- Che cazzo dici? - sussurrò Passepartout nell'orecchio del mio servitore - Se quello è Robur io sono il Gabibbo!
- Shhhtt!! - lo zittì Consiglio - Non vedi com'è contento, quando gli do ragione?
Oh che caro ragazzo! Oh quale servile dedizione! Oh prima o poi gli spezzerò le ossa!
Con intrepido ardimento mi accostai al portellone dell'aeromobile e picchiettai con le nocche. Il viso del pilota apparve nel cerchio di vetro dell'oblò, che misurava al diametro nove pollici virgola due, ovvero ventotto centimetri, ossia due palmi e un terzo, o ancora seivirgolatrè barre cuneiformi babilonesi.
- Mio caro Robur! - dissi - Vi ricordate di me? Sono il professor Aronnax! Avete cambiato le fattezze del vostro velivolo, vedo. Che ne direste di offrire un passaggio a me e al quipresente signor Fogg, e ovviamente ai nostri servitori, che ci portiamo sempre dietro come fanno tutti i gentiluomini?
Mi parve di scorgere sul viso di Robur un accenno di perplessità. Anche il signor Fogg dovette coglierla, perché si affrettò a intervenire.
- Non ha importanza la vostra destinazione, sir. - assicurò - Basta che ci conduciate via da questo tristo luogo dove gli aerei non si alzano in volo... E che non perdiate i miei bagagli.
Il portellone si aprì.
- Avanti, salite. - ci venne detto - Ma fate in fretta.
Oh quale spirito nobile e disinteressato! Oh quale favore la Fortuna ci riservava! Mentre Consiglio e Passepartout caricavano a bordo le mie valigie e quelle del signor Fogg, io decisi di manifestare la mia riconoscenza regalando al Robur un souvenir del mio ultimo viaggio, un portasigari con il motto del capitano che aveva condotto Consiglio e il sottoscritto per tutti i mari del globo.
- Mobilis in mobile... - lesse l'intrepido pilota - Che cazzo è? Il motto dell'IKEA?
Oh quale sorpresa sentire il nobile Robur esprimersi usando tali volgari epiteti! In quell'istante, cominciai a paventare di aver commesso un terribile errore.
- Ma... voi siete o no Robur il Conquistatore?
Lui scosse sprezzantemente il capo. - Ahmed! Abdul! - esclamò all'indirizzo di due uomini barbuti in turbanti e abiti mediorientali - Prendete questi idioti e legateli a qualche sedile. Siamo molto in ritardo, dobbiamo decollare!
Oh quale infame trattamento dovemmo subire! Oh quale sorte oltraggiosa per gentiluomini di lignaggio quale il mio e quello del signor Fogg! Fummo legati strettamente a due poltroncine affiancate, Passepartout e Consiglio furono bloccati con cinghie alle nostre spalle, e subito dopo l'aeromobile si levò in volo.
- Temo, professor Aronnax, che quella di salire a bordo non sia stata un'idea così brillante. - sussurrò Fogg - Scommetto che non avremo neppure servizio a bordo.
- Secondo voi, chi sono questi ineducati e maneschi signori? - chiesi.
Lui scosse la testa. - Come posso saperlo? Non frequento gente simile.
- Naturalmente. - concordai - E' un vero mistero.
- Come piace a voi, signore. - disse alle mie spalle Consiglio - Tuttavia, posso aggiungere, insieme all'amico Passepartout, una sola considerazione?
- Ma naturalmente, caro ragazzo. Obiezioni, signor Fogg?
- Affatto. Che volete dire?
I due bravi giovani sembravano al limite della sopportazione. Risposero all'unisono. - Vogliamo dire che se voi due grandi signori vi degnaste qualche volta di sollevare il vostro augusto naso dai trattati enciclopedici di naturalismo o dalle tazze di tè dei vostri club del cazzo, scoprireste quello che succede nel mondo. Possibile che non abbiate sentito niente a proposito del terrorismo internazionale e dei dirottamenti aerei? Possibile che non capiate cosa sta succedendo?
Io e Fogg ci scrutammo perplessi. Quale insana malattia doveva aver colpito i nostri devoti servitori, al punto che osavano rivolgersi a noi in tal modo!
- Ma... Consiglio, Passepartout... cosa...?
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