Il 1962 vede una flottiglia ristretta a cui si è aggiunta Fantasia e Fantascienza, e con Le due facce del tempo, un Urania ristretto. E' iniziata la miniaturizzazione del formato, destinato a ridursi ancora in futuro. Con l'arrivo di Carlo Fruttero al timone (lasciato probabilmente nelle ferme mani di Andreina Negretti), dopo oltre un anno di vacanza, la testata cambia. Arriva, quello che per alcuni è il mitico rombo, la veste più apprezzata di Urania. Inaugura il nuovo arredo non Karel Thole, che si avvia ad esserne la bandiera incontrastata, ma Ferenc Pintér, non nuovo a incursioni nel genere.
Sparisce il logo che ci aveva accompagnato dall'inizio, la macchina del tempo a forma di astronave che sbuca dal cerchio che porta scritto lungo la circonferenza: "Urania. Avventure nell'universo e nel tempo". E sparisce anche la data in costa.
All'inizio dell'anno successivo il 300° numero è festeggiato senza particolare evidenza.
Alla flottiglia rimasta, si affianca rapidamente Futuro, mentre lascia il gruppo l'appena varata Fantasia e Fantascienza. Da Urania, sul finire dell'estate spuntano i bis.
Nel 1964 viene tirata a secco Galaxy, e la rotta procede con Urania che procede con il gran pavese seguita da I Romanzi del Cosmo, arrancante, Galassia, pimpante, Oltre il Cielo un po' sbandato, Futuro in affanno, così come Futuria. Le ultime due non vedranno il nuovo anno. A metà anno al mitico rombo, si aggiunge il mitico cerchio (i fan abusano del termine mitico).
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