Greco si lancia verso l'ingresso buio del capannone. Delle sagome iridescenti ostruiscono il campo visivo. Greco passa alla visione normale e riesce a scinderli, tre Fabulatori, un uomo e due donne con i lunghi impermeabili bianchi impolverati e la croce marrone e lo sguardo è fisso come la fede. Dietro di loro una consolle colorata e luminescente.

- Che ci fate qua - domanda loro Greco, - non avete sentito lo stato di allarme? Fuori alla svelta! - Si muove veloce verso di loro e ne strattona uno, un luogotenente dalle sopracciglia folte e le stimmate tracciate con l'inchiostro blu. L'uomo reagisce. - Gesù è con noi. Satana non può nulla!

La voce di Lagomarsino irrompe negli auricolari. - La manovra di chiusura è troppo lunga, ma c'è la possibilità di fare esplodere i portelloni da remoto. Abbiamo già attivato la sequenza. Porta via quella gente!

- Satana potrà molto, invece. Coraggio! - Greco prende l'uomo per un braccio e cerca di tirarlo via. Con l'altro braccio fa segno a una delle due donne di andare. Non trova la terza.

Trova invece un colpo secco alla schiena. Barcolla voltandosi mentre la terza donna fa un ampio movimento, stringendo tra le mani un pesante rosario di legno. Il colpo raggiunge Greco in pieno petto, il rumore di qualcosa che si scheggia, il dolore sordo che sale al cervello mentre cade sul terreno umido.

L'universo diventa buio, un profondo buco nero in cui il tempo rallenta come in un vecchio film d'epoca. Poi qualcuno fa luce. L'esplosione costringe Greco a digrignare i denti, linee luminose che si sfasano e s'intersecano con l'odore di ferro e il sapore di nafta sulla lingua. Istintivamente porta le mani al ventre mentre i computer cercano disperatamente di correggere la deriva ottica impazzita. Le voci diventano distanti.

Poi un tentacolo si avvicina. Un altro, un terzo. Greco si paralizza, una botta di terrore improvvisa. La bestia annusa, studia, muove le sue zanne di zolfo e carbonio lungo la tuta, deposita le spore di piombo sulle prese e i sensori, come una fiera segna il proprio territorio. Mi appartieni, sussurra spavaldamente. Lagomarsino getta la propria essenza lungo i ponti radio. - Ci sei? Levati da lì, hai pochi minuti ancora! - Greco afferra quel filo e si tira in piedi.

I tre Fabulatori sono ancora immobili, a proteggere la bestia con le loro preghiere. Riesce a vederli, sdoppiati dall'effetto di compensazione digitale.

- Lasciali perdere e vieni via! - grida ancora Lagomarsino.

- NO! - Il forno 5... Il fumo denso, la pioggia di scintille, gli impianti che esploderanno spargendo lacrime di morte sul quartiere... Pochi secondi per impedirlo mentre tre tecnici sono intrappolati nella camera di compensazione. - Ho dovuto sacrificarli per salvare molti altri - , aveva detto al processo...

Di colpo Greco si strappa la visiera e punta le pupille di cromo contro i Fabulatori. - Io sono Satana! Io sono SATANA! - grida con tutta la forza che ha. - Fatevi sotto, dimostrate chi è il più forte!

L'odio arriva come un'onda malefica. Greco si butta fuori e corre a perdifiato, inseguito dai Fabulatori inferociti. Corre per il presente, per il passato e si ferma soltanto per ascoltare il rombo sordo delle esplosioni.

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