- Allora, figli di puttana, dov'è il fottuto traduttore del cazzo?

Bettie e Joan tornarono a rileggere il copione, Steve regolò la fissione della macchina da presa, Roy il droide di produzione, andò a prendere un quadrangolo, Sylus, il Chieviano, si mosse sui suoi tentacoli e spostò le luci di un quarto verso destra, Jessie...

L'uomo tuonò.

- PAZZI! SONO L'UNICO FOTTIMADRE CON UN CERVELLO?

Iniziò ad incazzarsi di brutto, il cuore artificiale pompò tanto di quel sangue nelle vene di gomma del collo che iniziarono a gonfiarsi come palloncini.

- DOVE... CAZZO... STA'... QUEL TRADUTT...spolc..scfff...sciuus...

La mandibola si staccò ed iniziò a penzolare dalla faccia, attaccata solo ad un angolo della bocca. Fiotti di saliva si susseguivano a ripetizione, inondandogli la camicia hawaiana. La vita della mascella era appesa ad un filo. Di saliva. Lou gli si avvicinò per salvare la situazione e la faccia. Anzi le facce. Quella dell'uomo che cadeva a pezzi, e quella che aveva perso davanti alla troupe.

- Quentin, Quentin, Quentin... Ma che diavolo mi combini?

Quentin lo guardò con l'aria triste.

- Sciff... sciacc... ciacc..

La mandibola penzolante tremolò di più, Lou gliela afferò al volo. Tirò fuori un biogiravite e iniziò a fissargliela alla faccia. La troupe guardava con il fiato sospeso. Avrebbero avuto qualcosa da raccontare stasera, seduti davanti ai loro Big Vit, in qualche sperduto McRyan.

- Quentin, te l'ho detto anche ieri. L'innesto della mascella è ancora fresco, ci hanno lavorato i migliori scienziati per conservare l'originale, e tu ora non puoi distruggerla per colpa di un pugno di idioti.

-Idioti. Si, idioti, hai ragione, scusa Lou, ma mi sono incazzato come una capra tibetana quando...

Gli mise un dito sulle labbra.

- Shhh. Lascia perdere, Continuiamo, vediamo come va la prossima scena.

- La prossima?

- Si, quella del cofano. L'abbiamo provata per tre ore questa mattina.

-Ok.

Si girò verso la troupe.

- Ok, ciucciacazzi. Tutti ai vostri posti. Scena 3, Chevy (bagagliaio) - mattina.

Jules e Vincent (in realtà Fry251 e Iugginh, due attori ormai sul viale del tramonto) presero posto accanto al bagagliaio.

- Scena 3 prima, motore, ciak, AZIONE!

Il bagagliaio della Chevy SuperNova è aperto, Jules e Vincent ci infilano le mani dentro, tirando fuori due .45 automatiche a doppio colpo, rinculo annullato e calcio computerizzato. Le caricano e le armano.

JULES: Dovremmo avere dei fucili ad impulsi, per queste cose.

VINCENT: Quanti sono?

JULES: Tre o quattro.

VINCENT: Compreso il nostro uomo?

JULES: Non ne sono sicuro.

VINCENT: Così ci potrebbero essere cinque tizi?

JULES: E' possibile.

VINCENT: Dovremmo avere dei fottuti fucili ad impulsi.

Chiudono il portabagagli.

Il calcio di un fucile ad impulsi colpì Vincent al cranio, spedendolo a terra.

- Te lo do' io il fucile ad impulsi!

Quentin gli era sopra e gli puntava il fucile alla base del collo tubolare, sotto il peso del fucile, Vincent (Iugginh) squittì di terrore, mentre una macchia di liquidi bluastri iniziò a bagnargli il pantalone nero in corrispondenza degli organi genitali.

La troupe paralizzata iniziò a muoversi.

- Mi sono rotto il cazzo di ripeterti di non guardare in macchina, quindi ora ti farò saltare questa testa di merda che ti ritrovi! La prossima volta col cazzo che guardi in macchina, ah, ah, ah!!!!

Tutto questo mentre cinque o sei persone (Lou compreso) cercavano di togliere il poverino dalle grinfie di Quentin. Era irremovibile. I chirurgi di Melpo avevano fatto un ottimo lavoro. Così ottimo che dodici braccia cercavano inutilmente di strappargli il fucile ad impulsi da mano (dove cazzo se lo era procurato, poi?). Quentin premette il grilletto giusto quando il legamento della spalla cedette, e sei persone si trovarono a terra con un braccio attaccato ad un fucile. Forse i chirurghi di Melpo non avevano fatto proprio un buon lavoro... Fatto sta, che il fucile aveva sparato e il colpo a salve aveva raggiunto in pieno volto il povero Iugginh, lasciandolo coperto di polvere blu e con il vestito parzialmente bruciato. Attimo di silenzio. Poi...