Ancora una volta la fantascienza entra di prepotenza nel mondo della ricerca scientifica. Lo scorso giugno abbiamo dato notizia di una ricerca volta a demolire la teoria dei wormhole come porte del tempo utilizzabili deterministicamente. Adesso un ricercatore israeliano del Technion Israel Institute of Technology, Amos Ori, guida l'offensiva dei 'possibilisti'. La Physical Review Letters, prestigiosa testata della Società americana di fisica, pubblica nel numero dell’8 luglio 2005 un suo articolo nel quale è illustrato un modo per compiere un salto nel passato. Per rendere possibile l'escursione nella Storia, sarebbe sufficiente un'astronave che si avviti intorno al potente campo gravitazionale di un buco nero. Per quanto non sia proprio dietro l'angolo, la soluzione rende però possibile sotto il profilo teorico il viaggio nel tempo controllato, possibilità che aveva ricevuto un duro colpo dalla ricerca di Roman Buniy e Stephen Hsu dell'Università dell'Oregon (per recuperare la notizia del Corriere della Fantascienza, cliccare sul link delle risorse in rete).
I viaggi nel tempo, in realtà, vengono visti con un misto di riverenza e scetticismo dagli scienziati, almeno da quando la Teoria della Relatività Ristretta di Albert Einstein (della quale quest'anno ricorre il centenario) rese popolare quello che sarebbe passato alla storia come "paradosso dei gemelli". Il paradosso svela in termini molto semplici come il tempo di un sistema che si muova a velocità vicine alla velocità della luce (nel campo delle cosiddette velocità relativistiche e ultrarelativistiche), rallenti fino a fermarsi in corrispondenza del limite irraggiungibile della velocità della luce. Un astronauta che partisse quindi per un viaggio spaziale a velocità prossime a c, lasciando sulla Terra il suo gemello, di ritorno dopo la sua missione lo troverebbe decrepito, mentre per lui sarebbe trascorsa solo una frazione del tempo realmente vissuto sulla Terra. Il fenomeno, noto agli addetti ai lavori come "contrazione relativistica dei tempi", è stato verificato con orologi atomici posti su satelliti artificiali o attraverso l'osservazione di particelle elementari accelerate a velocità ultrarelativistiche. Il viaggio nel futuro, quindi, appare possibile a patto di accettare la sua irreversibilità. E il viaggio nel passato?
Accantonata la teoria dei cunicoli spazio-temporali di Paul Davies a cui accennavamo sopra, Amos Ori indica una soluzione tecnica che non ha mancato di suscitare entusiasmi e - come sempre - diffidenze nel mondo scientifico. Secondo i suoi studi basterebbe spingere un'astronave dentro il toroide (in termini umani... "una ciambella") prodotto dalla chiusura delle linee gravitazionali intorno a un oggetto massivo, che può essere una stella sufficientemente grande o, preferibilmente, un buco nero. A ogni giro nel toroide, secondo i calcoli dello scienziato, si scivola di un po' indietro nel tempo, verso il passato. Potrebbe questo essere il punto di partenza di una nuova, esclusiva forma di turismo temporale, per quanto si aprirebbero allora sconfinati scenari davanti alla fantasia degli appassionati di paradossi storici. Sempre che non si voglia credere che la Pattuglia del Tempo, resa celebre da Poul Anderson nel suo ciclo di racconti su Manse Everard, vigili su di noi e sulla Storia.
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