Maggie si connesse al velivolo e si rilassò sulla poltroncina, pronta ad assorbire il contraccolpo del flusso di dati, che giunse puntuale a schiaffeggiarla.

- Oh, merda! - esclamò Joel. - C'è un blocco sui comandi e non riesco a eliminare il pilota automatico. Sto per lanciare un CodeCracker...

Maggie percepì i megabyte del programma che fluivano attraverso il suo cervello; qualche secondo più tardi vide che la spia AUTOPILOT si spegneva e, mentre il velivolo proseguiva nel suo volo livellato a bassa quota, attese fiduciosa che l'Ebreo li facesse atterrare.

Ma a un tratto l'ala destra si abbassò bruscamente e cominciarono a perdere quota.

- Ebreo, che cazzo fai? - gridò, terrorizzata, ma la sua auricolare restò muta.

- Joel, mi senti? - gridò alla cabina vuota attorno a lei, mentre il panico si impadroniva della sua mente.

Joel era sparito e le Wastelands le venivano incontro a velocità vertiginosa.

* * *

L'Ebreo si accorse che aveva perduto il contatto con Maggie solo quando la sua visione a distanza si spense, lasciandolo cieco nel suo bozzolo di vetro; era così assorto nella guida del velivolo che non si era accorto che questo stava per uscire dal raggio d'azione del satellite che lo collegava alla ragazza.

- Maggie?! Che accidenti succede? - gridò nel microfono, ma in risposta ottenne solo una scarica di statica: della ragazza non vi era più alcuna traccia.

L'Ebreo si strappo dalla testa la fascia dei neurotrasmettitori e uscì dall'unità di sostentamento, disperato. Maggie era sola con Nakamura e l'Angel, alla guida di un velivolo che non era in grado di pilotare, là fuori da qualche parte nelle Wastelands.

Il solo pensiero lo fece stare male. E l'idea di doverlo dire al Kranio lo fece stare ancora peggio.

* * *

Maggie aprì gli occhi e vide attorno a sé i resti del velivolo di Nakamura, che bruciavano lentamente nella notte; aveva la bocca piena di sabbia e sangue e la gamba sinistra le doleva da morire. Non ricordava bene quel che era accaduto prima di precipitare ma in quel momento la cosa non le interessava.

Voleva essere sicura che Nakamura e il suo angelo custode fossero morti nell'impatto, così si fece forza per sollevarsi dal terra, ma come iniziò a muoversi udì uno scatto metallico e si trovò la S&W puntata alla faccia.

- Merda! - esclamò Maggie.

L'angelo custode era ancora vivo e, con la sua arma in mano, la guardava imperturbabile attraverso un mirino laser.

- Ce l'hai fatta, sai? Nakamura-san è morto. - disse.

- Balle! Senti, Angel, non prendermi per il culo...

- Lo vuoi vedere? - continuò il giovane. - E' là, sotto la turbina destra, schiacciato come uno scarafaggio!-

Parlava con disprezzo dell'uomo che avrebbe dovuto proteggere a costo della vita e Maggie se ne accorse.

- Non sembra che la cosa ti dispiaccia... - osservò.

- Era un pezzo di merda - ammise Rafe. - Ero pagato per difenderlo non per baciargli il culo!

L'Angel spense il mirino e mise via la pistola. Maggie si rilassò un po' e riuscì a mettersi a sedere con la schiena appoggiata a un pezzo di fusoliera; la gamba le faceva un male boia e ogni movimento le strappava un gemito.

- Sei ferita? - le chiese l'Angel, con aria preoccupata.

- Credo di avere una gamba rotta... - ammise Maggie contro voglia; era in una posizione di debolezza e l'idea che quella faccia d'angelo potesse fare di lei quel che voleva la innervosiva davvero. Appena vide l'uomo allontanarsi cercò di alzarsi ma ricadde con un grido; Rafe tornò dopo qualche minuto con una sbarra di duralluminio lunga come il suo braccio e alcune cinghie strappate dai sedili fracassati.