Rispondono No
La guerra non risolve il problema, anzi lo acuisce. Non si sconfigge il terrorismo bombardandolo, occorre affrontarne i risvolti sia per via diplomatica, sia intervenendo sulle disparità economiche. Altrimenti avremo migliaia di morti in guerra, e altri grattacieli distrutti.
Sono operazioni di pura facciata che i signori della guerra prima "costruiscono" per loro motivi, poi demoliscono per loro motivi. Ne va di mezzo solo chi è innocente.
No, sebbene io non sia pacifista (senza la lotta al potere il popolo non avrebbe ottenuto la democrazia). Questa guerra è un vile bombardamento aereo senza troppi rischi che uccide anche migliaia di civili, lasciando il lavoro in prima linea a strumentalizzate alleanze locali.
Naturalmente sono contro questa guerra all'Afghanistan, primo perché, come tutte le guerre moderne, si sta rivelando un conflitto condotto attraverso il massacro di civili, e secondo perché anche quest'ultima "iniziativa" non è altro che propaganda condotta con altri mezzi.
Gli Usa che bombardano l'Afghanistan per estirpare il terrorismo sono come le madri isteriche, che, dopo aver indotto la disperazione nelle figlie a causa del proprio comportamento paranoico, pretendano di guarirle separandole dal mondo. In altri termini: se dobbiamo farla finita con il giudizio di dio, figuriamoci con quello degli uomini.
Meglio sistemare la questione palestinese, azzerare il debito del Terzo Mondo, attuare in esso politiche economiche non neoliberiste, isolare i talebani (embargo, oscuramento tlc), intensificare operazioni di intelligence mondiale e locali, di antiriciclaggio, il blocco di attività e conti bancari sospetti, di forniture d'armi. Lo so, non sono realista... Ma mi considero "terrestre" prima che "occidentale".
La guerra è sempre il male, mai la cura.
1) I problemi del terrorismo e del fanatismo non si risolvono a suon di bombe ma con diplomazia e intelligence, se si è bravi a farlo; 2) ne vanno di mezzo popolazioni civili inermi; 3) dietro le motivazioni ufficiali traspaiono aspetti loschi, quali il dominio dell'area petrolifera. Una guerra troppo sporca per essere d'accordo.
No alla guerra, a qualsiasi guerra. Motivo: dovremmo finalmente avere il coraggio di imparare a combattere i vecchi problemi con mezzi nuovi, adatti al nostro livello evolutivo, non con gli stessi sistemi di centinaia di migliaia di anni fa. Perché è inutile portarci continuamente sull'orlo di un precipizio evitabile e poi convincerci che è inevitabile saltare.
Sono contro le cosiddette "guerre giuste", definizione ipocrita perché la loro "giustezza" dipende solo da chi vince. Il che è diverso dal diritto di rappresaglia, anche questo peraltro giusto o ingiusto a seconda di chi risulta vincitore.
E' una resa dei conti tra gli Usa e loro antiche creature. Destabilizza aree già a rischio e genererà nuovo terrorismo.
Penso che l'Occidente dovrebbe guardare ai Paesi del Terzo Mondo seguendo progetti di sviluppo economico e non di sfruttamento.
La guerra non risolve i veri problemi. E' un pretesto per altri interessi riguardanti quella zona.
Pur essendo molteplici le motivazioni e complesso il discorso, in ogni caso la guerra non può e non deve essere mai considerata uno strumento politico, né tanto meno una via verso la pace.
Ancora una volta è una guerra di rapina, di espansione e controllo degli Usa e dell'Occidente su un'area del mondo.
Non c'è differenza tra buttare un aereo carico di gente su un grattacielo e bombardare una città. Non posso parteggiare per gli Usa, finché non sarò convinto che sono migliori dei loro nemici.
I fatti dell'11 settembre sono solo piccola parte delle motivazioni di una guerra per il controllo delle risorse energetiche che il Pentagono aveva già deciso da tempo. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto 2 coalizioni mondiali più una internazionale promossa dalla Nato, per schiacciare paesi del Terzo o Secondo mondo. Quali che siano le motivazioni vere o presunte, tutto ciò dovrebbe far sorgere in ogni persona in buona fede più di un sospetto.
Sono sfavorevole alla guerra, sfavorevole all'intervento dell'Italia. Ma non credete che la letteratura in quanto tale si attenga a parametri diversi di quelli di guerra/pace, buono/ cattivo?
I western all'afgana non mi piacciono.
L'azione cominciata da bin Laden è di fatto una "guerra mediatica" che tende a sospingere alla guerra santa i fanatici di tutto il mondo. Bombardare l'Afghanistan non significa liberarsi di loro, perché è stato dimostrato con l'attentato dell'11 settembre che essi sono già in mezzo a noi da tempo. Forse gli interventi su quella terra dovevano avvenire molto prima, occupandosi principalmente delle problematiche umanitarie e della convivenza pacifica tra la mescolanza di razze. Oggi, l'uccisione di bin Laden potrebbe equivalere alla creazione di un'icona da emulare. Se i media cominiciassero ad escluderlo da tutti i circuiti radio e tv, Osama si troverebbe definitivamente isolato, abbandonato e senza voce. Una morte, per lui, molto meno gradevole di quella a cui aspira.
Aderisco volentierissimo all'iniziativa e rispondo con un "no" che mi dispiace non poter scrivere a caratteri cubitali. Se poi qualcuno volesse fare un po' più sul serio e affittare una pagina di Urania, ci starei senz'altro!
Non credo nella guerra come metodo per risolvere le questioni internazionali. In particolare ritengo l'entrata dell'Italia in questa guerra strumentale e dettata da bassi motivi di audience politica. Cosa diranno il governo e l'opposizione quiescente quando cominceranno a tornare a casa i primi morti?
"A noi può sembrare strano, ma c'è oggi nel mondo un crescente numero di persone che non aspira a essere come noi, che non insegue i nostri sogni". L'Occidente dovrebbe riflettere su questa frase di Tiziano Terzani, se intende combattere il terrorismo eliminandone le cause. Mi pare molto opportuno (e anche bello) interpellare gli autori di fs (che è tutto quello che abbiamo detto nel volumetto degli atti del nostro convegno torinese) su un tema concreto, urgente, come questo.
No alla guerra... Benché venga da chiedersi quale sia il prezzo da pagare per sentire uscire musica da una radio, poter andare al cinema, vedere il sorriso di una donna...
Sono per il "no", un NO nitido e senza incertezze, ma comprendo chi, con crisi di coscienza e lacerazioni interiori, ha posizioni diverse. Terra è luogo complesso...
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