Pensiero Stocastico

di Roberto Quaglia

quaglia@fantascienza.com

In missione per conto di Delos

Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.

Guardo dal finestrino e mi sembra di vedere la televisione. So di essere in aereo, ma non ci credo, tanto sono abituato a non esserci. L'unico stimolo sensoriale che mi informa che io sono in aereo è ciò che i miei occhi mi mostrano. Ma come si fa a credere ancora agli occhi, dalla televisione in poi? Fuori dal finestrino, la terra in basso si allontana in modo meno credibile che in qualsiasi telefilm. L'oblò non è neanche un 14 pollici, e non è neppure molto pulito. La mia televisione di casa è un 28 pollici e lo schermo è sempre più trasparente di questo oblò. Come faccio a credere di essere su un aereo anziché davanti ad una televisione di scarsa qualità? Dopotutto, ogni volta che vedo un paesaggio dal punto di vista di un aereo in realtà io mi trovo a casa mia in poltrona e sto guardando il teleschermo. Da un punto di vista sensoriale non ho elementi davvero convincenti che mi facciano credere di essere su un aereo. Solo il ragionamento me lo dice, ma cosa vale lo spirito razionale in un cervello minato da troppi anni di allucinazioni condivise? Sono quindi in aereo, ma stento ad accorgermene. Mi guardo intorno e noto che anche gli altri non sembrano troppo consapevoli di essere su un aereo. D'altra parte, che faccia deve avere una persona consapevole di essere su un aereo in volo?

Tanto mi sforzo di rendermi conto di essere su un aereo che alla fine un po' ci riesco e, naturalmente, mi spavento. Di colpo mi chiedo: cosa ci faccio io quassù senza neanche un paracadute? E' vero che gli aerei in genere non cadono, tuttavia mi disturba il fatto di accorgermi che la continuazione della mia vita si trovi a dipendere dal fatto che un motore non si spenga, un pilota non collassi, eccetera, ovvero da una serie di circostanze sulle quali io non sono personalmente in grado di esercitare alcun controllo. Io smetto con fatica di fumare per evitare che mi venga un infarto e poi magari l'infarto viene al pilota che sta guidando l'aereo sul quale mi trovo io. Ma la cosa che più mi innervosisce, mi rendo conto, è frutto del mondo allucinatorio nel quale tutti noi ci troviamo da quando le televisioni hanno invaso i nostri salotti: nell'ottanta per cento dei casi nei quali il mio cervello ha visto ciò che i miei occhi ora vedono al di là dell'oblò, cioè una panoramica in volo di un territorio, dopo un po' sono iniziati i guai. Vagli a spiegare al mio cervello che in quei casi si trattava di cattiva fiction televisiva e che quelle immagini erano irreali ed erano su un teleschermo e non erano in nessun modo collegate con la realtà! Non c'è verso. Quando si guarda mille volte più televisione di quanto si voli, si finisce per credere nel profondo del cervello - che ad essere vero sia ciò che succede quando un aereo vola su un teleschermo piuttosto che quando un aereo vola fuori dall'oblò, ovvero nella cosiddetta realtà. E di solito, quando un aereo vola su un teleschermo c'è quanto meno un dirottamento in agguato, uno scontro a fuoco con una pattuglia di top gun nemici, un atterraggio di fortuna sulle Ande o in mezzo all'oceano, una depressurizzazione improvvisa dell'abitacolo (con decine di passeggeri risucchiati fuori nel vuoto) o semplicemente un'esplosione in volo senza superstiti. Ancora peggio quando un aereo vola in un telegiornale. I telegiornali si adoperano in prima linea per convincere i cittadini del fatto che gli aerei naturalmente caschino. Con diabolica perseveranza, i telegiornali selezionano infatti, fra le migliaia di voli che gli aerei quotidianamente compiono in tutto il mondo, solo quelli che si sono conclusi con la morte dei passeggeri. Non c'è niente da fare, mi dico, combattuto tra le opposte alternative di non rendermi conto di essere su un aereo e così starmene tranquillo oppure rendermene conto ed innervosirmi. O volo di più, in futuro, oppure guardo meno televisione.

Ma non sono salito su un aereo al fine di annoiare poi voi con la cronaca delle mie divagazioni in merito. Sono salito su un aereo (anzi, su quattro aerei in un giorno e mezzo!) per un'altra assai più nobile ragione.

Sono in missione per conto di Delos.

Non so se vi è mai capitato di essere in missione per conto di Delos. Una roba che c'entra con il destino e il caso e la fantascienza. Un po' come tutto, del resto. Pochi sanno cosa sia il destino, nessuno sa cosa sia il caso, e meno persone ancora sanno cosa sia la fantascienza. In missione per conto di Delos! Ad alcuni è accaduto per avere incontrato Sosio sulla via di Damasco. A me è successo per averlo incontrato al Salone del Libro di Torino.

Come ormai viene insegnato anche negli asili (oltre che in scuole, università e orfanotrofi), Delos ha vinto un premio quale Sito Italiano Culturale dell'Anno. Personalmente, sono quasi immune al fascino dei premi, quando essi non nobilitino il mio conto in banca. Tuttavia, parafrasando il generale Schwarzkopf in merito alla Guerra del Golfo, è meglio cercare fino all'ultimo di evitare di partecipare ad un premio, ma quando non ci si riesce, allora bisogna vincere!

Proprio come il generale Schwarzkopf, Delos ha quindi vinto, debellando in scioltezza gli avversari. E le nostre truppe non hanno neppure riportato menomazioni genetiche! Merito di Sosio o demerito di Schwarzkopf? Al Salone del Libro di Torino, Sosio, Manzieri ed io avevamo appena assistito alla presentazione dei siti finalisti quando il grande Vito Cellamaro si è fatto sotto con il suo graditissimo invito. Sulle prime non ci siamo accorti che si trattava del grande Vito Cellamaro. Sulle prime ci sembrava semplicemente un tipo che voleva parlare con noi. Succede, a volte. E' tipico delle comunità umane il fatto che qualcuno voglia parlare con qualcun altro. Dopo pochi minuti, tuttavia, abbiamo dovuto renderci conto che si trattava del grande Vito Cellamaro, dell'Assessorato alla Cultura di Taranto, che invitava Delos, nella persona di Silvio Sosio, a partecipare spesato in tutto - ad un convegno su Internet e scrittura nella sua città. Grande Vito Cellamaro! Ce ne fossero, in giro, che ci invitano spesati in tutto in tournée a parlare di Internet! Sosio (che per i negligenti lettori dell'ultima ora ricordo essere il direttore di Delos), tuttavia, aveva altri impegni per i giorni del convegno. Manzieri, addirittura, il giorno in cui c'era da andare a Taranto sarebbe stato impegnato a Torino a ritirare il premio a Delos! Avanzavo io. Fatta qualche rapida riflessione, dovetti accorgermi che per i giorni del convegno io sarei invece stato impegnato a prendere parte al medesimo.

Ed eccomi allora adesso su un aereo Alitalia assieme ad Albano e Romina Power (cosa volete farci ci sono a bordo anche loro) diretto a Brindisi senza sapere bene perché, sperando che l'aereo non caschi.

Non casca. Anche se era partito con un'ora di ritardo perché hanno dovuto cambiare un pezzo rotto e all'arrivo i pompieri presidiano il nostro e solo il nostro! - atterraggio. E dopo l'atterraggio il pilota ci informa che è andato tutto bene, senza però entrare nei particolari circa quali avrebbero potute essere le alternative da egli stesso evidentemente considerate. All'aeroporto trovo la navetta che mi aspetta per trasportarmi a Taranto. Non aspetta solo me. Altri due invitati al convegno condividono con me il tragitto. Si tratta di due soggetti ben distinti, che evidentemente occupano posizioni assai lontane nella tassonomia antropica. Entrambi maschi sulla trentina, uno è vestito benissimo e l'altro è vestito normale. Quello vestito benissimo sembra più giovane della sua età ed ha i lineamenti perfetti. L'altro no. Quello vestito benissimo si chiama Valerio Porfiri ed è la persona più educata che io abbia mai conosciuto. Dopo un po' mi accorgo che è anche intelligente. Non capita spesso alle persone vestite benissimo, educatissime e con i lineamenti perfetti o forse invece sì (boh? chi ne ha mai visti altri?). L'altro dei due non si chiama Valerio Porfiri. Si chiama Federico Ziberna. Dopo un po' mi accorgo che è intelligente anche lui e la cosa mi stupisce tantissimo. Non perché Ziberna avesse un aspetto sciocco (tutt'altro!), ma perché di gente intelligente non se ne trova dietro tutti gli angoli, e due in un giorno anzi, in pochi minuti! sono un fatto inconsueto. A questo punto sono abbastanza contento. Cosa volete farci? Mi basta poco. C'è chi per rallegrarsi deve per forza trovare un portafoglio pieno di soldi per terra.

Arriviamo nel miglior albergo di Taranto dove veniamo immediatamente invitati a gradire la nostra cena prepagata. Il ristorante è eccellente, ed effettivamente gradiamo. Tanto gradiamo, che dopo un'overdose di antipasti e di primi nessuno di noi è più in grado di prendere anche un secondo. Ecco i rischi dell'essere in missione per conto di Delos. Ci si ingozza di antipasti prepagati. Sono buonissimi gli antipasti prepagati, tanto che a non ingozzarsi degli stessi si sente addosso come la sensazione di commettere un crimine contro l'umanità. Stessa cosa per i primi piatti. Non sapremo mai come erano i secondi prepagati, ma a giudicare dalla carta non dovevano essere davvero male. Ai dolci prepagati non abbiamo comunque osato rinunciare. C'è un limite ai crimini contro l'umanità! Ziberna suggerisce di fare coi dolci quanto già fatto con gli antipasti cioè un po' di tutto e qui capisco che il ragazzo ha del genio. Di solito queste idee vengono a me.

Io sono l'unico a bere il vino prepagato, e mi rendo conto che per onorarlo mi devo fare in tre, anche perché è molto buono. Quello di cui non mi rendo conto è che si tratta di un vino del sud a notevole gradazione. Per quanto io in genere regga l'alcol, soprattutto a tavola, giungo al termine della cena prepagata che sono anche al termine di tutte le mie facoltà principali. La cena prepagata è durata più di due ore, abbiamo valorosamente combattuto nel nostro piccolo la fame nel mondo e fatalmente ci precipitiamo a svenire nelle rispettive stanze a quattro stelle. Non è sempre facile essere in missione per conto di Delos. Alla cena dell'ultima Italcon a Courmayeur fu anche più difficile e per motivi opposti, come gli eroici reduci ricorderanno a lungo.

La notte porterà anche consiglio, ma stavolta a me serve invece tutta per digerire. Per fortuna nel frattempo dormo, così non me ne accorgo più di tanto. Mi sveglio giusto una decina di volte e dico fra me e me: E adesso cosa sta succedendo? Ah già, sto digerendo!

Al mattino, dopo una ottima colazione prepagata conosciamo il quarto invitato, Sgalambro da Matrix. Lo squadro da testa a piedi e mi chiedo: Sarà scemo almeno questo qui? La legge dei grandi numeri lo impone. Quando si gioca alla roulette, dopo 30 uscite consecutive del rosso, è assai difficile che nelle successive dieci uscite continui imperterrito ad uscire il rosso. Da un certo momento in poi questo tipo di fenomeni assomiglia più al miracolo che alla realtà. Dopo avere conosciuto due umani intelligenti di fila, il terzo deve come minimo essere un fessacchiotto, e più probabilmente un imbecille. Macché! Con totale sprezzo della legge delle probabilità, anche Sgalambro si rivela decisamente intelligente. Grande Vito Cellamaro! Decisamente, dico fra me e me, Cellamaro ha scelto bene, oppure è stato fortunatissimo. Mentre ci avviamo tutti al palazzo della cultura, dove evidentemente succederà qualcosa, cerchiamo di capire come mai siamo stati invitati. Questo nessuno bene lo sa. Ciò mi conforta. Temevo di essere l'unico a non saperlo.

Ci riveliamo a vicenda le rispettive competenze. Valerio Porfiri si occupa di troppe cose per poterle ricordare tutte. E' qui come rappresentante di un'associazione che raggruppa i produttori di cd ROM. Federico Ziberna ha elaborato un intelligente sistema (http://194.91.181.109/newton/) per rendere le pagine Web effettivamente interattive, libere alla modifica in tempo reale da parte dei navigatori. Sgalambro è uno degli artefici di Virgilio. Quindi i motori di ricerca sono il suo pane. Andiamo a bere un caffè ed io sogghigno pregustando la sua reazione a quello che gli dirò. E' sufficiente infatti che io gli fornisca pochi minimi indizi ed egli immediatamente comprende che sono proprio io quel fastidioso rompiballe che ha infestato i motori di ricerca di tutto il mondo con il proprio libro (http://www.fantascienza.com/quaglia/caromauriziocostanzoshow/index.html). E' un attimo. Sgalambro si accinge a scagliarmi addosso la tazzina di caffè che sta bevendo e io gli dico: Aspetta, ora ti spiego la mia filosofia a riguardo! Lo faccio in venti secondi. Sgalambro che è molto intelligente - capisce, si evita così un inutile spargimento di caffeina e soprattutto anni ed anni di antipatia accumulata scompaiono d'incanto, o così pare (non so se siano ricomparsi successivamente).

Il pubblico del nostro dibattito è composto da studenti liceali. Il primo invitato ad intervenire è Sgalambro. Parla ininterrottamente per venti minuti, sviscerando ogni interessante aspetto della sua peculiare competenza ed esperienza con Virgilio. Al termine del suo intervento, come da consueta prassi, chiede se vi siano domande su quanto egli abbia detto. Un ragazzo alza la mano e chiede: Cos'è Internet? Momento di gelo generale. Sgalambro non si scompone. In che senso? chiede. Il ragazzo rincara: Come si entra? Cos'è? Cosa serve? Sgalambro si dimostra un campione di flemma. Dunque, facciamo un passo indietro. Avete presente un computer? Niente male, penso io. Bene, ora immaginate due computer nella stessa stanza. Voi volete spostare dei dati da un computer all'altro. Cosa fate? Sgalambro parla per altri venti minuti, dando un taglio meno tecnico ai propri argomenti, e partendo decisamente da lontano, anche da prima di Adamo ed Eva. Alla fin del fiera sarà quello che da solo avrà parlato quanto noi altri tre messi assieme. Ed è l'unico a non avere preso parte, la sera prima, alla favolosa cena prepagata, dato che il suo aereo è arrivato in nottata. E' proprio vero che non c'è equità al mondo.

Segue l'intervento ordinato e abbastanza tecnico di Porfiri. Io sono seduto vicino a Ziberni, con il quale si parlotta circa la necessità di formulare i nostri argomenti in modo semplice e comprensibile. Quando tocca a me ci metto tutta la mia buona volontà per non partire per la tangente con quel mio genere di divagazioni che i lettori di Pensiero Stocastico hanno imparato a temere. Prendendo a modello il fenomeno Delos, illustro le mirabili opportunità che Internet fornisce a chiunque di fare delle cose assieme ad altra gente lontana che non si è mai vista di persona. Dopotutto, la redazione di Delos è interamente virtuale. Chi ha mai visto gli altri? Io stesso ogni tanto perdo di vista anche me stesso, tanto questa faccenda di Internet mi sta prendendo sempre più la mano!

Dopo di me, Ziberna fa esattamente l'opposto di me. Un intervento bellissimo che tuttavia io stesso riesco a seguire solo a prezzo di tutta la mia concentrazione. Devo avergli attaccato il morbo stocastico, mi dico.

A turno, tutti e quattro veniamo ripetutamente chiamati ad uscire dalla sala per concedere interviste alle televisioni locali. Come si fa a rifiutare? Ogni occasione va colta al volo per magnificare le legittime glorie di Delos.

A mezzogiorno, il buon Vito Cellamaro ci invita tutti a pranzo a mangiare pesce. Roba buona. Il vino, tanto per cambiare, picchia!

Il pomeriggio è dedicato alla registrazione audiovisiva di altre interviste e alla digestione del pesce, nonché allo smaltimento del vino. Tutte operazioni che vanno a buon fine. Alle sette di sera c'è l'aereo. Arriviamo all'aeroporto all'ultimissimo momento, ma per fortuna l'aereo è di nuovo in ritardo. Arrivo in tarda serata a Genova senza precipitare. Proprio il giorno dopo, comunque, lo stesso aereo da me preso, in atterraggio a Genova sarebbe finito fuori pista. La mia missione per conto di Delos si è così felicemente conclusa. Proprio come a suo tempo accadde ai Blues Brothers. Solo che il mio mandante era molto più in alto del loro.