Rilettura originale (e probabilmente veritiera) della leggenda di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda, King Arthur è un film interessante e in molti momenti coinvolgente diretto da Antoine Fuqua, autore di Training Day e L'ultima alba.

Interpretato da un gruppo assai interessante di interpreti britannici su cui spiccano i nomi di Clive Owen e Keira Knightley, il film offre un punto di vista nuovo sul mito di Camelot, soprattutto perché in grado di coniugare intrattenimento e azione, nonché un certo gusto per la storiografia con l'intento di lanciare un messaggio di tolleranza.

Prodotto dal gruppo di lavoro alle spalle del successo di film come Armageddon, Pearl Harbor, The Rock e La maledizione della prima luna, King Arthur è un film plasmato sulla ricerca delle radici storiche del mito della spada nella roccia. Dopo Il gladiatore lo sceneggiatore David Franzoni, autore - tra gli altri - anche dell'epico film di Steven Spielberg Amistad, torna confrontarsi con quello che - comunemente - è conosciuto come il declino dell'impero romano, concentrando la sua attenzione al momento delle invasioni barbariche. Girato a Ballymore Eustace nella contea di Kildare in Irlanda, King Arthur ha come protagonista nel ruolo di Artù, Clive Owen. Interprete dallo sguardo interessante e pacato, Owen è accompagnato nella sua avventura da un cast notevole sui cui spunta il nome di Stellan Skarsgaard nei panni di Cerdic, il capo dei Sassoni invasori. Una figura di condottiero inevitabilmente spietata cui fa da contraltare quella dell'enigmatico Merlino capo della tribù dei Woads, che - alla fine - si unirà al manipolo di uomini comandati da Lucius Artorius

Castus, l'ufficiale romano che il tempo avrebbe trasformato in Artù. Un soldato riluttante che sarebbe stato inviato da Marco Aurelio a sedare i Sassoni, accompagnato da un esercito di Sarmati, uomini valorosi e d'onore sconfitti proprio da Marco Aurelio, si trovarono dinanzi la scelta se morire o servire Roma. Un'epoca apparentemente oscura da cui nasce un mito pronto ad illuminare i secoli successivi e - in un certo senso - perfino a portare speranza. Castus, mezzo romano e mezzo britanno nel 452 dopo Cristo si trova a fronteggiare una missione suicida: andare a recuperare tra i Sassoni in rivolta, una persona molto cara al Papa in base agli ordini impartiti dal nuovo vescovo interpretato dall'italiano Ivano Marescotti, che aveva già avuto un ruolo minore in Hannibal di Ridley Scott.

Film epico capace fondere il fascino de I magnifici sette con i temi connessi alla caduta dell'impero romano (su tutti la nascita dell'intolleranza religiosa...), King Arthur è un film che sebbene non perfetto conquista lo spettatore per il suo ritmo e la spettacolarità delle sue battaglie. Ottima la colonna sonora composta da Hans Zimmer che ritrova l'ispirazione del passato e che si avvale della straordinaria voce di Moya Brennan, vocalist dei Clannad per caratterizzare le radici celtiche del mito.