Durante l'incontro, la squadra di Arrigo totalizzò quattro punti contro i cento degli avversari, tuttavia il piccolo mago risultò simpatico all'arbitro, per cui quest'ultimo decretò che le Passere d'Oro erano i vincitori. Arrigo fu portato in trionfo. Ma ciò non bastò a tranquillizzarlo, perché aveva notato movimenti sospetti sugli spalti: si convinse che alcuni docenti erano coinvolti in una cospirazione, probabilmente capeggiata da TuSaiChi. Decise che doveva investigare...

Non riuscì a seguire le lezioni del pomeriggio, sia per i suoi foschi presentimenti, sia perché i telefonini dei compagni di classe squillavano in continuazione disturbando le parole dell'insegnante. Costui, il grande mago Gabriel, minacciò di far rapporto ai più rumorosi, ma la classe lo prese a pernacchie e, dopo averlo sbattuto fuori dall'aula, decretò lo stato di sciopero e autogestione. Gli studenti tirarono fuori con rapidità grandi sacchi a pelo e ancor più enormi pentole di pasta e fagioli, dopodiché si dedicarono a istoriare le pareti dell'aula con smisurati graffiti di soggetto anatomico/inguinale.

- Vieni, Ron, approfittiamone per tornare nelle segrete! - sibilò Arrigo.

- Ancora? La tua è proprio una fissazione!

- Niente affatto. Sono sicuro che il vicepreside sta organizzando qualcosa di losco, laggiù.

- Non c'è niente di losco! I miei fratelli mi hanno raccontato che lavora su una formula magica per far 6 al Superenalotto. Non hai visto che va in giro con le tavole della Smorfia?

Arrigo scosse la testa. - E' una copertura! La cicatrice sulla mia fronte pulsa da giorni, segno che un pericolo mortale mi minaccia.

- Guarda che hai confuso i film: quello era il Senso di Ragno.

- Ora basta! Vieni con me o ti trasformo in un troll con la faccia di Mino Reitano.

- Mi hai convinto. Andiamo.

Dieci minuti dopo, erano perduti fino alle orecchie nei meandri dei sotterranei. Si diceva che il castello cambiasse magicamente la sua struttura ogni notte, sicché non esistevano né mappe né planimetrie. Si diceva anche che in realtà tali voci fossero tutte cazzate, e che semplicemente la scuola di Braccianone fosse abusiva e tirasse a fregare l'ICI fino al prossimo condono edilizio.

- Non ti avevo detto di seminare briciole di pane lungo il percorso? - brontolò Arrigo di fronte all'ennesimo vicolo cieco.

- Non ho pane con me. Solo caramelle "tuttigusti+1".

- Be', potevi seminare quelle, no?

- L'avrei fatto, se non me le fossi magnate tutte.

- Che cosa hai fatto?!!

- Ti ho conservato quelle al gusto di vomito. - si scusò Ron, porgendo imbarazzato i confetti - Le vuoi?

Arrigo stava per fare delle suddette caramelle l'uso più ovvio, e grazie tante, quando udì un paio di voci al di là di una porta chiusa.

- Ascolta! - sussurrò - Questo è il vicepreside...

- L'altro mi sembra il mago Zurlì... Che staranno facendo, quaggiù?

- Come si fa a forzare le serrature? Qual era la formula magica che ci hanno insegnato? Vingardium leviosa? Apriti Sesamo? Sim Sala Bim? Ifix Tchen Tchen? Forza Italia?

Ron girò la maniglia. - E' aperta.

I due ragazzi strisciarono dentro la grande sala, rischiarata solo da un paio di torce infisse alla parete più lontana. Celati dalla penombra, distinsero chiaramente Giucas Casella e Zurlì intenti in una discussione animata.

- ...è inutile, non ti credo!

- Avverrà ugualmente, che tu mi creda o no. E' nero su bianco.

- Ma chi potrebbe...

- Leggi il programma del governo: niente più finanziamenti alle scuole pubbliche. Saremo costretti a chiudere Braccianone e ad andare tutti a insegnare negli istituti privati.