Era dalla missione Mariner 10, che gli passò vicino tre volte tra il 1974 e il 1975, che non andavamo su Mercurio. In quell'occasione la sonda della NASA riuscì a osservare solo circa il 45% della superficie del pianeta, mentre il restante 55% resta a tutt'oggi sconosciuto. Il mistero è tuttavia destinato a essere svelato nel giro di alcuni anni. Lo scorso 3 agosto è infatti partita (con un giorno di ritardo a causa del maltempo) la sonda Messenger (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging) che, attraverso sette esperimenti scintifici, si propone di studiare la composizione della superficie di Mercurio, il nucleo, le zone polari, la sua storia geologica e la natura della sua sottilissima atmosfera come pure della sua magnetosfera. Delle dimensioni più o meno della Luna, essendo il pianeta più vicino al Sole, presenta caratteristiche proibitive in termini di radiazioni e di calore. Laggiù il Sole scalda undici volte di più che sulla Terra con una temperatura delle superfici esposte al Sole di circa 450 °C. Per questo il Messenger sarà protetto da uno speciale "ombrello" ceramico. "La parte esterna dello schermo solare diventerà caldo come un forno per la pizza," ha spiegato James Leary, ingegnere dei sistemi della missione presso l'Applied Physics Laboratory (APL) della John Hopkins University. "Ma il resto della sonda resterà pressoché a temperatura ambiente". Poiché l'asse di Mercurio è pressoché perpendicolare al piano orbitale, in prossimità dei poli esistono zone all'interno di crateri che sono perennemente in ombra. Qui la temperatura resta sempre poco meno di duecento gradi al di sotto dello zero. Per questo, una delle principali questioni che gli scienziati vorranno risolvere è verificare se in qualche cratere delle zone perennemente in ombra ci sia del ghiaccio, come suggerito da alcune fotografie prese dalla Terra che mostrano superfici particolarmente riflettenti. L'altro grande enigma di Mercurio è la sua elevatissima densità, che induce a ritenere abbia una composizione ferrosa per almeno due terzi. Ma gli scienziati non sono sono sicuro del motivo per cui su Mercurio ci sia così tanto metallo. Una possibilità è che già all'interno del disco propoplanetario da cui si sono formati tutti i pianeti del Sistema Solare fossero presenti delle differenze nelle presenze di materiali a mano a mano che ci si allontanava dal Sole con una maggior concentrazione di metallo nelle zone del disco vicine al Sole. L'alternativa più accreditata è che Mercurio fosse invece in origine simile alla Terra, ma che l'elevato calore del Sole avesse fatto perdere gran parte del materiale roccioso. I frequenti impatti meteoritici potrebbero aver contribuito a far perdere il materiale roccioso più leggero. Il Messenger è partito in perfetto orario lo scorso 2 agosto dalla base di Cape Canaveral. Per raggiungere l'energia necessaria e la traiettoria corretta, la sonda eseguirà tre manovre di fionda gravitazionale, una con la Terra nell'agosto del prossimo anno e due con Venere, rispettivamente nell'ottobre 2006 e nel giugno 2007. Dopodiché farà due importanti incontri ravvicinati con Mercurio già nell'ottobre 2008 e nel settembre 2009 durante i quali la sonda traccerà una mappa a colori dell'intera superficie del pianeta e ne analizzerà l'atmosfera, la superficie e la magnetosfera. La sonda si stabilirà infine in orbita intorno a Mercurio nel marzo 2011 al termine di un viaggio lungo quasi otto miliardi di chilometri.
Un messaggero per Mercurio
Dopo 30 anni di attesa, una sonda automatica torna a esplorare il pianeta più vicino al Sole
Risorse in rete
- MESSENGER Web Site messenger.jhuapl.edu/
Tutti i diritti riservati ©2004 Alessandro Vietti e Associazione Delos Books
Canale: Contact
Fonte: Messenger Web Site
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID