Due ore di animazione in computer graphic, le più illustri menti della scienza (tra gli altri Stephen Hawking, Michio Kaku, Jack Horner e J. Craig Venter) e della fantascienza (George Lucas) che discutono delle possibilità di vita fuori dal Sistema Solare e la ricostruzione di una eventuale (e plausibile) missione interplanetaria, con tre sonde governate da intelligenze artificiali che vengono mandate alla ricerca di vita extraterrestre a 6 anni-luce dalla Terra: è questo Alien Planet, singolare produzione televisiva che sabato sera è stata trasmessa da Discovery Channel in anteprima mondiale.Alien Planet proietta lo spettatore in un viaggio virtuale verso il pianeta Darwin IV, ricostruito in CGI con assoluta verosimiglianza grazie alla collaborazione con i ricercatori della NASA, del Jet Propulsion Laboratory (JPL) e dell'ESA coinvolti in missioni di esplorazione spaziale. Questa ricostruzione è intercalata da interventi di noti scienziati ed esperti di mondi fantastici immaginari che si confrontano su un tema tanto vasto quanto interessante come l'eventualità che la vita non sia prerogativa del nostro pianeta. Ma questa innovativa docufiction non si limita certo a questo: le creature che popolano gli scenari ambientali di questo ipotetico pianeta alieno vengono infatti esaminati metodicamente alla luce delle acquisizioni delle leggi biologiche e genetiche dell'evoluzione."

La vita che abbiamo qui sulla Terra deve esseri generata spontaneamente" dice Stephen W. Hawking, fisico e autore di due successi internazionali come La teoria del tutto. Origine e destino dell'Universo e Dal Big Bang ai buchi neri. "Deve quindi essere possibile che la vita si sia generata spontaneamente altrove, nell'universo".

E così ha inizio questa avventura, che ci porta su Darwin IV, a 6.5 anni-luce dalla Terra, un pianeta provvisto di due soli e di una gravità pari al 60 percento della gravità terrestre, in un ambiente adatto alla vita. Scoperto dagli astronomi, questo lontano cugino cosmico della Terra diviene l'obiettivo della missione senza equipaggio della nave madre Von Braun, provvista di tre sonde: Balboa, Da Vinci e Newton. Il loro obiettivo: scoprire e documentare tutte le forme di vita autoctone."Saremo in attesa molto più di quanto lo siamo attualmente nei confronti dei nostri emissari robotici" nota il Dr. James Garvin, scienziato della NASA. "Ma va bene lo stesso, le sonde sono capaci di svolgere il lavoro meglio dell'uomo per quel che riguarda l'osservazione, la raccolta dei dati, la comprensione delle anomalie e la risoluzione dei problemi".

Darwin IV
Darwin IV
Darwin IV ci viene mostrato attraverso gli "occhi" delle sonde Newton (conosciuta confidenzialmente col nomignolo Ike) e Da Vinci (che ovviamente è chiamata Leo), i cui dati sono inviati alla Terra attraverso la Von Braun. I dati biologici e atmosferiche sono comunicati nel programma attraverso la voce del computer e proiezioni grafiche sullo schermo. Le iniziali aspettative di scoprire forme di vita miscroscopiche subiscono una inattesa smentita quando le sonde documentano un ecosistema complesso dominato dalla diversità delle specie, proprio come lo è la Terra."

Se guardiamo alla diversità delle specie di questo pianeta, la natura è stata capace di inventarsi cose migliori della migliore fantascienza" commenta J. Craig Venter, del Venter Institute, artefice della mappatura del genoma umano. La vita che si è sviluppata su Darwin IV mette alla prova i limiti tecnologici e intellettuali delle più grandi menti della Terra. Risulta più grande, veloce e, di conseguenza, pericolosa di quanto sia mai stato immaginato. Come fa notare Michio Kaku, uno dei fondatori della Teoria dell Stringhe, professore alla New York City University, "le possibilità di fronte a forme di vita intelligente nell'universo sono tutte a favore della discendenza di qualche predatore".

Basato visivamente sul libro Expedition dello scrittore e artista Wayne Barlowe, il mondo di Darwin IV (che orbita attorno a un sistema stellare realmente esistente) è stato creato grazie a rigorose consulenze scientifiche, come pure è accaduto per tutte le apparecchiature e le macchine della missione. L'esplorazione del pianeta alieno è resa realistica da una animazione che è lo stato dell'arte, grazie agli effetti speciali elaborati dai Meteor Studios, il team creativo che ha fruttato al documentario When Dinosaurs Roamed America la nomination per gli Emmy Awards.