La seduta è stata una distesa. Ellen ti ha offerto tonno fresco lessato, con maionese, e un'insalata di frutta. Dopo ti ha tirato giù la cerniera, te l'ha preso in mano, poi in bocca, e poi sul suo letto dalla coperta di mohair, e tu che ti immaginavi Eileen mentre facevi uno dei più insipidi su e giù della tua vita. E l'autobus per Trinity Hall a quest'ora non c'è più e ti tocca fare tutti quei chilometri a piedi, in Dublino morta d'ubriachi e di polvere. Sbatti un passo avanti all'altro e ingoi l'immagine di Eileen nel suo sacco a pelo in Coumeenole Strand e ingoi il bisogno di un piccolo popolo che ti appaia adesso, in questo momento, sugli alberi e sull'asfalto e sai già che quel bisogno è la voglia di una canna che sia una bomba.

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I guardiani, alla biblioteca del Trinity, hanno un addestramento inglese. Ti fanno fare una fila di due ore per vedere il Book of Kells per mezzo secondo e se ti aggiri con aria interessata per la sala, ti guardano fisso fremendo dal desiderio di chiederti ragione del tuo comportamento. Mettersi a smontare il piedistallo di Aristotele! Tu lo guardi, lo esamini dieci, cento volte, quando ti chiedono se hai bisogno di qualcosa gli dici anche: - Mi pareva che Aristotele avesse un'altra faccia - ma non sai proprio come potrai fare. Rimanere lì dentro all'ora della chiusura? Ma nascondersi dove? Giù, al piano di sotto, all'emporio di libri e souvenir? O addirittura al piano di sopra, nella sala della biblioteca stessa, magari dietro la massiccia arpa di legno che sta là in fondo a sinistra? Sei alto un metro e ottantadue e non è che ti possa nascondere dietro a uno spillo.

No, forse l'idea migliore è il Library Shop, l'emporio di libri giù dabbasso. Ma un metro e ottantadue di carne dove li nascondi? Dietro i manifesti, quelli che riproducono le pagine del Book of Kells?

Ma va'.

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Ti sei fatto cinque spini pesanti uno dietro l'altro e ti senti Arsenio Lupin. Non te ne frega un cazzo, un cazzo di niente e di nessuno. Ti beccano? Embè? E poi non ti beccano, NON E' POSSIBILE CHE TI BECCHINO, perché hai il perfetto sentore di ciò che ti accade intorno, o meglio, TU VUOI ASSOLUTAMENTE UNA CERTA COSA E L'AVRAI, e quello che hai intorno sai che sei in grado di dominarlo. Hai una pistola giocattolo in tasca, l'ora di chiusura è vicina, la biblioteca è giù chiusa e i guardiani sono andati a casa. Il Library Shop ha ancora la luce accesa, e c'è dentro solo una simpatica signora che ti lascerà entrare sorridendoti. Hai con te una sega elettrica per il piedistallo di Aristotele, e sei sicuro che la simpatica signora gentilmente ti aiuterà a infilare la spina da qualche parte. Entri e ti stai già sentendo un dio. La donna sta dicendo: - Mi spiace, signore, ma stiamo chiudendo - e tu le sorridi e tiri fuori la pistola giocattolo dalla tasca. Lei non pare cretina, ti guarda stranita, ma ti ascolta mentre dici: - Signora adesso lei tira giù la saracinesca e viene con me al piano di sopra non ho alcuna intenzione di violentarla o di farle del male, ho solo bisogno del busto di Aristotele. - E, diospino, lei funziona, funziona, sì, perché ci sono più cose tra cielo e terra di quante non ne sogni la nostra filosofia, e sì, lei tira giù la saracinesca e continuando a fissarti stranita sale con te le scale che portano alla biblioteca, e guarda con preoccupazione la sega che stai tirando fuori dalla sportina di nylon, e sta per gridare, ma tu capisci prima e dici subito: - Non abbia paura questa è per il legno, non per lei - e lei ti guarda attonita, e tu le chiedi dov'è la presa, e lei non si muove, ma tu sai che quest'incanto non si deve rompere e continui a parlare, e parli, parli, racconti che le fate ti hanno ordinato di segare il piedistallo di Aristotele, che devi trovare una cosa importante lì dentro, che lei non deve affatto preoccuparsi perché non si trova in compagnia di un pazzo, ma di un comunista combattente. Sì, comunista combattente! Hai proprio detto così! Dio che ridere! Dio, ti sembra proprio di essere sul palcoscenico e adesso stai recitando Shakespeare, e c'è la regina tua madre che ti guarda esterrefatta e non sa se farti i complimenti per la recitazione o dirti: - Figlio mio, vaffanculo, tu e i tuoi comunisti combattenti.