Nel 1969 era di moda parlare di popoli indigenti come il Biafra, da allora si sono sostituiti, nella bocca dei mass media, altre popolazioni indubbiamente bisognose, ma ai quali la ricerca spaziale, indirettamente aveva portato e potrebbe portare solo del bene mentre, imperterrita, continua la corsa agli armamenti e, in tempi più recenti, la Francia si dedicava agli esperimenti nucleari e l'America agli Scudi Spaziali.

In Italia, all'epoca, c'era poi chi protestava perchè la televisione dava ampio spazio allo sbarco sulla Luna e alle imprese spaziali osando interrompere il giro d'Italia, queste persone saranno contente di vedere oggi i massacri negli stadi al posto di una spedizione su Marte, ma siamo convinti che agli italiani si può fare di tutto, li si può massacrare di tasse e farli vivere nella tirannide occulta, non si ribelleranno mai finchè non si porterà via loro il calcio, le donne e i motori, il tutto condito con un buon piatto di pasta e un bicchier di vino.

Questo livello semitrogloditico d'intelligenza e di interessi e poi tipica dell'essere umano in generale, perchè, finita la moda dello spazio, la corsa alla Luna, dovuta solamente a questioni politiche, il cosmo è stato dimenticato, i fondi sono stati tagliati ma, a quanto pare, i soldi risparmiati non sono certo stati utilizzati per sfamare il mondo, e allora?

La domanda che dobbiamo porci è questa: al di là del fascino che indubbiamente queste imprese hanno, di quale utilità lo spazio può essere per l'uomo, quell'uomo che rimane sulla Terra con tutti i suoi problemi quotidiani antichi e nuovi?

La motivazione, lo stimolo di queste imprese è stata anche la competizione fra Russia e America, lo abbiamo già detto, per essere presenti nello spazio con tutti i vantaggi e le conseguenze che ne possono derivare, ma al di là di questa gara lo spazio rappresenta veramente qualcosa di nuovo e di utile. E' una dimensione nuova nella quale prima o poi bisogna veramente entrare perchè rappresenta il prolungamento di una linea di progresso lungo il quale si trovano la ruota, la macchina a vapore, la radio, l'aeroplano, la televisione, il computer.

Vediamo fino a che punto questo può essere vero.

Le inquadrature delle zone di maltempo erano, fino a non molto tempo fa, troppo limitate nella loro estensione. Se invece si sale nello spazio e si osservano queste nuvole da grande altezza il risultato è ovvio: una maggiore estensione delle zone inquadrate che permette di vedere con un colpo d'occhio prima, con uno studio approfondito poi, la tendenza del tempo. Da vari anni i satelliti inviano le immagini del nostro pianeta sulla Terra, insieme a molte altre informazioni rivoluzionando il sistema delle previsioni meteorologiche.

Tutto ciò che accade nel mondo sotto il punto di vista del clima, viene studiato e preventivato dai meteorologi i quali, in caso di bufere, tornado o altre calamità naturali, avvertono le autorità competenti. Non è certo colpa loro se un paese viene alluvionato, se una frana travolge dei gitanti o, peggio ancora, se una grande città viene allagata. La colpa è di tutti coloro che, per anni, si sono intascati i soldi per le ristrutturazioni, per le tecniche di prevenzione e che non hanno mai fatto nulla per cercare di evitare ciò che poi si è inesorabilmente verificato. Si dispone oggi di una rete di satelliti che danno istantaneamente la situazione meteorologica in qualsiasi parte del mondo: le formazioni di nuvole, gli spostamenti, la direzione e la velocità. Il satellite può essere interrogato su molte cose, con lui possono entrare in contatto tutte le navi che si trovano nell'Artico per sapere qual' è lo spostamento degli iceberg, o le basi galleggianti vicino a Portorico o in Alaska per conoscere la temperatura e la velocità dei venti. Il sistema di ricezione a Terra è molto semplice: su richiesta il satellite invia delle immagini via radio. Da quando sono in funzione questi satelliti sono state ottenute milioni di immagini. Le fotografie vengono ricevute in continuazione per aggiornare la situazione meteorologica, si fa un vero e proprio collage delle aree fotografate per avere un quadro d'insieme.