Non ci pare che la casa editrice Le Lettere, che ha un vasto catalogo di narrativa e saggistica e pubblica anche diversi periodici di storia, abbia mai pubblicato altri libri di fantascienza: ma speriamo che non sia l'ultimo. Il titolo scelto è di ottima qualità: Legami di sangue, in originale Kindred, un romanzo dal quale fu tratto il racconto Bloodchild, vincitore dei Premi Hugo e Nebula nel 1985. L'autrice è uno dei nomi più intessanti delle ultime generazioni, Octavia E. Butler, nata il 22 giugno 1947 in California, forse la piú nota scrittrice afroamericana di fantascienza. Nei suoi romanzi si raccontano i conflitti razziali e tra i sessi, le difficoltà delle minoranze, la segregazione dei "diversi", alieni e terrestri. E non fa eccezione questo romanzo: nel giorno del suo ventiseiesimo compleanno, il 9 giugno 1976, Dana svanisce per pochi minuti davanti agli occhi inorriditi del marito Kevin, e dalla loro casa in California si ritrova catapultata nel Sud schiavista degli Stati Uniti dell’Ottocento, prima della Guerra Civile.
La donna verrà richiamata più volte nel violento mondo del passato, dove vivrà in prima persona gli orrori della schiavitù. La sua missione è proteggere la vita del giovane piantatore bianco Rufus fino a quando egli non avrà, da una sua schiava, la figlia da cui un secolo dopo discenderà la stessa Dana. I viaggi nel tempo e nello spazio si fanno sempre più lunghi e pericolosi. La vita di Dana sarà destinata a finire molti anni prima di essere cominciata?
Della Butler in Italia sono usciti da Fanucci i due romanzi del ciclo della Parabola e alcune cose su Urania, tra cui anche la prima edizione di Legami di sangue, in un'altra traduzione.
Octavia Butler, Legami di sangue (Kindred, 1979), traduzione di Silvia Gambescia, prefazione e cura di M. Giulia Fabi, Pan Narrativa, Le Lettere. Pag. 200, euro 18,50.
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