di

Luigi Pachì


Ma come affrontare i pericoli e le insidie della spazzascienza? Come riconoscere un romanzo quantomeno decente da una nefandezza allo stato puro? Abbiamo chiesto un po' di pareri in giro, in Italia e all'estero.

Fatta questa doverosa macroanalisi, che non ha nessuna pretesa di rappresentare un campione ben preciso, ma soltanto uno spunto alla discussione, vediamo come viene vissuta la trash sf da alcuni esponenti della fantascienza internazionale. Nonostante il delicato argomento abbiamo dei commenti che ne definiscono l'approccio. Per esempio Rudy Rucker, uno dei maggiori esponenti del cyberpunk, mi ha detto che lui non riesce a leggere fantascienza "scritta male". Di fatto se dopo alcune pagine un romanzo di SF non gli piace lo abbandona e, di conseguenza, non saprebbe proprio quale titoli indicarmi nella categoria "Spazzascienza". Peccato, da lui mi aspettavo una lista di classici e invece non ha osato... Anche Terry Prachett scantona l'argomento e mi racconta che si tratta di un argomento dal quale un "bravo ragazzo" come lui dovrebbe starne lontano.

Maggiore riscontro me lo da Joe Haldeman che afferma: "L'argomento è affascinante, ma sono la persona meno adatta per risponderti. Non leggo neppure la seconda pagina di un libro che non mi piace. Sono accerchiato solo da "buoni" libri di SF e sono passati almeno 40 anni da quando ne ho letto uno pessimo. Quando sei giovane è più facile scoprire che un libro non è bello solo quando sei arrivato in fondo, e in ogni caso oggi non sarei in grado di ricordarne il titolo. Mia moglie però mi ha appena ricordato di segnalarti il metodo denominato "Fool-proof Method" per riconoscere i libri scritti male. Mi pare d'averlo appreso da Bob (Wilson) Tucker. La metodologia è piuttosto semplice, ma assai valida. Non leggere mai la prima pagina. Questa potrebbe essere stata scritta e riscritta mille volte fino a quando il risultato è ottimale. Lascia quindi da parte pagina 1 e vai direttamente alla 101, leggendone il primo paragrafo. Se quest'ultimo è ben scritto l'intero libro lo sarà probabilmente tutto." Bravo Joe, grazie per l'idea. Sono certo che terremo conto di questo consiglio quando ci troveremo in libreria e dovremo acquistare un libro di SF nuovo in mezzo a tanti.

Un altro esponente del cyberpunk, Bruce Sterling, mi dice che "la vita è troppo breve per permettersi di leggere 'cattiva' fantascienza. Se oggi mi trovo tra le mani un libro di sf pessimo lo abbandono dopo solo due pagine". Questo significa, se non altro, che Sterling non utilizza il "Fool-proof Method" di Haldeman.

Quindi possiamo affermare che i professionisti non si sbilanciano più di tanto e la gara tra loro è più che altro su chi abbandona prima la lettura di un romanzo di sf trash (chi una pagina, chi due).

Una visione più complessa, che non emerge nemmeno dagli esempi che vi ho presentato precedentemente, ci arriva invece da David Brin che mi racconta: "Naturalmente ho letto molta fantascienza scritta male, come per altro ci sono cattivi esempi in tutte le aree artistiche. Ma non mi lamento se esistono autori più o meno dotati stilisticamente. Quello che trovo offensivo è una certa attitudine che si trova in certi lavori fantascientifici. Vediamo di cosa si tratta:

1) Quando il feudalismo è buono. Si tratta di un campo della letteratura da aborrire basato sulle premesse di apertura, opportunità e cambiamento. Per non citare l'innumerevole lista di romanzi fantasy (e molti di SF) nei quali il figlio del Re dovrebbe battersi con l'oscuro signore di turno. O quando la nascita determina chi e cosa diventerà il personaggio del libro da grande, o quando la tecnologia rappresenta il demonio e noi tutti dobbiamo fuggirne, come selvaggi pastori. E che dire di quando la figlia di un contadino inventa la cura del cancro o un'astronave?

2) La sindrome di Übermensch. Nel romanzo Slan (di Alfred E. Van Vogt, nda) e in molte altre storie popolari si nota la tendenza dell'autore a mantenere le masse statiche. Soltanto un genio mutante può cambiare il corso e l'evoluzione dell'umanità, rappresentandone la fase successiva. Che insulsaggine! Re, preti e guru hanno sempre recriminato questo ruolo e molti l'hanno fatto dicendo tante bugie. Il nostro progresso è stato raggiunto grazie alla cooperazione di milioni di persone colte, che hanno lavorato duramente e persone ricche di intuito.

3) L'utopia emerge da un olocausto. Non vedo nulla di male nelle utopie in generale... sebbene tendano ad essere predicatrici. Quello che trovo contestabile è che molte di esse - specialmente le utopie femministe di Tepper, Charnas, ecc. - emergono quasi sempre da una guerra o da una piaga che ha ucciso il 99% dell'umanità e ha distrutto la civilizzazione. Al di fuori di questo caos, "accidentalmente" emerge il mondo che l'autore vuole vedere. Innanzitutto questa ossessione mi dice qualcosa al riguardo della psicologia degli autori. In secondo luogo si tratta di utopie passive, desideri puri dell'autore, anziché programmi che realmente raccomandano qualcuno di provare a realizzare quanto descritto. Ciò è profondamente dannoso per la letteratura fantascientifica e anche piuttosto patetico. Preferirei leggere (e scrivere) racconti su persone che rivendicano i loro destini disegnando e costruendo un mondo migliore."

Come noterete David Brin prende l'argomento seriamente, molto di più di quello che ho fatto io nel portarvi degli esempi di brutta fantascienza.

Visioni italiane

Un approccio ancora diverso è quello dello scrittore Luca Masali che interpellato per l'occasione ci presenta il suo parere sotto forma di gioco che riassumo qui di seguito per i lettori di Delos Science Fiction:

"Giochino: nessuno degli autori e dei titoli qui messi alla berlina è citato! Riuscite a individuarli tutti? Gioco a premi: chi indovina per primo vince, udite udite, numero una copia omaggio del peggior romanzo mai pubblicato in Italia: Ithaqua il Mostro! Inviare le risposte a: luca_cris@iol.it

Fa fede il MIO orologio di sistema (non fate i furbini, neh?) Infilate nella risposta il Vostro riverito indirizzo, affinchè io possa spedire lo sciagurato capolavoro.

P.s.: Luigi Pachì, Silvio Sosio, Franco Forte, il Vic ed Elethiomel sono esclusi dal concorso per comprovata e reiterata eccessiva competenza. Lasciate qualcosina anche agli altri, brutti mostri viola!

Io... Ho letto... Ho letto cazzate che voi umani non potete neanche immaginare!

Le mie budella si sono torte vedendo uomini fossili andare a spasso per i Monti Catskill, oggetti di uso comune migliorarsi con l'uso, al punto che un cacciavite è diventato un aereo! Ma questo è niente, a volte l'imbecillità è così assoluta da rasentare le vette dell'arte, come quando un gruppo di fessacchioni relegati da alieni cattivissimi in un pianeta lontano si costruiscono dal niente una bella astronave e se ne vanno per i fatti loro, anzi no, peggio, vanno a spaccare la testa dei summenzionati alieni... o quando Maometto si fa monaco cristiano, o un branco di yuppy stakanovisti geneticamente taroccati per non dormire mai diventa immortale e decide che chi non lavora non mangia... Beh, questi perdoniamoli, va là! A forza di non dormire chi non diventerebbe stronzo? Questi fulgidi esempi di anoressia intellettuale si commentano da soli, quando non irritano i nervi alla peggio fan dormire. Più divertente è vedere la nochalance con cui autori a corto di idee sorvolano sull elementari leggi di natura...

Se in un giardino ficchiamo degli omettini piccolipiccolipiccoli va benissimo, è un'idea carina. Un pò meno bene va quando questi, a corto di idee, cominciano a usare un ramoscello per spaccare la testa delle formichine... Bravo te, e la massa dove la mettiamo? Con la massa del ramoscello potrai al massimo carezzare dolcemente la testolina mirmecea, prima che il giustamente incazzato insetto ti tagli in due con le mandiboline piccoline e affilatine. Anche chi va troppo a spasso nel tempo rischia grosso... Esiste un racconto che parla di una colonia penale, posta in un passato remotissimo: addirittura l'Ordoviciano, Era in cui le terre emerse non erano ancora state colonizzate dagli animali e dalle piante, mentre c'era una discreta fauna marina a base di trilobiti, ammoniti e schifose bestiacce consimili. Il cuore della storiella riferisce come ad un certo punto la colonia viene smobilitata a causa dell'incivilirsi dell'opinione pubblica, e i carcerati ritrasferiti nel nostro tempo. L'ultimo uomo che decide di fermarsi nell'Ordoviciano ha però nelle sue mani (o meglio nel suo piede destro) il destino di tutta l'umanità, perchè mentre passeggia per la spiaggia primeva nota un trilobite che faticosamente esce dal mare, epigono dei successivi suoi fratelli che avrebbero conquistato i continenti, evolvendosi in dinosauri, scimmioni e uomini. Dopo lunghe riflessioni il nostro eroe decide (bontà sua) di non vendicarsi spetasciando l'animaletto. A parte la fesseria evoluzionistica, di un'ingenuità quasi sconcertante, l'autore avrebbe dovuto considerare che in quell'epoca dominata dalle alghe cianofite l'atmosfera del Pianeta Azzurro era quasi solo metano e ammoniaca, con pochissimo ossigeno libero, quindi i suoi galeotti avrebbero dovuto quantomeno indossare delle tute spaziali, non i camicioni a striscie recuperati dalla svendita di Alcatraz!"

Vorrei infine lasciare la parola all'esimio scrittore, curatore, traduttore Vittorio Curtoni che davanti a questo ostico argomento non si tira per nulla indietro e commenta come segue:

"Di pirlate in fantascienza ne sono state scritte tante, ma tante. Come, suppongo, all'interno di ogni altro "genere" letterario, dal mainstream in giù. Forse io personalmente ne ho lette più in fantascienza che altrove perché ho letto troppa fantascienza... Ognuno nella vita si becca le sfighe che si merita. Io mi sono beccato questa! E' probabile che sul conto del mio karma personale ci siano molti debiti da saldare dalle esistenze precedenti, e quindi giù fantascienza a tonnellate! Comunque... Comunque, c'è una bella differenza tra il leggere orrori vari e il doverli tradurre. Il lettore ha sempre aperta l'opzione di lanciare il libro dopo le prime due pagine, darlo da mangiare al cane, infilarlo nel tritarifiuti, eccetera. Il traduttore no: per quanto gli venga da vomitare, dandosi il caso che lo fa per mestiere & necessità di sopravvivenza quotidiana, deve andare avanti sino alla fine. Credetemi, a volte può essere allucinante. Fidatevi se ve lo dice uno che in vita sua ha tradotto dai 300 ai 400 libri (e chi se lo ricorda più?). Sicché, dovendo parlare di opere particolarmente schifose, idiote, indecenti, mi prendo la libertà di commemorare non cose che mi sono limitato a leggere, ma testi che ho dovuto, mi piacesse o no, tradurre. E, frugando negli oscuri meandri della mia memoria, ne ho rintracciati due al cui ricordo ancora tremo.

Il primo è Non c'è più posto per noi (This crowded Earth) di Robert Bloch, apparso nel 1990 su un "Urania" che ha come titolo di copertina Allarme sulla terra. Un racconto lungo degli anni Cinquanta, riunito in volume assieme a un'altra schifezza anti-femminista (Donne di tutto il mondo, Ladies' day) dello stesso periodo. In effetti, io avevo avuto per le mani, ai tempi in cui curavo Galassia con Gianni Montanari, questo micidiale libercolo, ma mi ero ben guardato dal chiederne i diritti per l'Italia. E ben mi sta: vent'anni dopo o giù di lì l'ho dovuto tradurre! Cosa vi dicevo? Karma, karma... Al di là della piattezza stilistica, della banalità della trama, dell'inconsistenza dei personaggi, resta la genialità dell'idea centrale: siccome il nostro pianeta è sovrappopolato, per risparmiare spazio e trovare posto per tutti VIENE CREATA UNA NUOVA RAZZA UMANA DI NANI! Uomini alti ottanta, novanta centimetri, non ricordo di preciso; comunque, essendo così bassi, e piccoli in tutto il resto in proporzione, sono molto più comodi da gestire: mini-appartamenti, soffitti alti un metro o giù di lì, mobili piccini picciò, eccetera. Se non si può raddoppiare il pianeta, si dimezzano i suoi abitanti... La trama verte sulle prevedibili lotte tra "giganti" e "nani", con tanto di guerriglia, attentati, tutto quel che volete, fino all'ovvio epilogo di riconciliazione. Grande. Però questo è uno di quei testi che bisogna leggere per assaporarne sino in fondo l'intrinseco orrore. L'altro tomo è stato invece più impegnativo: ottocento cartelle di stampato del mio computer, seicento pagine in volume. Si tratta di Il giorno dopo domani (The day after tomorrow), 1994, di Alan Folsom, un kolossal fantathriller pubblicato da Longanesi. Altra idea grandiosa: un gruppo di nazisti, neo e no (alcuni arrivano diritti dai giorni del Terzo Reich), ha conservato in ghiaccio la testa di Hitler. Come cavolo abbiano fatto, non me lo chiedete. Codesta poderosa testa va riavvitata sul corpo di un giovinotto ariano d.o.c., allevato con cura meticolosa; il tipo che si fa cinquanta vasche di nuotata in piscina olimpionica senza battere ciglio. Ora, questo gruppo si è con gli anni, dal dopoguerra a oggi, infiltrato da per tutto, sino ad avere praticamente in mano le leve del potere di mezzo mondo. Nessuno ne sospetta l'esistenza, nessuno lo conosce (salvo chi sia addentro alle segrete cose, è ovvio); e, coi potenti mezzi a loro disposizione, dopo avere reincollato la capoccia di Alfred sul giovine ariano, costoro si apprestano ad assumere il dominio del pianeta. MA COSA COMBINANO QUESTI IMBECILLI? Dopo i loro esperimenti di chirurgia criogenica (per il trapianto di testa), si ritrovano tra le mani un bel po' di corpi senza testa e di teste senza corpo, surgelati quasi allo zero assoluto; e invece di distruggerli, bruciarli, mangiarseli, quel che volete voi, cosa fanno? Cominciano a spargerli in giro per il mondo, qua e là, come capita, attirando l'attenzione di tutte le polizie del pianeta e mettendo sulle loro tracce un TERRIBBILE! poliziotto americano che finirà con l'individuarli e sconfiggerli appena prima della loro presa di potere. E perché hanno sparso in giro teste e corpi surgelati? Brillante risposta dell'autore: per dimostrare il loro sprezzo di nazisti al resto del pianeta! Per sputare negli occhi di un mondo che ha sconfitto Hitler! E così, sprezza e sputazza, se la pigliano, all'ultimissimo momento, in quel posto. Non aggiungerò altro. Un libro che si regge su questo assunto è palesemente cretino. Resta il fatto che se all'inizio della storia non si rinvenissero quei corpi e quelle teste, la trama non comincerebbe nemmeno... Cioè non esisterebbe il libro. Il che sarebbe senz'altro (anzi sarebbe stato, ahimè) un enorme bene per ogni lettore e soprattutto per il povero traduttore"

Conclusione

Si deduce da tutto quanto analizzato che questa tematica necessita di un'esplorazione continua, sempre più approfondita, e non è detto che non ci troveremo nuovamente qua tra qualche tempo a fare una disamina di romanzi di SF ben più noti di quei pochi che qui menzioniamo in questo articolo nato per spronare il lettore. Storie che non nascono come narrazioni per ragazzi scritte quarant'anni fa, traduzioni affrettate di inesperti che stravolgono e deturpano il romanzo originale, o romanzetti pornofantascientifici creati per raggiungere un mercato diverso da quello tradizionale. Il sasso è stato lanciato. Magari provate a pensare voi stessi cosa avete letto di obrobrioso e fatecelo sapere con tanto di commento all'indirizzo Internet luigi.pachi@fantascienza.com. Siamo certi che ci ritroveremo su questo argomento davvero atipico di nuovo qui su queste pagine molto, ma molto presto...