Giuseppe Lippi (dal 1990)
Lippi accolse l'eredità del suo predecessore: mantenne le scelte fatte da Montanari per i mesi a venire e gestì in sua vece il Premio Urania, il cui primo laureato, Vittorio Catani, fu pubblicato all'inizio del 1990. In seguito Lippi creò la collana mensile Urania Horror e la collezione di antologie Omnibus del fantastico. Negli anni successivi l'attenzione verso la sf italiana aumentò grazie al "caso" Valerio Evangelisti, il primo autore ad essere pubblicato su Urania più volte e al di fuori del Premio per gli inediti (da lui vinto nel 1993). Tale attenzione è stata mantenuta anche in seguito, quando Urania ha pubblicato i romanzi di Luca Masali, Nicoletta Vallorani, Franco Ricciardiello e Francesco Grasso. A questa "new wave" italiana ha corrisposto una particolare attenzione ai generi del fantastico puro, mentre è in questo periodo che Urania ha trasformato radicalmente la sua veste grafica, passando al formato tascabile ormai familiare. Negli ultimi quindici anni la collana è andata incontro a vari problemi, ma il suo ingresso nel XXI secolo è avvenuto all'insegna di un riaccostamento alla sua classica tradizione, riaccostamento che si riflette tanto nelle proposte editoriali (hard sf, avventura, thriller) quanto nell'aspetto grafico e formale. Tra i principali nuovi autori che si sono affacciati nel decennio ricordiamo Dan Simmons, Greg Egan, Robert J. Sawyer e Peter F. Hamilton. Il numero di pagine rimane un problema centrale, e la difficoltà di pubblicare i lunghi romanzi oggi tanto in voga viene talora aggirata con l'espediente di suddividerli in più volumi.
Pro:
Ha traghettato Urania nel futuro, come del resto avevano fatto tutti gli altri prima di lui! Il vantaggio di Lippi, se vogliamo, è che il futuro in questione è ormai il sognato e fatidico XXI secolo, gli anni 2000. Dicono che di questo Lippi sia particolarmente soddisfatto (contento lui...).
Contro:
Qualcuno sostiene che non finisca i cicli che ha cominciato a pubblicare (il fatto è che a volte la qualità cala a picco, oppure i successivi romanzi hanno una lunghezza impossibile). Che prediliga alcuni aspetti della fantascienza a scapito di altri e che, nella rotazione dei vari generi, per essere troppo ecumenico rischi a volte di perdere di vista la sua "linea editoriale".
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