di

Francesco Grasso


Il supereroe in calzamaglia blu creato da Siegel e Shuster è stato da sempre un beniamino dell'industria dei sogni in celluloide. Il numero dei suoi passaggi sul grande e piccolo schermo è davvero notevole: tra i personaggi venuti dal mondo dei fumetti, forse solo Batman può vantare altrettanta attenzione.

In questa sede trascureremo il filone demenziale/trash, rappresentato da pellicole dai titoli improbabili quali Superman contro il padrino, Andy il fratello brutto di Superman o addirittura I cinque superman contro i nani venuti dallo spazio. Compiremo invece una veloce carrellata tra le pellicole più "seriose" girate nel corso degli anni, soffermandoci sulle opere maggiormente significative, che più hanno contribuito a delineare l'immagine cinematografica e televisiva del paladino giunto da Kripton.

Uno dei primissimi Superman: Bud Collyer

gli albori

Com'è ovvio, l'industria holliwoodiana è la prima a portare Superman sul grande schermo. E lo fa proprio agli albori della sua storia, in quegli anni quaranta del New Deal, in quella stessa America ruggente che esaltava la bellezza fisica e la forza (muscolare, militare, nucleare, ogni tipo di forza) come doti nazionali.

Nel 1941 appare il primo lungometraggio, Superman and the Mad Scientist. Tra il 1948 e il 1950 il regista Spencer Gordon Bennet gira quindici episodi (in bianco e nero) per il mercato americano, facendo interpretare Clark Kent da Kirk Ayn e Lois Lane da Noel Neill. Tali episodi vengono poi raccolti nelle due pellicole Superman e Atom Man versus Superman.

Nel 1951 Lee Sholem gira Superman and the mole man, film pilota per una successiva serie TV. La qualità della produzione non è eccelsa, e il budget destinato agli effetti speciali è veramente basso. Però, per la prima volta, Superman è interpretato da uno degli attori che più a lungo si identificherà con il personaggio: George Reeves.

Reeves vestirà la tuta blu e il mantello di Superman ancora nei successivi episodi Stamp Day for Superman (1950, regia di Thomas Carr), Superman and the Jungle Devil (1954, regia di George Blair e Thomas Carr), Superman in Exile (1954), Superman's Peril (1954), Superman in Scotland Yard (1954), Superman flies again (1954).

Infine, nel 1973 vengono girati altri quattro episodi con protagonista George Reeves (e ancora Noel Neill nella parte di Lois Lane), raccolti nel film Superman, per la regia di George Blair e Harry W. Gerstad.

Brevissimo interludio, nel 1968 appare la coproduzione italo/spagnola Goldface, il fantastico superman, per la regia di Adalberto Albertini, con Robert Anthony nella parte di Clark Kent.

Dopo qualche anno di meditazione, il personaggio risorge (alla grande) con un colossal che letteralmente straccia i predecessori, per cast, effetti speciali, musiche, battage pubblicitario e (soprattutto) incassi. L'anno è il 1978, e il film è Superman, the Movie, di Richard Donner.

George Reeve interpretò Superman per molti anni, al cinema e in TV

superman, the movie

Il punto di forza di questo colossal, come detto, è il cast. Uno stratosferico Marlon Brando interpreta Jor-El (padre di Superman), uno spumeggiante Gene Hackman veste i panni di Lex Luthor, un'intelligente e nevrotica Margot Kidder dona il proprio volto a Lois Lane. E poi, convincentissimi comprimari, Ned Beatty (Otis, aiutante/vittima di Lex Luthor, che con il suo capo ha lo stesso rapporto che Paolo Brosio aveva con Emilio Fede), Jackie Cooper (Perry White, direttore del Daily Planet), Valeria Perrine (la procace signorina Teschmacher, segretaria tuttofare di Luthor), e Marc McClure (Jimmy Olsen).

Soprattutto, il film consacra quale nuovo volto dell'uomo d'acciaio l'atletico e fascinoso Christopher Reeve. Il bravo e sfortunato attore (oggi costretto da una grave malattia su una sedia a rotelle) si identifica così bene col suo personaggio che gli sarà veramente difficile, negli anni seguenti, riuscire convincente in altri ruoli. Naturale nelle scene d'azione, statuario quando serve, maldestro a puntino nei panni di Clark Kent, dotato di uno spirito ironico e sornione (visibilmente ispirato al Bond Conneryiano), il Superman di Christopher Reeve conquista il pubblico di tutto il mondo.

Non vanno naturalmente dimenticati altri contributi importanti al successo della pellicola. Pensiamo in primo luogo alla memorabile colonna sonora di John Williams (potente, elettrizzante e orecchiabile al tempo stesso), alla scenografia (spettacolari nella loro alienità le sequenze iniziali su Kripton), ma anche ai dialoghi (curatissimi e frizzanti, con alcune vette d'arguzia degne di passare alla Storia tra le "frasi mitiche del cinema").

Christopher Reeves In due righe, la trama: Jor-El, il più grande scienziato di Kripton, scopre che il suo pianeta è condannato a essere distrutto da un cataclisma cosmico. Non potendo impedire la catastrofe, salva suo figlio Kal imbarcandolo su un'astronave e spedendolo sulla Terra. Qui il bambino viene allevato dai coniugi Kent, che lo battezzano col nome di Clark, e lo convincono a nascondere i suoi poteri e ad usarli solo per il Bene.

Da adulto, Clark Kent trova lavoro come giornalista presso il Daily Planet, impiego che gli consente una buona copertura all'attività di supereroe. Sulla sua strada trova il genio criminale Lex Luthor , che progetta di far sprofondare l'intera California nell'oceano per una speculazione edilizia. Per sventare la minaccia Clark/Superman dovrà fermare due missili nucleari, bloccare un terremoto, fermare una valanga, addirittura tornare indietro nel tempo viaggiando più veloce della luce. Un po' di straordinari, insomma, al termine dei quali riuscirà ovviamente a far trionfare il bene.

Il successo del film porta, neppure due anni dopo, a realizzare un inevitabile sequel...

superman II

Il regista del secondo episodio è Richard Lester, la sceneggiatura è (strano ma vero) di Mario Puzo, autore della saga de Il Padrino. Il cast comprende tutti gli attori del primo film, cui si aggiunge Terence Stamp nei panni del Generale Zod (apparso in una brevissima sequenza, un vero e proprio trailer, di Superman I).

La trama riprende i fili lasciati sciolti della prima pellicola. Clark Kent, smascherato nella sua identità di Superman dalla collega-amica del cuore Lois Lane, decide di rinunciare ai suoi poteri per poter vivere con lei come un normale essere umano (e qui si dà ragione a numerosi autori di fantascienza, tra cui Larry Niven, che hanno ipotizzato e sviscerato i problemi sessuali di Superman).

Ahimé, il nostro amico Clark ha scelto il momento peggiore per svestirsi del completo blu: tre supermalvagi spaziali (esiliati da Kripton dallo stesso Jor-El) giungono sulla Terra e decidono di impadronirsene, aiutati in questa criminale impresa da un mefistofelico Lex Luthor (che chiede in cambio di essere nominato imperatore d'Australia, sic!).

L'ex uomo d'acciaio vive proprio un brutto momento: assiste impotente alla resa delle Nazioni Unite di fronte ai tre supercriminali, deve subire la vendetta e il trionfo di Luthor, viene persino pestato da un camionista in un autogrill... Conclude insomma di non essere tagliato per la vita del signor Nessuno.

Fortunatamente, si era fatto un "backup" dei superpoteri, per cui riesce a recuperarli senza problemi. Infilandosi nuovamente nel suo completino da boyscout azzurro, parte al contrattacco, sbaraglia i supercattivoni, riporta Luthor al suo penitenziario, e provvede a "smemorare" la povera Lois (che si era illusa di averlo accalappiato) con un improbabile "bacio obnubilatore". E poi via, di nuovo più veloce della luce.

superman III

Il collaudato cast (Reeve, Kidder, Cooper e MacClure) torna sugli schermi nel 1983, ancora diretto da Richard Lester, per il terzo capitolo della trama. Piuttosto enigmaticamente, il regista americano decide di coinvolgere in questo nuovo episodio anche Richard Pryor, attore di colore specializzato in commedie brillanti. Costui è in verità bravino, ma con la saga di Superman c'entra come il cavolo a merenda.

In soldoni, la trama: Pryor è Gus Gorman, un disoccupato trafficone che un giorno, per caso, scopre di essere un mago dei computer. Approfittando della sua abilità, tenta di truffare la ditta per cui sta lavorando. Scoperto dal padrone della ditta (Ross Webster, interpretato da un Robert Vaughn senza infamia e senza lode), viene coinvolto da quest'ultimo in un diabolico piano finalizzato a distruggere Superman.

Il nostro buon uomo d'acciaio, che si faceva tranquillamente gli affari propri, viene intossicato con una mistura gassosa a base di kriptonite sintetica, che letteralmente lo "spezza in due". Si formano così (senza grandi spiegazioni, per la verità) due persone distinte: un Clark Kent buono e un Superman malvagio.

Dopo scene di combattimento a base di cazzottoni e calcioni tra i due supermachi, dopo trovate di dubbio gusto come la Torre di Pisa raddrizzata e poi piegata di nuovo dai due contendenti, alla fine la scissione viene brillantemente superata (chissà che la visione della pellicola non sia utile a certi politici nostrani) e il piano del cattivo di turno sventato in tempo.

A giudizio unanime di pubblico e critica, Superman III è da classificare come una mediocre commedia. L'inserimento di Richard Pryor appare assolutamente malriuscito: il comico americano, buon per lui, davanti alla cinepresa interpreta sempre e soltanto se stesso, e la sua recitazione come nemico di Superman sembra incollata al resto della pellicola con Bostik scaduto. Anche le allusioni al "pericolo dei computer", assai in voga all'inizio degli anni '80 (basti pensare al filone War Games) stridono con i temi classici di Superman come gesso su una lavagna.

In definitiva, Richard Lester riusce in questa sua seconda prova da regista a rompere il bel giocattolo che aveva saputo manovrare così bene in Superman II. Evidentemente non aveva capito che il successo degli episodi precedenti si reggeva non già sugli effetti speciali, ma sull'equilibrio tra i protagonisti, sulla recitazione convincente e sulla simpatia dell'insieme. Tale meccanismo aveva retto anche senza le vette di drammaturgia di Marlon Brando, ma non poteva sostenere l'impatto di un Richard Pryor e il conseguente snaturamento dell'impostazione. Peccato.

Ma, naturalmente, non poteva finire qui...

superman IV

Secondo un vecchio adagio, al peggio non c'è mai fine. Non sazia dal mediocre terzo episodio, nel 1987 la produzione evidentemente decide di aver bisogno di un pessimo quarto episodio. E dà il via al regista Sidney J. Furie, affidandogli ancora il medesimo cast (e un budget di effetti speciali appena inferiore ai precedenti) per questo totalmente censurabile Superman IV, the Quest for Peace.

Di un film tutto da dimenticare, sottolineiamo la presenza di Mariel Hemingway (nel ruolo della nuova direttrice del Daily Planet, che si prende una cotta clamorosa per Clark Kent schifando invece Superman), e il ritorno di Gene Hackman come cattivo nel ruolo di Lex Luthor.

Il vecchio Gene, in effetti, è l'unico attore che si salvi, nel generale clima scollacciato del film. Sia Reeve che la Kidder offrono una interpretazione veramente vergognosa, mortificati da una sceneggiatura al limite del ridicolo e da una serie di gag scritte probabilmente dai fratelli Vanzina nelle pause della produzione di Vacanze di Natale VII. Irraccontabile la trama, imperniata sulla figura del supercattivo di turno, l'improbabile Uomo Nucleare, un bellimbusto lampadato e dalle unghie dipinte, forzutissimo nei giorni di sole ma ammosciato all'ombra.

In questo caso, l'impresa di salvare il film (o almeno il buon gusto) è superiore persino alle forze smisurate dell'uomo d'acciaio.

ultimi sviluppi...

Ma, attenzione. Qualcosa sembra che sia tornato a muoversi. Già da diversi anni la Warner, ora proprietaria della DC Comics, sta valutando la produzione di un film intitolato Superman Reborn, centrato sulla morte e la rinascita dell'Uomo d'Acciaio, su sceneggiatura di Dan Gilroy. Grande sponsor del progetto è l'attore Nicolas Cage (attore drammatico e d'azione, interprete di Con Air, Face Off e numerose altre pellicole di successo), e sebbene faccia arricciare il naso a più di un critico il solo immaginarlo in calzamaglia, lui è davvero convinto. Cage, recentemente intervistato a tal proposito, si dice entusiasta di vestire il costume azzurro. - Non ho mai fatto un film che i bambini potessero divertirsi a vedere. - dice - Sono molto ansioso di provarci.

Cage si dice certo di riuscire a caricare di messaggi significativi la sua interpretazione, di fare di Superman un personaggio pieno d'anima. Attraverso la figura del supereroe, Cage vorrebbe dimostrare al pubblico che - come egli stesso dice - essere differenti è ok, e che nessuno deve sentirsi umiliato se viene definito "diverso". Anche Superman è diverso, unico. In un certo senso è il campione dei diversi. E il suo sentirsi straniero, differente dagli altri, adottato, senza radici nella terra che lo ospita, è molto, molto americano. E' proprio questo, dice Cage, uno dei motivi per cui Superman è stato un'icona degli Stati Uniti per più di cinquant'anni. In corsa come regista è stato fatto a lungo il nome di Tim Burton, ovvero l'uomo che ha rilanciato l'altro eroe della DC, Batman, ma la sua partecipazione non è certa.

frasi mitiche

[Miss Teschmacher ipotizza che Superman possa essere una montatura; Lex Luthor non è d'accordo.]

Miss Tessmacher: Perché no?

Lex Luthor: Perché se un essere umano avesse potuto architettare una simile fantastica montatura, quell'essere umano sarei io!

[Lex Luthor, dopo aver descritto il suo piano per intrappolare Superman.]

Luthor: Non provate un brivido, una scossa elettrica ad essere nella stessa stanza con me?

[Duetto "volante" tra Superman e Lois.]

Superman: Non si preoccupi, signorina, la reggo io.

Lois Lane: Lei mi regge? E chi regge lei?

Lex Luthor a Otis: Sai perché il numero 200 è così significativo per entrambi? E' il tuo peso e il mio quoziente d'intelligenza.

Superman: E' così che una mente malata come la tua impiega il tempo? Progettando la morte di persone innocenti?

Lex Luthor: No, Superman: causando la morte di persone innocenti.

Il presidente degli Stati Uniti, costretto a inginocchiarsi di fronte a Zod, umiliatissimo: Dio mio...

Zod: Dio mio? Zod!

[Clark, riacquistati i poteri, salda il conto in un bar affollato al camionista che lo aveva picchiato.]

Gli avventori: ...?

Clark: Ho fatto un po' di palestra.

[Luthor, gelido, di fronte all'irruzione plateale di Superman nel suo covo]

Luthor: Otis, vuoi prendere il mantello del signore?

filmografia

Bud Collyer

Superman (1941) di Dave Fleyscher

Kirk Alyn

Superman (1948) di Spencer Gordon Bennet e Thomas Carr

Atom Man Vs. Superman (1950) di Spencer Gordon Bennet

George Reeves

Superman and the Mole Men (1951) di Lee Sholem

Stamp Day for Superman (1953) di Thomas Carr

Superman and the Jungle Devil (1954) di George Blair e Thomas Carr

Superman Flies Again (1954) di George Blair e Thomas Carr

Superman in Exile (1954) di George Blair e Thomas Carr

Superman in Scotland Yard (1954) di George Blair e Thomas Carr

Superman's Peril (1954) di George Blair e Thomas Carr

Superman (1973) di George Blair e Harry W. Gerstad

Adventures of Superman (1952) serie TV, di George Blair e Howard Bretherton

Christopher Reeves

Superman: The Movie (1978) di Richard Donner

Superman II (1980) di Richard Lester

Superman III (1983) di Richard Lester

Superman IV: The Quest for Peace (1987) di Sydney J. Fury

Dean Cain

Lois & Clark: The New Adventures of Superman (1993) serie TV con Teri Hatcher

Nicolas Cage

Superman Reborn (2000)

Animazione

Superman (1996) serie TV di Leslie Lamers

The New Adventures of Superman (1966) serie TV

The Batman/Superman Hour (1968) serie TV

The New Batman/Superman Adventures (1997) serie TV

The Batman/Superman Movie (1998) videocassetta, di Toshihiko Masuda