16

- Capitano! Un uomo su per la collina! Da solo!

Il capitano Anchise gettò le gambe giù dalla branda e infilò gli stivali. Aveva un cerchio alla testa che lo faceva soffrire, e quell'inquietudine amara che l'aveva tormentato per tutta la notte non si era acquietata neppure dopo i turbolenti marosi del sonno.

Il piccolo Muggio caracollò nella stanza spintonando la porta, tutto trafelato, con la calibro 22 stretta in pugno.

- Capitano! - esclamò puntando un braccio verso l'esterno. - Ho avvistato un uomo su per la collina! E' solo e disarmato! Pare un partigiano!

Anchise raccolse il cinturone d'ordinanza, se l'affibbiò al fianco e seguì all'aperto il piccolo Muggio. L'intero paese si era riscosso alle grida del bambino.

- Tu torna indietro - gli ordinò Anchise dirigendosi verso il punto dell'avvistamento. - Fa' in modo che nessuno esca di casa, ordine mio. Non voglio borghesi per le strade.

Il piccolo Muggio gonfiò il petto per l'orgoglio, negli occhi ancora un sottile strato d'ombra che gridava il suo desiderio di seguire dagli spalti la vicenda dello sconosciuto che si avvicinava. Ma a un cenno perentorio di Anchise fece dietro front e si diresse verso il paese, semisommerso dalle volute della bruma mattutina.

Forse ci sarebbe stato da organizzare la difesa all'ennesimo assalto.

17

Correva. Correva con un terrore di ghiaccio nel petto, una morsa rugginosa che le sfiatava il cuore e voleva scaraventarla a terra priva di forze.

Ma lei stringeva i denti, allungava il passo e si lanciava nel bosco incurante dei rami carichi di neve che le strappavano brandelli di pelle dalle mani e dalle braccia.

Sentiva il fiato marcescente delle figure d'incubo alle sue spalle; immagini spaventose e agghiaccianti di quello a cui era scampata che la trafiggevano a ogni passo, facendola barcollare.

Si erano avvicinate silenziose, le gengive sdentate e le orbite vuote aperte sul nero pozzo degli inferi, e in mano stringevano vecchi archibugi arrugginiti, con le lame sbrecciate delle baionette protese in avanti.

Lei e Moreno le avevano guardate impietriti, creature d'incubo coscritte dalla morsa fonda della notte, e soltanto quando una delle lame era scattata mordendo lo stomaco di Moreno, e subito dopo altre due, silenziose, eterne e terrificanti, dimostrandosi solidamente mortali, Alba si era sentita scuotere da un urlo, aveva sollevato lo Sten afferrandolo per la canna e aveva percosso una delle spettrali figure con il calcio del mitra.

Si era aperta un varco nel cerchio che voleva stringerla, ed era fuggita a precipizio attraverso le dita nere e sottili del bosco.

Ma quando, all'improvviso, altre uniformi apparvero davanti a lei, grigie e nere alla rinfusa, le travolse come un'ombra esagitata apparsa d'incanto. Si accorse con uno strano singulto che erano tedeschi e fascisti allibiti per la sua comparsa, e si lasciò andare allo stremo delle forze, perché a quel punto neppure la croce uncinata le sembrava terribile quanto le creature che si era lasciata alle spalle.

Non riuscì neppure a lanciare un avvertimento: cadde, tra le braccia nemiche ma umane di qualcuno che forse poteva aiutarla.