In difesa della Bellucci
Salve a tutti.
Mi chiamo Andrea Evolti e mi è capitato di leggere ultimamente, un'intervista a Monica Bellucci (probabilmente molto vecchia, ma il vostro sito l'ho scoperto solo ora) inerente al film "Dobermann".
Nell'introduzione l'intervistatore asserisce che la Bellucci sia una delusione come persona, un'attrice piena di sé che litiga e fa polemica per niente e che non sarebbe il massimo da portare fuori a cena.
Leggendo le domande e le risposte mi è sembrato, invece, il contrario. Non capisco come si possa definire vuota una persona che analizza in maniera così intelligente e spietata la condizione del cinema italiano e che, soprattutto, comprende appieno il concetto di violenza nel cinema e nei fumetti. Casomai è il vostro intervistatore che, avendo una cultura del fumetto esclusivamente occidentale e non conoscendo i manga ed i cartoni giapponesi (cosa che la Bellucci, invece, dimostra di conoscere e capire), sbaglia in pieno nella comprensione delle sue risposte: il fumetto, come la violenza nel cinema e nella musica (e siccome scrivo per un webmagazine di heavy metal penso di capirne qualcosa di violenza musicale) non ha un etica "coordinata", cioè guidata nel dire cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma la racconta, l'esorcizza o la glorifica come atto estetico.
Comunque, ribadisco che la Bellucci ha risposto in maniera incredibile alle domande, diretta, brutale, intelligente e spietata, e penso che sia stata completamente fraintesa (come avviene per i manga, gli anime, i film horro e violenti e la musica metal) per scarsa apertura mentale.
Volevo solo comunicarvi la mia opinione, pronto a rispondere alla replica del vostro giornalista Marco Spagnoli, sempre che ve ne freghi qualcosa dell'opinione di un giornalista metal!!!!
Grazie per l'attenzione e buon lavoro
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