Questa crociata anticomunista che prese il nome di maccartismo da colui che ne fu l'iniziatore e il promulgatore, continuò la sua fagocitante impresa anche durante la prima parte dell'amministrazione Eisenhower ma crollò miseramente quando, nel 1954, coinvolse lo stesso Presidente e il generale George C. Marshall.
MacCarthy fu rimosso immediatamente dal suo incarico, perse ogni incarico politico e scomparve dalla scena. Morirà a soli 48 anni nel 1975 a New York.
E' stato scritto, è stato detto ed è stato dimostrato che in molti film dell'epoca l'alieno, la minaccia dallo spazio, il nemico in genere, in certi casi mostrato apertamente, in altri nominato come "gli amici al di là del Polo" (Il Robot e lo Sputnik) o annunciati con la musica di Volga Volga (Tobor), altri non era che il pericolo russo, il nemico totalitario da combattere, freddo, spietato, tiranno, senza pietà per gli esseri umani che agognano la libertà sopra ogni altra cosa (I 27 Giorni del Pianeta Sigma).
La paura della guerra atomica entra a far parte del nostro modo di vivere ma viene considerata un inutile allarmismo da parte dei massmedia i quali, disinteressandosi ai problemi di tutti i giorni, ignorandoli e dedicandosi solamente ai futili divertimenti e interessi, come hanno sempre fatto e sempre faranno permettono e permetteranno ai potenti di manovrarli come meglio piace loro.
Eppure, c'è stato un giorno in cui qualcuno di loro ha alzato gli occhi dal giornale sportivo per osservare cosa stava succedendo nel mondo, qualcuno di loro, per qualche giorno, ha dedicato un minuto alla grave crisi che il pianeta stava passando per poi ripiombare nella piena consapevole ignoranza delle cose quotidiane.
Il giorno era il 23 ottobre del 1962 il problema era la crisi dei missili a Cuba.
Tutto cominciò il 14 ottobre 1962 quando alcuni aerei da ricognizione degli Stati Uniti scattarono delle fotografie ad alta quota che confermarono, almeno secondo il governo americano, la presenza di basi missilistiche nel territorio cubano. A soli 150 Km dal territorio statunitense queste postazioni missilistiche rappresentavano una minaccia intollerabile.
Da quando Fidel Castro era salito al potere nel 1959 i rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti erano andati via via peggiorando e si erano interrotti totalmente nel 1961. Un tentativo di far insorgere il popolo cubano era fallito miseramente e, nel febbraio del 1962, gli USA avevano decretato l'embargo a Cuba la quale, intanto, si era pericolosamente avvicinata alla politica sovietica.
Era Presidente a quell'epoca John Fitzgerald Kennedy il quale, dopo il fallimento del tentativo di sommossa, doveva dimostrare al mondo il polso degli Stati Uniti e prendere quindi una posizione assolutamente decisa.
Malgrado la presentazione delle fotografie il Ministro degli esteri sovietico Andrej Gromiko negò la presenza di missili sul territorio cubano per cui il Pentagono si riunì per prendere delle decisioni sul da farsi. Venne quindi scartato il progetto di occupare l'isola, ritenuto troppo rischioso e facile preda di una ritorsione immediata per cui Kennedy ordinò il blocco navale davanti all'isola. Ogni tentativo di forzatura del blocco stesso avrebbe provocato una ritorsione immediata. Alla data fatidica del 23 ottobre Kennedy tenne un discorso storico e dai toni estremamente duri dicendo che ogni lancio di missili cubani verrà considerato un attacco portato dall'Unione Sovietica verso gli Stati Uniti. Il mondo trattenne il respiro in attesa di come si sarebbe comportata la Russia.
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