Quando le radici: Lanfranco Fabriani

Lanfranco Fabriani, collaboratore di Delos da anni, è risultato vincitore dell'ultima edizione del Premio Urania con il romanzo Lungo i vicoli del tempo, in edicola dal 17 novembre 2002...

Lanfranco Fabriani: leggi la presentazione di Vittorio Catani

Vidi l'autobus lontano e, per non rimanere trentacinque minuti in strada in attesa del successivo, mi misi a correre sul marciapiede viscido, cosparso di pezzi di riviste porno e cartacce macerate dalla pioggerella insistente. Con la mano guantata tenni a freno il cappuccio dell'impermeabile, terrorizzato che anche una sola goccia potesse finirmi

negli occhi. Incredibilmente l'autista mi attese: Francesca?

Salii e andai a salutarla, ma non era lei. Gli stessi capelli, lo stesso sguardo infelice e il colorito grigiastro di Francesca, mio, di chiunque fosse oppresso dalle piccole miserie di questo mondo grigiastro, ma non era lei.

Dopo due chilometri parve interessarsi alle strattonate che fino a quel momento il mezzo aveva elargito senza risparmio a noi passeggeri innocenti. Alla fermata seguente spense il motore e aperte le porte si rilassò sul sedile:

- Fermi tutti. Questo catorcio è andato.

Scesi, qualcuno si attardò a protestare: le bestie nere di Francesca, convinti che le lamentele riaggiustino gli autobus. In un angolo della carrozzeria, da un'infiorata di buchi orlati di ruggine traspariva l'asfalto sottostante, come un'erotica camicia da notte.

In casa, attento a non toccarlo dalla parte bagnata, mi sbarazzai dell'impermeabile antiacido. Poi aprii il tramezzo che divide la parte giorno-cucina dalla zona notte, e guardai il divano-letto sfatto. Il computer collegato alla rete era rimasto acceso. In bagno presi le pinzette e studiandomi nello specchio estrassi i filtri dalle narici. Erano diventati di un nero oleoso che faceva paura a guardarlo. Trattenendo il respiro frugai nell'armadietto, cercando i ricambi. Dopo averli infilati mi sentii meglio, il respiro più facile e gradevole. Sarebbe stato molto bello poterli cambiare tutti i giorni, magari due volte al giorno. Poter respirare un'aria più fina, meno amarognola, ma non c'era verso, neanche con i pacchi famiglia confezione risparmio.

* * *

Mentre il bollito cuoceva nel suo brodo dal colore malaticcio poco invitante, la chiave girò nella serratura. Alzai lo sguardo dalle parole crociate e strabiliai.

- Francesca, ma...

- Non parlare - mi interruppe aspra sbattendo la porta innocente con un calcio e portando la mano in un gesto irritato ai capelli, ora corti, che la rendevano quasi nuda. - Un'altra trovata dell'Azienda. E' successo che un'autista maschio ha tirato giù un semaforo, e cretino com'è ha accampato per scusa una ventata dal finestrino che gli avrebbe mandato i capelli sugli occhi. Morale della favola, è passata una circolare a velocità quadrupla di quella delle buste paga: a) tassativo divieto di tenere abbassato il finestrino lato guida, sia a Natale che in agosto, e mano a mano "detti finestrini in oggetto" verranno resi inamovibili... Detti finestrini in oggetto! Non riescono a evitare idiozie, neanche in burocratese. b) Se gli autisti, uomini e donne, vogliono continuare a fare gli autisti, e sia chiaro che nessuno li obbliga, allora capelli corti, lunghezza massima sulla fronte e zone ad essa prospicienti: centimetri sei. Senza discutere. L'Azienda è una grande famiglia e si fa ciò che vuole papà.

Tirò su col naso, poi proseguì come una valanga. - E se a qualcuno la faccenda non va può andarsene, nessuno lo obbliga a rimanere. E con tutta la gente a spasso ci sarà pure un autista meno schizzinoso in fatto di capelli che consideri il lavoro una sacra missione, no? - Gettò irosa la giacca sul tavolo, e la lasciò scivolare per terra. - Nemmeno il pudore di pagarci la tosatura! Nossignore, di tasca nostra e fuori dall'orario di lavoro!