The Hole, Session 9

Ogni anno vengo periodicamente rimproverato dal buon Silvio Sosio per il mio proverbiale ritardo nella consegna del report sul festival del cinema di Sitges, faccio ammenda di ciò con i lettori di Delos ma, sfortunatamente per il pubblico Italiano, grazie alla miopia dei nostri amati distributori, solo il 5% delle pellicole presentate nel corso della manifestazione spagnola ha la fortuna di oltrepassare i nostri confini e prendere così posto sulle bobine di un proiettore tricolore.

Il mio resoconto dalla cittadina Catalana non vuole quindi avere il carattere di un'anteprima, quanto di essere lo strumento per dare una sbirciatina a ciò che succede poco al di là dei nostri confini, dove al cinema fantastico viene data ben altra importanza (paragonare il Fantafestival di Roma, pur appartenente alla stessa associazione Europea che coordina le rassegne cinematografiche di Bruxelles, Sitges e Oporto, al festival Spagnolo è impensabile!). Per lo spettatore Italiano l'unica possibilità di visionare la quasi totalità delle pellicole proiettate nel corso della manifestazione, rimane quindi l'acquisto per corrispondenza di videocassette o Dvd, al proposito segnalo Mondo Video di Barcellona ( www.mondo-video.com, e-mail: mondodvd@yahoo.es), presente ogni anno a Sitges con uno stand nell'area attrezzata del lungomare, vende a prezzi estremamente contenuti tutte le pellicole della rassegna e molte rarità provenienti da Stati Uniti e Giappone.

Scegliere tra gli oltre 500 films proiettati nel corso del festival è impresa ardua, inaugurato dall'anteprima di Fantasmi di Marte, con la presenza in sala della biondissima Joanna Cassidy, e conclusosi con The Hole, di Nick Hamm, pellicola di estrema attualità dopo gli efferati omicidi di Novi Ligure, la 34° edizione del festival Catalano ha posto l'accento sui delicati e misteriosi meccanismi che regolano il funzionamento della mente umana.

Cinema della psicanalisi, disintegrazione emozionale e del gruppo sono al centro di The Hole, con una impressionante e diabolica Thora Birch, rinchiusasi con tre amici in un bunker, alla ricerca di nuove esperienze, ma anche pilastro portante in Session 9, diretto da Brad Anderson, premiato come miglior regista, che si avvale dell'interpretazione di Peter Mullan, Joshua Lucas e Stephen Gevedon, alle prese con il recupero edilizio di una inquietante e minacciosa costruzione: l'ex Ospedale per le Malattie Mentali di Danvers, nel Massachusetts (cittadina anticamente nota con il nome di Salem!).

"Ho incontrato Brad Anderson un paio di anni fa', aveva scoperto un manicomio, a Danvers , chiuso dal 1985, che a suo parere possedeva l'atmosfera adatta per una pellicola thrilling, dopo aver visitato il luogo, quando mi propose di scrivere la storia insieme a lui, non ho saputo resistere" dichiara entusiasta Stephen Gevedon, intervenuto a Sitges con Josh Lucas ed impegnato anche come interprete in Session 9; "tra gli oscuri cunicoli dell'edificio sono realmente accadute delle cose terrificanti", continua l'attore, "per esempio, alcune tecniche di lobotomia frontale sono state perfezionate qui ed anche la storia dei rituali satanici, descritta da Mike, il personaggio da me interpretato, si basa su alcuni documenti realmente ritrovati nel ricovero".

Josh Lucas, che lo ricordiamo nell'ottimo Il mistero dell'acqua, con Sean Penn, è entusiasta della pellicola: "normalmente quando giri un film riesci a fare amicizia con al massimo una o due persone, ma in questo caso è stato diverso, nessuno si dava arie da 'star' e quasi ogni sera ci si ritrovava al bar a parlare delle scene da girare, dei nostri personaggi, ma anche a raccontare cose personali, che ci hanno permesso di arricchire la storia e noi stessi. Brad Anderson è un regista che ha un grande rispetto dei suoi attori, ha ben chiaro in testa le fondamenta del film che vuole realizzare, ma è estremamente aperto nei confronti dei suggerimenti che gli giungono da attori e tecnici".