Visivamente entusiasmante, Sky Captain e il Mondo di Domani è anche una bella sorpresa. Questo non solo per la tecnologia sviluppata in dieci anni di lavoro dal regista e sceneggiatore Kerry Conran che consente agli attori di recitare contro un blue screen, ma - soprattutto - per il suo forte imprinting visivo e narrativo, plasmato nelle suggestioni del cinema degli anni Quaranta e delle immagini in bianco e nero di quell'epoca.
Sfruttando un colore desaturato (al punto da sembrare quasi un film in bianco e nero colorizzato...) Sky Captain e il Mondo di Domani nasce nel mondo degli eroi dei fumetti degli anni Trenta e nell'immaginario esotico hollywoodiano dello stesso periodo, connotando la recitazione degli attori attraverso il tentativo non sempre riuscito di replicare la stessa ingenuità e le medesime modalità espressive.
La trama è lineare ed essenziale: qualcuno sta rapendo i più famosi scienziati del mondo. Ad occuparsi della facenda dalle colonne del suo giornale newyorkese è la giornalista Polly Walker (Gwyneth Paltrow) che viene contattata da uno di questi, che crede di essere in pericolo. Nel frattempo, subito dopo l'attracco del dirigibile Hindenburgh al pilone dell'Empire State Building (un'ipotesi che era in progetto settanta anni fa, ma che fu scartata per colpa delle forti correnti ascensionali), dei misteriosi robot giganti attaccano la città. A difendere New York City, c'è fortunatamente l'asso dell'aviazione americana conosciuto con il soprannome di Sky Captain e il suo aereo modificato in grado di andare anche sott'acqua...(James Bond docet...).
Polly è una sua ex fiamma e nonostante alcune divergenze dovute a delle reciproche infedeltà (per 'interessi' diversi...) che risalgono a tre anni prima in Manciuria, i due decidono di investigare insieme sul nome che salta fuori: Totenkopf. Un brillante scienziato (che ha il volto di un redivivo digitalmente Lawrence Olivier) impegnato nell'enigmatico progetto conosciuto con il nome di Mondo di domani. Riusciranno i nostri eroi a fermare la fine del mondo? Tra robot giganteschi, animali geneticamente modificati, portaerei volanti e tantissimo humour che ricorda quello della serie di L'uomo ombra con Mirna Loy e William Powell, Sky Captain è un film divertente che pur non essendo eccelso, commuove lo spettatore per la sua grande qualità visiva e le sue scenografie (digitali) immaginifiche.
Una contaminazione tra i cartoni animati del Superman degli anni trenta, Metropolis, Flash Gordon e King Kong nata sulla scorta di un'idea banale, ma non troppo a proposito del solito scienziato pazzo volto alla distruzione del mondo così come lo conosciamo.
Simpaticissime le interpretazione dei due protagonisti principali, fortunatamente più preoccupati della propria ironia che della loro bellezza: Jude Law e Gwyneth Paltrow - senza esagerazioni - danno sfogo al proprio talento da screwball comedy grazie ad un testo ironico, efficace, ma anche secco e senza troppe smancerie.
Pur essendo estremamente colto come film e raffinato, Sky Captain and the World of Tomorrow è anche pienamente godibile per questa sua insolita contaminazione tra passato e presente attingendo ad un immaginario collettivo composto di vari elementi provenienti da epoche differenti.
Ricco di ingenuità e scemenze varie con aerei che vanno sott'acqua, basi volanti e altre amenità del genere, con una sceneggiatura in cui l'unica guerra mondiale combattuta fino a quel momento viene definita come "prima", Sky Captain è un film piacevole che attinge allo stesso immaginario hollywoodiano di quegli anni. Quando - ad un certo punto - uno dei personaggi chiama una zona remota del Nepal come Shangri-La fa riferimento al nome dato a quei luoghi nel blockbuster del 1937, Orizzonte perduto diretto nientedimeno che da Frank Capra.
Da notare che il nome del nemico di Sky Captain è estremamente significativo: Totenkopf non vuol dire altro che "testa di morto". Da qui i teschi incisi sulle lamiere delle macchine futuribili mostrate nel film. Il nazista "Teschio Rosso" nemico di Capitan America è stato fonte di ispirazione? Possibile, anche se non del tutto probabile, visto che il background culturale ed emotivo del film sembra vastissimo per avere saputo produrre uno stile e un tono tanto originali.
Un plauso necessario va anche alla bellezza e alla recitazione carismatica di Angelina Jolie che pur comparendo solo per poche scene, conquista lo spettatore innescando la parte più divertente del film ovvero quella della gelosia di Polly nei confronti di Sky Captain. Sempre nel segno della sorpresa anche il finale, risolto in una battuta fulminante che oltre a riassumere il tono 'giallo rosa' del film è anche segno di una grande intelligenza stilistica da parte del regista e sceneggiatore. Purtroppo Jude Law e Gwyneth Paltrow, pur essendo bravi nei rispettivi ruoli, sembrano comunque riuscire a produrre solo un'imitazione delle stelle del cinema di quegli anni. Segno che se i palazzi, gli aerei e gli ambienti si possono clonare e replicare digitalmente, non altrettanto si può fare con il talento delle star della Hollywood del bel tempo che fu. Inimitabili entrambi da attori nati e cresciuti in un'altra era e con una concezione differente dell'immagine e della propria fisicità.
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