È proprio il fondatore del Media Lab del Mit (Massachussets institute of technology), Nicholas Negroponte, a proporre il progetto di alfabetizzazione informatica nei paesi in via di sviluppo, con la realizzazione di un portatile a basso costo.
Si tratta di un notebook per bambini da 500 Mhz e un giga di memoria, con uno schermo da 12 pollici, che utilizzerà il sistema operativo Linux.
Potrà essere acquistato al prezzo di 100 dollari solo dai governi che si occuperanno della distribuzione. L'energia sarà fornita al sistema con normali batterie o prese di corrente, oppure con una ricarica a molla inserita su un lato dei notebook.
Una sfida coraggiosa che potrà accrescere le aspettative di milioni di giovani cresciuti nei paesi in via di sviluppo. Il progetto prevede la realizzazione di portatili efficienti, con la possibilità di connettersi ad Internet e di sfruttare le funzioni multimediali presenti all’interno. A costo esiguo, Negroponte vuole dare uno strumento indispensabile per chi voglia vivere appieno nel XXI secolo, ragazzi del Terzo Mondo compresi.
Attualmente tre aziende si sono proposte per investire nell’iniziativa una cifra iniziale di due milioni di dollari a pezzo, come sponsor del progetto “un computer per bambino”: si tratta della AMD, Advanced Micro Devices di Sunnyvale, di Google e della News Corporation, il gruppo di Rupert Murdoch.
Il design e le funzioni saranno il più simili possibile ai computer portatili attualmente in commercio, così da essere praticamente indistinguibili. Ovviamente per mantenere i costi bassi saranno dotati di processori più lenti e di una memoria limitata, oltre che da software a livello base. Più difficile sarà la realizzazione di un display a basso consumo e basso prezzo. Oltre a questi dettagli in fase di definizione vanno aggiunti l’accesso Wi-Fi e le porte USB.
Sono già stati realizzati due prototipi, mentre le unità test saranno pronte per la distribuzione entro la metà del 2006.
Uno scoglio più difficile da superare per il problema globale del digital divide rimane la mancanza di corrente elettrica e l’accesso a Internet nei paesi in via di sviluppo. Una soluzione di Negroponte e colleghi, è stata pensata almeno in teoria: i notebook potranno comunicare tra loro in una rete peer-to-peer, anche se questo non abbatte i problemi di connettività e rete elettica.
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