- Andiamo, è chiaro che Ellen vi ha presi per il culo. Te in particolare. Non filava per scopare con te, Ellen?
- Ma va' - hai detto, scrollando la testa.
- Sì, e tu l'hai snobbata. E così adesso si diverte alle tue spalle con l'antico gaelico e le fate che vengono in truppa alla vostra seduta spiritica. - Eileen fuma molto stamattina, schifose sigarette corte extra mild. E' nervosa, è gelosa forse.
- Sei gelosa?
- Io?! - Un taglio di sbieco nello sguardo. - Sei paranoico.
Lo sapevi, lo sapevi che andava a finire tutto nel paranoico! Come poteva mancare la paranoia. - Sì - dici. - E ho deciso di andare alla biblioteca.
- Per smontare il busto di Aristotele?
- Il piedistallo del busto.
Eileen ti guarda in silenzio, dietro il fumo. - Io ho deciso di tornare ancora a Dunmore Head - dice.
Tu abbassi lo sguardo alla teiera e ti aggiusti gli occhiali. Bevi. E' Lapsang Souchong, assolutamente disgustoso, al catrame. - Hai qualcuno, là?
- Sì, un corvo che mi fa il filo.
Vi guardate in un certo modo, come fate sempre dopo una frase stupida. - Perché ci vai, allora? - (Hai tirato fuori l'erba e la cartina e cominci ad arrotolare usando un pezzetto delle extra mild di lei.)
- Dublino mi soffoca. Solo quel coprofilo di Joyce poteva amarla. E' grigia e gialla e non ha speranze. E... be', diciamo che sono stufa.
- E il lavoro? - Le offri lo spino e lei rifiuta. - Mi prendo un mese di malattia, poi vedo. Se non ce la faccio, lo cambio. Adesso ho bisogno di Dunmore Head.
La guardi e ti senti un'espressione appannata. - Col sacco a pelo?
- Se fa freddo, busserò a una fattoria.
Silenzio, lungo silenzio, con lo spino finito e il Lapsang Souchong più schifoso che mai. Rossa maledetta. Puttana. Troia. Andrà a scopare con qualcuno. Si farà sbattere da tutto il Kerry. Calma, calma, basta, fascista imbecille che sei. Sei incazzato, e come tutte le volte che t'incazzi ti viene voglia di violentarla. - Allora mi lasci solo col mio busto di Aristotele - dici quasi vezzoso. Lei non risponde, fa un sorrisetto. Stronzissima Circe. - Be', divertiti, coi tuoi corvi. - Tiri fuori un'altra cartina e la marijuana.
- E piantala di fumare!
- Che cazzo ti frega? - gridi, gonfio di un'altra rabbia. Oh, mi frega, sì, perché ti amo, amore mio! (Maureen O'Hara, finalmente domata da John Wayne, che si abbandona tremula nelle sue forti braccia.) Che vergogna, sì, per un attimo hai proprio sperato che ti rispondesse così.
- Tutto atteggiamento, il tuo - dice, e ride con gli occhi, e si alza, e tu paghi il Lapsang Souchong ficcandoti nei polmoni quanto più fumo puoi.
* * *
Da quando c'è stata la seduta spiritica, Thaddy, Matthy e Ellen non ti stuzzicano più. Forse sono d'accordo. Deve aver ragione Eileen. Ellen ha fatto tutto lei, ha risposto sempre lei alle domande e adesso si diverte a osservare le tue mosse. Gli altri o sono sinceramente stupiti dagli "spiriti" o sono appunto d'accordo con lei e ridono sotto i baffi. O'Shea ha detto che un cenno ai neognostici lo puoi lasciare, ma che devi insistere su un'interpretazione junghiana, e senza nessuna concessione alla fantascienza, "mi raccomando". Le solite cose, insomma. Ellen ti ha invitato a cena questa sera, nella sua stanza con bagno cucina e tappeto spelacchiato in terra. - Dopo cena faremo una seduta - ha detto.- Noi due da soli?
- Perché no?
* * *
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