Dopo l'entusiasmo che ha circondato il progetto nel corso delle fasi iniziali del suo sviluppo, l'adattamento cinematografico di Watchmen si trova attualmente ad attraversare cattive acque. La Paramount, detentrice dei diritti, ha infatti cancellato dal suo scheduling il film, che era in pre-produzione sotto la direzione di Paul Greengrass, già regista dell'acclamato Bloody Sunday e dell'action movie The Bourne Supremacy. La sceneggiatura di David Hayter (X-Men, X2) è ormai pronta da diverso tempo, malgrado l'effettiva problematicità della trasposizione che Hayter, stando a quanto da lui stesso dichiarato, avrebbe risolto scomponendo la storia nei suoi elementi fondamentali, conservando l'essenza dell'opera originaria. La graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons, con il suo spirito per niente politically correct e la sua costellazione di personaggi e storie, non era certo tra i fumetti più facili da condensare in una pellicola di due ore. Superlativi, per esempio, sono tutti i suoi personaggi, ciascuno con la sua storia di soprusi e abusi fatti e subiti alle spalle: come non ricordare le idiosincrasie del Gufo Notturno, la trascendenza "atomica" del Dr. Manhattan, la violenza brutale del Comico e, soprattutto, il rigore giustizialista di Rorschach, supereroe talmente indaffarato a combattere l'illegalità da non permettersi il lusso di sprecare parole inutili.
Attraverso questo manipolo di figure forti e per nulla stereotipate, come pure attraverso la galleria di personaggi di contorno che si muovono ai margini della storia, dall'edicolante ai fascisti del New Frontiersman, Alan Moore si interroga sul ruolo del supereroe, mettendone in discussione le caratteristiche che ne hanno fatto un punto di riferimento della cultura popolare, portando un affondo lucido e spietato all'inconsistenza del sogno americano. Da queste poche parole traspare la complessità di un lavoro ambizioso e, probabilmente, la velleità degli sforzi della produzione di distillarne lo spirito in un film di due ore. Variety fa comunque sapere che il titolo sarebbe in fase di discussione presso altri studi e annovera come fattori determinanti nell'abbandono della Paramount il recente cambio al vertice della major (con la sostituzione di Donald De Line con Gail Berman alla presidenza) e il budget stanziato di 100 milioni di dollari, ritenuto troppo esoso per la nuova politica della compagnia. Dal canto nostro, nelle vesti di semplici ammiratori dell'opera di Moore, non possiamo non tirare un sospiro di sollievo a un simile annuncio: troppo alto era il rischio per un lavoro di simile spessore di essere ridotto ad un semplice contenitore di azione, svuotato della sua sostanza e della sua profondità nel cogliere lo spirito di una civiltà alla deriva (lo Zeitgeist di sterlinghiana memoria), sorte a cui pare invece destinata V for Vendetta, l'altra graphic novel di Moore attualmente in lavorazione per la Warner Bros.
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