Il buio arrivava inaspettatamente per la maggior parte della gente stordita dalla furia abbagliante di insegne e semafori, ma Valeria si preparava in anticipo, con cura, al suo incontro con la notte. Usciva di casa ben pettinata, gli abiti migliori mascherati dal cappotto per evitare le domande di zio Pino. Quel cappotto passato di moda, poi, sarebbe rimasto abbandonato su una sedia per il resto della notte, mentre lei lasciava che il sole asciugasse l'umidità cittadina che le torturava le ossa, e le troppe lacrime piante al tempo in cui osava sperare una vita diversa e che, dopo tanti anni, ancora le indolenzivano l'anima.
Camminava nella fornace del mattino tropicale, assapporando la piacevole sofferenza che le procurava la sabbia rovente contro le piante dei piedi, prima di concedersi il refrigerio dell'acqua: qualcosa di ormai impensabile nella sua realtà, dove l'accesso alle spiagge era impedito per evitare il rischio di avvelenamenti e contaminazioni. A volte sedeva sul tronco d'albero assieme a Charmian, la protagonista di quella scena, e ascoltava la voce del mare riverberare nella cavità madreperlata di una conchiglia. Charmian era ciò che Valeria aveva avuto modo di essere, per un tempo troppo breve, tanti anni addietro. Parlare con lei era come confidarsi con un'altra se stessa più giovane, così non provò imbarazzo quando lei disse: - La tua solitudine mi stupisce un po'. Tu sei bella, dovresti avere un uomo al tuo fianco.
Valeria guardò lontano, a un gabbiano che litigava una preda d'argento alla spuma del mare.
- C'è stato, molto tempo fa. E insieme siamo stati felici, senza ombre, senza incomprensioni. Non ho mai saputo cosa gli accadde. Faceva parte della prima spedizione oltre il Sistema Solare. Nessuno riuscì a stabilire cosa avvenne realmente, se l'astronave fu trascinata via da uno sciame di comete, o si perse nell'iperspazio. Forse lui è ancora vivo, in una dimensione che gli umani non riescono a concepire.
Gli anni avevano steso una patina analgesica sui ricordi, mitigando il dolore in dolce malinconia.
- Per molto tempo mi sono rimproverata di non essere stata abbastanza egoista. Avrei dovuto pregarlo di ritirarsi dal progetto, ma era così orgoglioso di esser stato scelto tra migliaia di candidati europei. Era un ottimo biologo, geniale. - Un sorriso triste le sfiorò le labbra per un attimo. - Se possedessi almeno una sua fotografia potrei cercare di ridargli la vita in un ologramma, non credi? Ma ho distrutto tutto ciò che poteva ricordarmelo. Volevo ricominciare a vivere. Che pazza, sono stata! Come se credessi davvero che potesse esserci qualcun altro dopo di lui. L'unica cosa che mi rimane è l'anello che mi regalò. La verità è che... Be', zio Pino non mi permise di disfarmene a causa del suo valore.
Charmian ristette in silenzio per un attimo a fissare Valeria, gli occhi lucidi di commozione. Poi la prese per mano. - Vieni, andiamo a trovare Robert.
Ormai li conosceva tutti: i bambini che rincorrevano il cane sul prato senza ritrovarsi mai senza fiato, Adamo ed Eva che non litigavano a causa della mela ma se la dividevano, un boccone per uno, con molto gusto; la coppia di ballerini di disco music nei loro abiti scintillanti; il pescatore solitario nel controluce del tramonto; la domatrice di pantere e la coppia di fidanzati in gondola. I personaggi storici la intimidivano ancora un po'. Erano tipi schivi, di poche parole. Però Maria Antonietta era una donna simpatica; il fatto di essere rappresentata nell'istante della decapitazione non la turbava affatto. Per Valeria restava sempre un'esperienza impressionante girare attorno al cilindro e vedere la testa che rotolava nel cesto, gli occhi sbarrati e la bocca che ancora si contraeva in una parvenza di invocazione... E poi vedere la donna alzarsi in piedi, tranquilla, raccogliere la testa mozzata e risistemarsela, come un accessorio, sul collo sottile; una collana sbocciava in fiori di perle a nascondere l'orribile traccia sanguinosa.
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