Non saranno i replicatori di Star Trek, ma nemmeno pillole e tubetti da succhiare. Quello che la ADF - Alain Ducasse Formation e la GEM hanno studiato è infatti una vera e propria serie di ricette che gli astronauti potranno assaporare in vista di prolungate permanenze nello spazio. Lo studio, promosso dall'Agenzia Spaziale Europea, è inteso soprattutto a vagliare le possibilità alimentari in prospettiva di una futura missione su Marte che durerebbe qualche anno. I problemi fondamentali che gli chef hanno dovuto risolvere sono stati innanzitutto la scelta di un certo numero di ingredienti base che possedessero la necessaria gamma di principi nutritivi necessari al benessere dell'equipaggio. In secondo luogo, che i medesimi ingredienti fossero gradevoli e capaci di essere combinati in maniera da dare luogo a piatti diversi. Infine che fosse possibile per gli astronauti coltivare tali ingredienti durante il loro viaggio. Non solo, infatti, è impensabile che un equipaggio possa portare con sé le provviste necessarie per una missione lunga anni, ma è fondamentale che possa essere autosufficiente per almeno il 40% delle provviste affinché le coltivazioni in questione, effettuate in opportune serre, contribuiscano anche al fabbisogno di aria e acqua necessarie alla sopravvivenza dell'equipaggio.
Gli ingredienti base che i cuochi hanno scelto in collaborazione con l'ESA sono nove, otto dei quali assai comuni: riso, cipolle, pomodori, soia, patate, lattuga, spinaci e grano. La spirulina è invece l'ultimo e più insolito degli ingredienti. Si tratta di un'alga verde-azzurra ricchissima di sostanze nutritive con un elevato contenuto di proteine (il 65% del peso), calcio, carboidrati, lipidi e vitamine varie. In vendita sotto forma di tavolette anche nelle normali erboristerie, la spirulina è stata scelta per le sue qualità di super integratore nutrizionale a largo spettro, in grado di coprire il fabbisogno dei più importanti elementi energetici fondamentali per la vita. Con questi ingredienti, le ricette proposte dai cuochi spaziano quindi da gelatina di pomodoro verde con pane marziano, a gnocchi di spirulina, a mille-foglie di patate e pomodori.
Del resto, come ha sottolineato Christophe Lasseur, responsabile dell'ESA nello studio dei supporti vitali e nel riciclaggio e nella produzione di aria, acqua e cibo per le missioni spaziali di lunga durata, del buon cibo non è necessario solo per sopravvivere ed essere in forma, ma "è potenzialmente in grado di fornire un importante supporto psicologico per un equipaggio che deve stare lontano dalla Terra per anni".
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