Harry Potter e la pietra filosofale

E' il film più atteso di questo Natale, sottratto com'è anche al paragone con Il signore degli anelli che - qui da noi - uscirà solo nei primissimi giorni del 2002. Una pellicola divertente, lunga due ore e mezza, sontuosa dal punto di vista visivo e francamente fragile sotto il profilo emotivo ed umano. Harry Potter e la pietra filosofale primo capitolo di quella che viene annunciata per essere una saga in sette episodi è un prodotto commerciale in cui nonostante la bravura degli attori, la bellezza delle scene e la qualità della realizzazione è l'elemento veramente fantastico a rimanere in disparte. La magia, quella vera, è soltanto una parola citata e ripetuta, ma non solo non viene mai davvero "sentita" dai protagonisti, ma nemmeno spiegata o sviluppata. Fedelissimo al testo, questo film del solito volgarizzatore Chris Columbus è incapace di trasmettere lo spirito di sogno (e vagamente mistico) presente nei libri. Un prodotto perfetto, ma senza alcuna vera passione. Nonostante i soldi, le interpretazioni e tutto il resto. Peccato. Soprattutto perché quello che alla fine sfugge è il vero senso di tutto. A che serve fare film così se non per denaro? Una buona motivazione certo, ma ci sono anche altri modi e altri tipo di pellicole. Questo Harry Potter è più una sorta di Shirley Temple che un topolino apprendista stregone.
Le situazioni potenzialmente più emozionanti sono "buttate là" senza approfondimento e dopo due ore e mezza di film è lecito affermare che ci si poteva attendere qualcosa di più. (MS)
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