Non ci doveva essere molto spazio nell’Arca di Noè, e magari neanche un gran bell’odore. Ma, viste le circostanze, o sopportare o affogare. E, stando alla Bibbia, tutti i rappresentanti degli animali del mondo sopportarono e si salvarono dal diluvio universale. Adesso c’è chi vuole ficcare nella sovraffollata Arca, già a rischio Titanic per motivi di peso, pure i dinosauri. “Dio li salvò dal diluvio universale facendoli salire sull'Arca di Noè”, garantiscono i curatori del New Museum of Earth History, sorta di parco di divertimenti con aspirazioni pseudo-scientifiche che ha recentemente aperto i battenti in Arkansas e facente parte della Creation Truth Foundation, “un’organizzazione creazionista fondata sulla Bibbia che ha lo scopo di glorificare Dio.” Della serie che cosa non si fa pur di attirare un po’ di turisti in mezzo al niente, ovvero ad Eureka Springs.

L’intento dichiarato è quello di dimostrare “scientificamente” (le virgolette sono d’obbligo) che quanto scritto nella Bibbia è ne più ne meno quanto è accaduto realmente agli albori della storia dell’uomo. I credenti più intelligenti e meno fanatici hanno sempre condiviso l’idea che la Bibbia parlasse alle genti per metafore, e che quando vi si leggeva che Dio creò Tutto Quanto in 6 giorni questo non andasse preso alla lettera e che avrebbe benissimo potuto rappresentare 6 secoli o 6 milioni di anni. Oggi l’ondata crociata del neofondamentalismo religioso porta molti a rivedere anche queste tesi: tutto quanto è scritto nella Bibbia è La Verità e pertanto tutto deve essere preso alla lettera. Queste prese di posizioni pare stiano prendendo sempre più piede negli Stati Uniti, un grande paese nel quale il 60% dei cittadini pensa che la Bibbia sia un libro di storia (rilevamento 2004) e dove il 55% degli stessi, stando ad un recentissimo sondaggio commissionato dalla CBS, ritiene che il darwinismo sia, più o meno, una balla. Il creazionismo è dunque in gran voga ed ecco all’uopo aprire al pubblico questa nuova sezione del “parco teologico” a matrice cristiano-tradizionalista fondato 40 anni fa da un fervente pastore protestante.

Entrando nel parco si possono ammirare ricostruzioni più o meno dettagliate dell’Eden, della Torre di Babele, dell'era glaciale, del diluvio universale, sino ai dinosauri. Questi ultimi da Jurassic Park in poi sono popolarissimi più che mai, soprattutto tra i bambini, dunque si è pensato bene di metterli nel gran calderone “teo-pseudo-scientifico” del parco. Queste simpatiche e spesso gigantesche creature, di cui si parla diverse volte nel Vecchio Testamento col nome ebraico di “grandi lucertole” o “grandi draghi”, nel libro di Giobbe vengono indicate come contemporanee degli umani e quindi il museo ha commissionato una serie di repliche esatte di scheletri di dinosauri vari con cui impressionare il proprio pubblico. Gli animaloni si sarebbero salvati grazie all’enorme zoo galleggiante del buon Mosè per poi estinguersi successivamente a causa di cambiamenti climatici e del territorio a loro disposizione. Peccato che, stando ai dati scientifici a disposizione, gli ultimi dinosauri si sarebbero estinti circa 65 milioni di anni fa mentre il primo tipo di ominide, l’Autralopitecus Afarensis, passeggiava sulla Terra circa 5 milioni di anni fa. C’è dunque un piccolissimo lasso temporale di circa 60 milioni di anni, ma i responsabili della CTF non se ne preoccupano affatto di questa...piccola incongruenza. Dal momento che, infatti, il Vecchio e il Nuovo Testamento sono ispirati dal Divino sono quindi infallibili in tutti i temi che trattano, scientifici, storici, morali e teologici. Ne deriva dunque che la Bibbia è “verità scientifica e teologica inconfutabile.”

Si affianca a questo assoluto indiscutibile a base di Verità Bibliche chi se la prende con il metodo della datazione dei fossili tramite la prova del Carbonio 14, bollato come “inaffidabile” dall’Institute for Creation Research. È quello stesso, fastidioso carbonio 14 che già ha creato grave imbarazzo alle autorità ecclesiastiche sul finire degli anni ’80, quando fu utilizzato per cercare di stabilire a che epoca risalisse la tela della Sacra Sindone, una delle reliquie più spettacolari della cristianità. Il verdetto fu che quel tessuto risaliva a non prima del 1260, dunque per ovvii motivi non poteva aver avvolto il corpo di Gesù Cristo. La presunta inaffidabilità di tale metodo di datazione dei reperti organici è dunque richiamata in causa ogni qualvolta ci si imbatte in un dato che non combacia con questo o quell’aspetto legato al credo religioso.

Non possiamo non accennare al versante italiano della diatriba, rappresentato nientemeno che da Letizia Moratti, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Durante un’intervista rilasciata al settimanale L’Espresso le è stato chiesto se l’evoluzionismo si studierà nelle scuole italiane, o no. Il ministro ha detto di aver ricevuto le raccomandazioni in tal proposito della commissione presieduta dalla senatrice Premio Nobel Rita Levi Montalcini ed ha concluso, sprezzante del pericolo, che “l’obiettivo principale della nostra riforma è quello di creare coscienze libere, sviluppando il senso critico degli allievi. Per far questo dobbiamo assicurare ai ragazzi pluralità di fonti e di opinioni.” Nobile intento. Speriamo solo che venga messo in pratica tenendo ben presente che l’ora di scienze è cosa ben diversa da quella di religione.