La pelle squamosa, l'orribile bocca, le zampe sbilenche, non capisco. Continuo a vagare per questa palude odorosa di erbe e di canne, alla ricerca di chi mi ha ridotto così. Giorni e giorni che l'aspetto, digiuno quanto la nuova natura mi permette, nuotando a pelo d'acqua per scrutare imbarcazioni e palafitte. Non posso tornare da lei in questo stato: non capisco neanche la menomazione.
Negli ultimi tempi non c'era canale telematico che non gridasse programmi esaltati col professor Siukevich gocciolante spocchia a spiegazzare meraviglie della sua clinica e delle scoperte fatte sulla pelle dei clienti con gli Emotionchip molecolari.
Era già fissata la data del nostro matrimonio quando alla fine di una di queste balordissime trasmissioni lei era saltata su decisa:
- Caro, devi farlo, per me, per noi due. Sebastian! Hai sentito, ora è possibile!
Non avevo seguito tutta la solfa delle cellule staminali e mi sommergeva, come sempre, un paralizzante senso di colpa.
- Ma sì. Cosa ha detto poi?
- Ti pare poco? Possiamo determinare i nostri caratteri somatici. Dai! Ti voglio bellissimo, devi essere splendido.
- Credi a tutto, tu! Poi sono cose vietate e pericolose.
- Basta andare e fare una firma come volontario. Dai! Non c'è bisogno di tutta questa palestra.
Lei non aveva bisogno di correzioni genetiche perché era nata bellissima e con la ginnastica si era plasmata un corpo da sogno. Io avevo lottato con il sale alla bocca per anni contro tutti i miei coetanei per conquistarla.
- Non andrei mai. Ci tengo troppo alla mia integrità. - E la baciai tremando dentro.
L'avevo conquistata grazie al saxofono che avevo studiato duro per anni, anche subito dopo l'inondazione quando il maestro aveva improvvisato un'aula intrecciando le scope e i papiri cresciuti dappertutto nelle nuove acque basse.
L'avevo potuta abbracciare per la prima volta quando l'isola su cui si svolgeva un concerto del mio gruppo era stata invasa da una banda dei Sisik con coltelli, bastoni, urlacci. Si erano avvicinati in silenzio spingendo avanti le moto d'acqua. Avevano coperto la nostra musica con le urla e picchiato gli spettatori che avevano reagito subito con rabbia.
Lei era nelle prime file e aveva sfasciato un paio di guerrieri prima di doversi rifugiare con un balzo sul palco facendo volare i suoi capelli rossi sulla mia faccia. Abbiamo lottato a fianco a fianco con le mazze per un'eternità finché non siamo riusciti a sterminare il gruppo. Ci siamo allora guardati e abbracciati a lungo, molto a lungo.
I guerrieri Sisik non fuggono mai perché non provano paura e l'unico modo per liberarsene è farli fuori. Nel nostro giro si diceva che erano un esperimento militare su brevetto della premiata Implats Continuity: militari o guardie del corpo insensibili al dolore e senza paura della morte ottenuti impiantando chip molecolari su certe zone della corteccia. Molti reparti erano sbandati dopo l'alluvione e venivano decimati perché nessuno li riforniva di armi e nessuno aveva più risorse per prenderli a servizio.
Mi aveva quindi fatto molto rabbia che proprio lei volesse mettermi nelle mani di Siukevich, tra l'altro sapendo benissimo che era lui il padrone della Continuity, ma lei per la bellezza avrebbe fatto qualsiasi cosa. Avevo perciò deciso di ridurre in qualche modo il professore all'innocuità per rendere vana la promessa strappata di farmi modificare il DNA staminale per ottenere un fisico perfetto.
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