- Ehm... padron Trappo? - fecero gli hobbit in coro.

- Che c'è?

- Non potremmo ritirarci? Dargli partita vinta e tornare a casa?

Trappo, che era stato trascinato in quell'avventura contro la sua volontà, non avrebbe potuto essere più d'accordo. La sua bella e comoda hobbit-casa sotto la hobbit-collina gli mancava ogni giorno di più. Stava per assentire, quand'ecco il colpo di scena! Carraralf lanciò un grido e agitò il bastone in aria.

- Temo che non sia più possibile tirarci indietro. Guardate lassù!

Dal cielo azzurro era comparso in picchiata uno stormo di enormi rapaci. La loro apertura alare era immensa, e gli artigli erano puntati sul gruppo di piccoli hobbit.

- Sono le Aquile Varig. - mormorò lo stregone - Di certo gli orchi le hanno mandate a prenderci: si vede che hanno fretta di giocare la finale.

Strillando raucamente, le aquile ingiunsero agli hobbit di montare sul loro dorso. Poi decollarono alla volta delle terre orchesche. Sorvolarono le Foreste Oscure, il Gran Burrone, il Dominio dei Draghi, le Montagne di Esgaroth, le Pianure di Dorwinion, le Terre Solitarie, la Palude di Valinor e le città morte di Bladorthin. Fu un viaggio lungo e piuttosto noioso, ve lo dico io! Perdipiù, le aquile allietarono i loro piccoli ospiti con le tradizionali Ballate dell'Aria, i cui versi chioccianti facevano (tradotti nella nostra lingua) pressappoco così:

Quando udrai

Un tremor

A mille de-ci-bel!

Giù dal ciel

Piomberà

A-qui-la Va-rig!

Veloce come un lampo

Non dà scampo

Lotta la paura

Non conosce

la pie-tà!

- Padron Trappo... - fece d'un tratto Inzagorn detto Gran Passo.

- Che c'è? Volete la seconda colazione? O la terza?

- No... Visto che dobbiamo giocare per forza... Potremmo sapere qualcosa di più sui nostri avversari? Non so... come giocano, come sono disposti in campo...

Trappo annuì. - Mi sembra ragionevole... Carraralf, la tua magia può mostrare anche a noi qualche immagine della semifinale?

- Proviamo... - lo stregone soffiò nella pipa, emettendo uno sbuffo di fumo a forma di schermo Panasonic 24 pollici dolby surround con telecomando.

- Ecco... vedete i due attaccanti? Sono fortissimi soprattutto di testa, difatti li chiamano "le due torri". Si tratta del numero dieci Ron'aldh'okk e del numero undici Riv'ahl'doss.

- Ehi, ma il primo lo conosco! - esclamò Bolbo Vier - Non è quella mezzasega che quest'anno ha giocato nella nostra squadra, dormendo in panchina per tutta la stagione?

Carraralf ridacchiò. - Be', ma lo sanno tutti che gli orchi vanno in letargo nei mesi invernali. Che lo avete assunto a fare? Spero almeno che non lo abbiate pagato!

Bolbo ammutolì, non volendo ammettere che non solo il compenso spettante a Ron'aldh'okk era stato di gran lunga superiore a quello assegnato al resto della squadra, ma che il presidente gli aveva concesso anche un palazzo principesco, uno yacht, otto cavalli da corsa, dodici camerieri, una trentina di automobili e la propria moglie. In cambio, il giocatore orchesco non aveva toccato un pallone per tutto il campionato, con la scusa che aveva il ginocchio fragile, mentre nelle immagini della semifinale si poteva vederlo abbattere alberi e spaccare macigni a colpi di menisco. Stranezze simili sono piuttosto comuni, credete a me, in quel singolare mondo, così diverso dal nostro, che è la Terra di Mezzo!

- Padron Trappo, come dobbiamo comportarci, contro questi due mostri?

Il piccolo hobbit prese tempo, grattandosi pensosamente i piedoni pelosi.

- Voi restate in difesa. - disse alla fine - Mi inventerò qualcosa...

- Come al solito, insomma. - commentarono in coro gli altri hobbit.

- Strunz! - ribatté Trappo, giusto per avere l'ultima parola.