Lo strato successivo, che prende il nome di "Ionosfera" si estende tra i centomila e gli ottocentomila metri dalla superficie terrestre. Al di sopra di questi strati si trova la "Esosfera", poche molecole d'aria in uno spazio praticamente vuoto. E' difficile stabilire con esattezza l'altezza dell'atmosfera terrestre che è convenzionalmente posta tra i settecentomila metri e un milione dalla superficie della Terra.

Per lungo tempo l'uomo ha tentato di aprirsi una strada attraverso questo strato d'aria per uscirne e viaggiare nello spazio ma poiché è impossibile per i motori convenzionali funzionare nel vuoto, fu ideato un motore razzo che potesse funzionare. Questi tentativi sono l'argomento che stiamo per trattare.

La gara spaziale cominciò ufficialmente nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1957 con il lancio del primo satellite artificiale della storia dell'uomo: lo Sputnik I che, tradotto dal russo, vuol dire compagno di viaggio, inteso come compagno di quel nostro satellite naturale che è la Luna. Seguì un secondo lancio sovietico il 3 novembre 1957 con lo Sputnik II a bordo del quale c'era l'ormai famosa cagnetta Laika. Il suo destino era segnato fin dalla sua partenza per lo spazio perchè non vi era modo, all'epoca, di poterla far rientrare sulla Terra quindi, poco prima che finisse l'ossigeno a bordo del satellite artificiale, le fu dato, dai macchinari di bordo, del cibo avvelenato.

Da parte loro gli americani, allora divisi nelle tre armi: Esercito, Aviazione e Marina, tentarono di mandare nello spazio una luna artificiale e, dopo gli insuccessi del missile della Marina, il Vanguard, fu l'esercito a cogliere il successo in una sorta di gara nella gara. Il 31 gennaio del 1958 il missile Jupiter C mise in orbita il piccolo satellite Explorer I.

A quell'epoca girava una vignetta sui giornali che mostravano il satellite russo e quello americano che s'incontravano nello spaio e uno dei due diceva all'altro: "Finalmente possiamo parlare tedesco."

La battuta era molto lontana dall'essere falsa perchè gli scienziati tedeschi che russi e americani avevano portato via dalla base tedesca di Peenemunde erano le maggiori menti tedesche le quali avevano realizzato i razzi V-1 e V-2 che bombardarono Londra verso la fine della seconda guerra mondiale.

Eppure, tutto questo era cominciato molto tempo prima, sebbene in un altro modo e sotto un altro aspetto.

Su alcuni antichi documenti il razzo sembra apparire fin dal primo secolo della nostra era, sia in Europa, sia soprattutto in Medio Oriente dove venivano cosparse le frecce con una miscela incendiaria. Ma i veri, primi creatori di razzi furono i Cinesi con la scoperta del salnitro nelle composizioni incendiarie.

La prima sicura data storica relativa all'apparizione dei razzi come arma da guerra è il 1232. Durante la campagna che i Mongoli intrapresero contro la famiglia di Hunan, il figlio di Gengis-Khan, Ogodai, constatò che il nemico faceva uso di un'arma denominata Huo-Chien ossia Freccia di Fiamme Volanti la quale, una volta accesa, poteva volare con i propri mezzi. La scoperta si diffuse rapidamente e, nel 1255, Ruggero Bacone in Inghilterra, portò notevoli miglioramenti alla miscela.

Essendo l'artiglieria ai suoi esordi il razzo ottenne in grandissimo successo come arma incendiaria, detonante e di alto effetto psicologico e terroristico sia sugli animali che sugli uomini.

In seguito, con il perfezionarsi dell'artiglieria, si comprese quanto impreciso, pericoloso fosse l'uso di quei proiettili e il razzo passò a simbolo di gioia e di confusione innocua nelle feste e nelle manifestazioni. Dopo alterne vicende di secondaria importanza che ci portano ai primi del 1800, le artiglierie di vari paesi decisero di adottare il razzo come arma da combattimento. Fu, naturalmente, migliorato e perfezionato sia nell'involucro, sia nella miscela, oltre che nella precisione e nella gettata. Poi, ancora una volta, il razzo conobbe un'altra epoca buia in quanto l'avvento del cannone con la canna rigata parve relegarlo nel dimenticatoio.