Un giovedì mattina Arthur Dent se ne sta sdraiato in una pozzanghera fangosa proprio davanti alla sua casa, cercando di impedire che un bulldozer la demolisca per consentire la costruzione di una tangenziale. In quello stesso giovedì mattina nella ionosfera terrestre si muovono, inosservate, le enormi astronavi della Flotta Costruzione Stradali Vogon che si accingono a demolire la Terra per lasciar passare un’autostrada iperspaziale, operazione necessaria per favorire lo sviluppo delle zone più remote della galassia. Fortunatamente per il signor Dent il suo amico Ford Prefect è un alieno da qualche tempo sul nostro pianeta per conto della Guida Galattica per gli Autostoppisti, indispensabile strumento di conoscenza per chiunque voglia cercare di orientarsi almeno un po’ un questo straordinario e per molti versi incomprensibile universo. Grazie all’intervento del suo amico Ford il signor Dent ha se non altro il tempo di arraffare un asciugamano, prima che il vuoto interstellare riempia lo spazio che era precedentemente occupato dalla Terra. Mentre i due amici si danno frettolosamente all’autostoppismo spaziale e vengono raccolti tramite raggio trasportatore a bordo di una delle navi Vogon, sul limite opposto della spirale della galassia Zaphod Beeblebrox, avventuriero e truffatore nonché Presidente del Governo Galattico Imperiale, si appresta a rubare il Cuore d’Oro, rivoluzionaria astronave che si sposta nello spazio grazie all’innovativa Propulsione d’Improbabilità Infinita. Vista l’alta improbabilità di un loro incontro è piuttosto evidente che le loro strade finiranno per unirsi, conducendoli ad un’avventura che, tra le altre cose, rivelerà anche La Risposta. A cosa? Alla vita, all’universo, a tutto quanto...
Nata come serie radiofonica della BBC la Guida Galattica per gli Autostoppisti è diventata col passare degli anni un grande fenomeno editoriale, dando vita anche ad altre incarnazioni, teatrali, televisive e cinematografiche. Sorretta da un umorismo assurdo, asciutto, prettamente britannico e da dialoghi deliziosamente nonsense, la Guida Galattica è una lettura indispensabile per chiunque voglia addentrarsi nel campo, a dire la verità neanche troppo vasto, della fantascienza umoristica. E' un libro simpaticamente folle, sempre in bilico tra parodia e sberleffo, spassoso e senza pretese ma non per questo privo di spunti e riflessioni molto intelligenti, riuscendo a diventare un titolo di culto anche ben oltre i confini anglosassoni. Da questo romanzo è stato tratto un film cinematografico prodotto dalla Touchstone Pictures (una divisione della Disney) e uscito nel 2005.
L’autore: Douglas Adams era nato a Cambridge, nel Regno Unito, l’11 marzo 1952. Fu produttore e autore di vari programmi radiofonici e televisivi, collaborando anche alla stesura di alcuni copioni per la serie tv Doctor Who. La consacrazione arrivò nel 1978 con la trasmissione radiofonica della sua Guida galattica per autostoppisti poi diventata una serie di romanzi. I seguito sono: Il ristorante al termine dell’universo (1980), La vita l’universo e tutto quanto (1982), Addio e grazie per tutto il pesce (1984) e Praticamente innocuo (1982). Tra le altre sue creazioni l’investigatore olistico Dirk Gently di cui in Italia un romanzo è stato pubblicato da Rizzoli. L’autore è morto l’ 11 maggio 2001, a Santa Barbara in California, in seguito a un attacco cardiaco. Il suo romanzo incompiuto Il salmone del dubbio è stato pubblicato da Mondadori nel 2002.
L’estratto: “Un computer cicalò fra se, allarmato, quando si accorse che un compartimento stagno era stato aperto e poi richiuso senza nessuna ragione evidente. In effetti la Ragione non c’era, perché era andata un attimo a farsi un bagno. Così, un buco era appena apparso nella galassia. Apparve solo per un nientesimo di secondo, e il suo diametro era di un nientesimo di un centimetro, e fra la sua apparizione e la sua scomparsa passarono milioni di anni luce. Poco prima che si richiudesse, uscirono da esso un mucchio di capelli di carta e di palloncini, di quelli che si usano durante le feste. Volarono via anche trentanovemila uova fritte, che si materializzarono in un mucchio barcollante su una terra colpita da carestia, ovvero Poghril, nel sistema di Pansel. Purtroppo tutta la tribù di Poghril era già morta di fame a eccezione di un uomo, che morì per avvelenamento da colesterolo alcune settimane dopo l’arrivo delle uova fritte. Il nientesimo di secondo che occorse al buco per aprirsi e chiudersi si ripercosse avanti e indietro nel tempo nel più improbabile dei modi. Da qualche parte, nel passato profondo remoto, traumatizzò un gruppetto di atomi che vagavano a casaccio nella vuota sterilità dello spazio, e li indusse a stringersi insieme secondo il più straordinariamente improbabile degli schemi. Questi schemi impararono ben presto a riprodurre se stessi (il che faceva parte dell’estrema inverosimiglianza degli schemi stessi) e si misero a provocare gravi guai su tutti i pianeti che toccavano. Fu così che cominciò la vita nell’Universo.”
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