E il cielo si squarciò con un rombo assordante, con un sibilo stridulo e lacerante: due elicotteri si levarono sulle cime dei faggi per poi calare come rapaci su di noi, spazzando la radura con il vento dei rotori. I quattro ci gridarono di gettarci a terra e si rintanarono tra i cespugli di rovi e rose, Giuseppe ci fece cenno di seguirlo; corremmo verso il bordo della radura, pressappoco nella direzione dalla quale eravamo venuti. Gli elicotteri lanciarono granate o razzi, non so cosa; di sicuro ci furono delle esplosioni che mi mandarono a ruzzolare tra i cespugli. Mi ritrovai in mezzo alla neve, e per un attimo rimasi lì, cercando di rifugiarmi nel manto candido, con le orecchie piene degli scoppi, impazzito di paura. Alzai la testa dopo non so quanto tempo, forse pochi istanti, perché feci in tempo a vedere il caporale Crisolora che tornava indietro, correndo verso un altro tempo e un altro luogo, verso una guerra mai avvenuta, verso un'Italia ignota e spaventosa.
Quando io e Magni ci fummo ripresi andammo a cercarlo. La radura era uniformemente coperta di neve e spazzata da un vento gelido; non c'erano né i corpi, né i cingolati, né Giuseppe, né niente. Solo la neve, i tronchi grigi e funerei dei faggi, il silenzio, e noi due che ci guardavamo ammutoliti.
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Devo forse annoiarvi col resto della storia? Devo raccontarvi le nostre menzogne, quelle del Comando Brigata, quella lugubre farsa di inchiesta che venne messa su dal Ministero della Difesa? Devo forse raccontarvi le domande che ci fecero e quelle che si guardarono bene dal farci? Devo parlarvi della madre di Giuseppe, una donna pallida e stanca che giunse all'Aquila già rassegnata, dei genitori di Ribicchini che accettarono il congruo risarcimento dello Stato?
Insomma, tutta la faccenda fu messa a tacere perché a nessuno interessava veramente di andare fino in fondo. C'erano stati suicidi in Friuli, un incidente mortale in Lombardia; l'Esercito non desiderava affatto altra pubblicità di quel tipo. I cadaveri dei due scomparsi non furono mai ritrovati, ma c'era la nostra testimonianza. Ribicchini fu dato per disperso; Giuseppe dichiarato disertore e ricercato dai carabinieri. Alla fine si disse che era fuggito all'estero, forse in Sud America. Di quella storia se ne parla ogni tanto, in qualche programma della televisione, ma mai in prima serata. E' finita nella zona ai confini con la realtà dove hanno parcheggiato il DC-9 di Ustica, la morte di Mattei e l'assassinio di Ilaria Alpi.
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Insomma, vi ho raccontato i miei peccati; permettete ora che vi esponga il mio tormento.Ho tirato a campare, tutti questi anni. E me la sono cavata. Ho fatto più o meno quel che ha fatto l'esercito: ho archiviato tutta questa storia mostruosa in un porto delle nebbie mentale, dicendomi che era stato un episodio. Una cosa che non si sarebbe ripetuta. Sparito Crisolora, era finita: non sarebbe successo più. Ogni tanto, lo ammetto, mi sono fatto qualche domanda. Ma accadeva di rado; magari una sera che non riuscivo a prendere sonno o che avevo bevuto troppo. Per il resto del tempo, tutto quel che era successo sul Gran Sasso era stato insabbiato mentalmente. Fosse un'allucinazione o un universo parallelo che ci si era manifestato, io non ci volevo pensare. E per un certo tempo ci sono riuscito: mi sono sposato, sto per avere un figlio, ho un lavoro non esaltante ma discreto che mi lascia qualche lira in tasca alla fine del mese. Tanto mi basta. Ho fatto il mutuo per comprare una casa, e mi sono comprato una bella station wagon. Ripeto: tanto mi basta.
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