Le opere più rappresentative
Ma dove l'immaginazione e l'abilità di Ballard raggiungono i loro vertici è sicuramente nel campo della narrativa breve, riferimenti artistici, immagini di paesaggi di desolazione che costituiscono lo specchio della desolazione dell'anima, deserti o località balneari in inverno, tutto viene da Ballard macinato e ricostruito in una narrativa fortemente simbolica, dove i quadri di Dalì o le sculture di Duchamp si mischiano alle immagini di giganti annegati in stato di putrefazione, alle ossessioni per lo scoppio della Bomba su Hiroshima e Nagasaki. Vermilion Sands, The Terminal Beach, The Disaster Area sono solamente alcune raccolte tra le più importanti di un autore che ha donato alla narrativa breve di fantascienza delle immagini di straordinaria potenza. Proprio nella forma del racconto, che Ballard definiva "romanzo condensato", venne sviluppato tra il 1966 e il 1970 il progetto che ebbe poi il nome di Atrocity Exhibition, (tit. it. La mostra delle Atrocità, Feltrinelli, Milano, 2001) in cui Ballard prese in esame il mondo come si stava venendo a costituire in quei giorni, un mondo mediatico in cui Marilyn Monroe, JF. Kennedy, Ronald Reagan e altri finivano per diventare il mondo. La televisione, la carta stampata, i tabloid, stavano iniziando quell'operazione di mistificazione, e di sostituzione della realtà con il mero pettegolezzo che oggi conosciamo molto bene. Ballard costruisce una serie di racconti intorno a queste tematiche, fondendole con le sue tematiche precedenti, mai abbandonate. La devoluzione e la follia, l'ossessione, si intersecano qui con quelle che erano le icone del mondo di allora e soprattutto con la morte di queste icone; l'assassinio di Dallas, la morte di Marilyn Monroe, momenti ossessivi per una generazione, si fondono con le ossessioni dei protagonisti di Ballard. Abbiamo un'operazione di asciugamento delle sovrastrutture letterarie, i protagonisti vengono ridotti a mere funzioni narrative, il folle, lo psichiatra non completamente sano, la vittima innocente, tornano con i nomi quasi identici da un racconto all'altro proprio perché non necessitano di una individualità. La stessa narrazione arriva praticamente a un grado zero, i racconti sembrano quasi, e occasionalmente ne assumono il linguaggio, resoconti di esperimenti scientifici, o cartelle mediche. Oggi forse potrebbe anche sembrare che l'effetto non sia tanto dirompente, ma dobbiamo riportarci al 1970, la prima edizione presso la casa editrice Doubleday venne inviata al macero immediatamente dopo la stampa per un ripensamento della direzione.
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