Sessant’anni fa, sir Arthur C. Clarke pubblicava un articolo che conteneva un’innovativa idea: quella di lanciare nell’orbita terrestre dei satelliti per favorire le comunicazioni via radio da e per ogni parte del mondo.
Clarke, durante la Seconda Guerra Mondiale, prestò servizio come radarista nella Royal Air Force. Terminata la guerra, il futuro scrittore inglese scrisse alcuni articoli di divulgazione scientifica, che anticipavano le tematiche della sua produzione letteraria. Tra questi, c’era anche quello intitolato, Extra-Terrestrial Relays, pubblicato sul numero di ottobre del 1945 della rivista Wireless World. Nell’articolo, l’autore di Le sabbie di Marte, univa la tecnologia del radar, delle comunicazioni via radio e quella missilistica, immaginando la possibilità di posizionare satelliti in orbita geostazionaria per trasmettere in qualsiasi parte del mondo segnali radio.
Quando nel 1957, i russi lanciarono il primo satellite in orbita, lo Sputnik, tale idea sembrò concretizzarsi, ma Clarke dovette aspettare il 1965 per veder realizzata la sua idea.
Nel 1969, l’INTELSAT, il consorzio internazionale costituito nel 1964 da 11 Paesi per fornire servizi di telecomunicazione via satellite a livello mondiale, completò una serie di lanci, proprio prima dell’atterraggio sulla Luna dell’Apollo 11, e l’orbita in cui furono posizionati i satelliti venne ribattezzata orbita Clarke.
Proprio per questa sua preveggenza scientifica, Clarke venne chiamato a commentare l’allunaggio sulla Luna, insieme al famoso giornalista americano Walter Cronkite.
Clarke è per tanti appassionati di fantascienza, lo scrittore di una science fiction tecnologica, che è stata definita hard. Nato nel 1917, è autore di oltre 50 libri, tradotti in 30 lingue diverse. Laureato in fisica e matematica, è stato presidente della British Interplanetary Society. Nel 1986 ha ricevuto il titolo di Grand master della Science Fiction Writers of America.
Il suo nome è la sua fama sono legati anche a quel capolavoro cinematografico che è 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick. È suo, infatti, il racconto (Sentinel) dal quale, insieme al regista, ha tratto la sceneggiatura della pellicola.
Allo scrittore inglese, che da molti anni vive nello Sri Lanka, col senno di poi - visti i suoi successi come scienziato e scrittore - non possiamo che augurargli “buon compleanno” e ancora cento di queste idee.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID