non li prendi tu so a chi interessano. Intesi? Niente giochini! - Il grassone fa ballonzolare l'otre della pancia ridacchiando.
Flane nella casa immersa nel tramonto toglie la maglietta e siede adagiando con cura l'avambraccio per far aderire le due file di contatti cutanei con i corrispondenti terminali sul bracciolo della poltrona. Nel pensiero si delineano le guide virtuali che fanno passi avanti emergendo dal fondo grigio elettrico per proporre i loro viaggi.
- Mikail, oggi vorrei che mi portassi da lui - pronuncia nel pensiero Flane senza muovere un muscolo.
- E' da qualche giorno che non si connette. Ti manca molto Sebastian, vero? Uno che si è presentato come farmacista mi ha venduto la notizia che sarebbe stato ceduto ai laboratori del Professor Siukevich, ma non posso confermare.
La poltrona si deforma impercettibilmente per prendere la posizione di massimo riposo.
- Mikail, dobbiamo trovarlo.
- Non è mai stato via così a lungo da noi.
- Sì, Mikail. Sei in grado di mettermi in contatto con lui?
- Certamente. Ecco le sue credenziali.
- Bene, ora puoi ritirarti Mikail. Grazie.
- Preparatemi i due soggetti. Finalmente abbiamo i donatori reciproci adatti. Ci sono le compatibilità. Dobbiamo agire il prima possibile.
- Professor Siukevich, non abbiamo il consenso del volontario. Si ostina a non firmare.
- Scrivete che è arrivato in coma. Non voglio storie. Questa volta proviamo il mix intelligenza e aggressività. Sì, poi una ritoccatina alle staminali e magari abbiamo anche una firma. E' il test più importante, finora. Avete preparato le piastre dei cip molecolari?
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