Inizio in stile I predatori dell'arca perduta (nel libro viene anche citato Indiana Jones) solo che non siamo in Egitto bensì in Israele. Scavi archeologici sotto il sole cocente. Il giovane americano Stephen Foxx lavora per degli scavi finanziati dall'arrogante magnate televisivo John Kaun, uno che non guarda in faccia a niente e a nessuno per ottenere quello che vuole. Nell'area di scavo contrassegnata dal numero 14 viene trovato un reperto assolutamente inaspettato e... impossibile. Per cercare di valutare le possibili spiegazioni viene invitato in gran segreto dalla Germania lo scrittore di fantascienza Peter Eisenhardt che, non disdegnando qualche dollaro in più sul conto in banca, si precipita da Francoforte a Tel Aviv senza neanche sapere perché. Quando, arrivato sul posto, glielo dicono rimane a bocca aperta: in una tomba inconfutabilmente vecchia di circa 2000 anni è stato rinvenuto uno scheletro appartenuto ad un uomo del nostro secolo. Lo si capisce dal fatto che ha due denti trapiantati e alcune otturazioni realizzate con moderne tecnologie. Ma non è tutto. Accanto all'uomo viene rinvenuto il manuale di utilizzo di una videocamera digitale Sony che è al momento solo in fase di progettazione e che verrà immessa in commercio solo tra qualche anno. Il mistero si infittisce, potremmo trovarci di fronte alla prima prova materiale di viaggio nel tempo. Qualcuno dal futuro potrebbe essere finito nella Palestina del periodo in cui Gesu' vi predicava, con tanto di videocamera digitale in grado di fornire al mondo la prova definitiva della sua esistenza. Per ottenere le immagini esclusive del figlio di Dio incarnato si scatena una lotta furibonda nella quale anche il potente Vaticano ha molto da guadagnare, o da perdere...

Eschbach ha avuto certamente un'idea brillante e l'ha innestata con abilità nel modo in cui il mondo occidentale percepisce la storia, in particolare la storia della religione cristiana, e certamente si è dedicato ad un buon lavoro di preparazione e ricerca perché le informazioni geografiche e storiche appaiono piuttosto ben ricercate. Lo stile narrativo è semplice e non particolarmente personale, però funziona. Diciamo che siamo dalle parti di Wilbur Smith, il che per chi scrive non è un complimento, solo con personaggi un tantino meno stereotipati. Visti i molti personaggi in campo l'autore dedica a ciascuno di loro un capitolo, il che permette di farceli conoscere meglio e al tempo stesso consente di poter avanzare con la vicenda offrendocene i vari punti di vista. Al lettore vengono quindi proposte le varie teorie utilizzando uno schema a scacchiera che serve agilmente le necessità del ritmo. Il risultato è certamente avvincente ad un livello puramente superficiale, con abbondanza di contorsioni narrative tipo montagne russe che spingono il lettore a voltare pagina dopo pagine per togliersi la curiosità di cosa succede dopo. Purtroppo dei moltissimi aspetti interessanti che la trama solleva nessuno viene approfondito e utilizzato per proporre anche una lettura del testo che non sia quella strettamente avventurosa e legata alla suspense. Tuttavia bisogna riconoscere che con una premessa del genere Eschbach giocava col fuoco e rischiava di risolvere l'enigma in modo deludente. Sebbene in più di un passaggio si stenti a credere di qualche coincidenza logistica e temporale di troppo l'autore evita il pericolo maggiore, evitando con furbizia di affrontare di petto le tematiche legate alle suggestioni spirituali e alle credenze religiose, concentrandosi piuttosto sull'aspetto pratico e terreno degli eventi e del "ecco quello che è successo". Un buon prodotto di genere dunque, gradevole e incalzante, sebbene non sviluppato al meglio se si considera l'idea folgorante che ne costituisce il nocciolo.