Cos’è la fantasia? Forse la capacità di vedere qualcosa che agli altri sfugge? La facoltà di sognare, di credere in mondi lontanissimi per altri eppure presenti, giorno dopo giorno, nella nostra esistenza? A queste domande risponde, almeno in parte, Neverland film capolavoro dall’ispirazione biografica dedicata alla figura del commediografo J.M.Barrie e della sua creazione più famosa: Peter Pan. Interpretato da un intensissimo Johnny Depp, Barrie è un sovversivo dei primi del Novecento. Non dal punto di vista politico, né tantomeno sociale. Quanto piuttosto sotto il profilo istintivo. L’uomo, infatti, sembra non riuscire a sopportare le convenzioni e i trabocchetti della vita pubblica londinese. Chiuso nella sua stanza a lavorare o al parco per buttare giù appunti, sogna, o – almeno - tenta di sognare qualcosa di diverso per il suo lavoro. Ce la farà? Decisamente no. La sera della prima di una commedia che diventa un fiasco, Barrie, da dietro una tenda, guarda gli spettatori e vede letteralmente grondare come pioggia il loro pessimo umore. Deluso, ma non rassegnato, il giorno dopo, incontra una famiglia composta da madre e quattro figli al parco. Con loro costruisce un’amicizia che – sfidando i pettegolezzi – porterà al rivoluzionamento totale della sua esistenza, rinunciando anche ad una moglie bella, ma distante, invecchiata rapidamente senza che lui (o lei…) se ne accorgesse…
E’ questa la strada che Barrie segue per trovare un’energia che anche lui – in qualche maniera – temeva di avere perduto: giocare, sognare e – soprattutto – crede che ci sia qualcosa di altro e di fantastico oltre il mondo così come lo conosciamo. Su un confine sottile tra misticismo e visionarietà, tra celebrazione della fantasia e consacrazione dell’aldilà inteso come superamento dei confini di quello che noi conosciamo Neverland è un film che commuove e tocca profondamente gli spettatori, senza deprimerli. Anzi. Proiettandoli in un mondo di elegante ironia e humour incarnati da uno straordinario Johnny Depp decisamente meritevole della nomination all’Oscar e – chissà – magari anche di una statuetta.
La sua interpretazione di Barrie, infatti, asciutta, intensa e carica di un misto di understatement britannico e di superiorità intellettuale, fa di questo personaggio l’emblema di un anticonformismo culturale superiore ed intelligente.
Neverland, però, è soprattutto la celebrazione della fantasia come facoltà di ‘vedere l’invisibile’ scardinando le convenzioni e le regole di un mondo incerto, polveroso e traballante. Il dolore della realtà, ma anche l’energia della vita e della verità fanno di questo film un vero e proprio gioiello di grande intelligenza diretto da Marc Foster (Monster’s Ball) ed interpretato da un gruppo di attori geniali ed estremamente intensi. Un film commovente, ma – al tempo stesso – ispiratore di una grande fiducia. Un film tutt’altro che melenso e scontato, sulla fede e sulla speranza, ma soprattutto sull’ottimismo di chi guarda al futuro con aria benevola. Antesignano di Harry Potter e di altri mondi fantastici, Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere è l’emblema di un mondo diverso, incapace di accettare i compromessi, ma soprattutto inadatto alla vecchiaia che intorpidisce la mente e non permette più di volare.
Fuor di metafora, se Peter Pan è la storia di un sovversivo che non vuole subire l’esistenza come imposizione, Neverland è la celebrazione di un uomo capace di andare oltre la realtà e di rimetterla insieme seguendo un piano narrativo ed emotivo differente. La seconda stella a destra che porta all’isola che non c’è non è quindi solo un percorso fiabesco, ma – soprattutto – un viaggio spirituale che conduce le persone dalla vita così come la conoscono ad un’aldilà nato dal punto di contatto tra fantasia e sogno, tra mistero e speranza, tra fiducia e amore.
Un film da non perdere per la sua capacità di sorprendere e di seguire un doppio piano visivo in grado di commuoverci profondamente e – al tempo stesso – di darci fiducia.
Fino a quando sapremo – anche noi – credere nelle fate, o in qualsiasi cosa esse rappresentino, allora, qualche brandello dell’innocenza del nostro essere bambini sarà rimasto ancora integro. Una forza da tenere dentro di noi e da difendere strenuamente come ha fatto Barrie alla ricerca di una verità personale fuori dagli schemi e lontana dalla prevedibilità. Un capolavoro perfetto per un’epoca come la nostra in cui i sognatori sono ancora guardati con un certo sospetto…
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