di

Giuseppe Lippi

e Franco Forte

Il magazzino dei Millemondi

L'uscita di una antologia italiana in una collana di grande impatto di mercato come Millemondi è un evento storico per la fantascienza del nostro paese. Pubblichiamo qui, per concessione dell'editore Mondadori, le due introduzioni dei curatori dell'antologia, Giuseppe Lippi (direttore di Urania) e Franco Forte.

Il magazzino dei mille mondi di Giuseppe Lippi

Ecco finalmente il primo Millemondi italiano. Dal 1971, anno di fondazione della serie, nessuna di queste antologie è mai stata dedicata alla fantascienza nazionale, né a livello di romanzi né di racconti. Ci rendiamo conto che è un po' tardi per fare ammenda, ragion per cui non ne faremo e ci limiteremo a presentarvi il lieto evento come si trattasse di una cosa di tutti i giorni. E in un certo senso, è proprio così. Franco Forte vi spiegherà, nella sua introduzione al volume, cosa è cambiato e cosa è rimasto tale e quale nel ristretto panorama italiano dell'editoria di genere; da parte nostra, come "editori", ci limitiamo a osservare che negli ultimi anni la sf italiana si è infiltrata nelle collane Mondadori (anche in altre, ma soprattutto in quelle Mondadori) "come un ladro nella notte". Anche il futuro si comporta così: nelle buone storie di fantascienza e nella realtà quotidiana.

Il futuro s'insinua, scivola nel presente senza farsene accorgere: finché, fra ticchettanti compagni di lavoro e sempre più vistose (ma "ignorate") novità, ci ritroviamo a vivere in un altro mondo. Giorno per giorno. Tassello dopo tassello.

Il futuro deve sembrare oggi. Anzi, ora.

Ebbene, qualcosa del genere è accaduto nella redazione di Urania: come ladra di notte la fs italiana si è intrufolata in queste pagine, ha lottato per vincere i suoi premi, ha fatto capolino dalle edicole e poi dalle librerie. Finché, dopo aver abilmente convinto il pubblico di ogni mese, si affaccia ora nella veste più corposa e festosa (da volume doppio) del primo Millemondi dell'anno.

L'idea di fare questa grossa antologia ci è venuta quasi simultaneamente a quella del numero speciale per i quarantacinque anni di Urania (uscito in novembre). Anzi, in un primo momento eravamo incerti se combinare le due cose in una sola. Poi abbiamo deciso di differenziare nettamente i progetti: il libro che abbiamo pubblicato sotto l'egida di Valerio Evangelisti, Tutti i denti del mostro sono perfetti, sarebbe stato una sorta di nave rompighiaccio, un Ice-schooner di moorcockiana memoria. I racconti che avrebbe presentato, anche a costo di scandalizzare qualcuno, avrebbero detto la loro senza limitarsi all'ossequio delle convenzioni, ma anzi tracciando una sorta di filo rosso che unisse l'ipotetica letteratura di genere a quell'altrettanto febbrile astrazione che è il mainstream.

Per il Millemondi, invece, avremmo voluto qualcosa di più vicino al genere in quanto tale: o, perlomeno, alle sue molte sfaccettature, dal racconto a intreccio fino alla proposta provocatoria. Per mole, qualità degli autori e soprattutto per varietà siamo soddisfatti del libro che ora vi accingete a leggere. Quanto alla qualità dei singoli racconti, confidiamo di non avervi delusi e aspettiamo i vostri commenti.

Abbiamo deciso di dedicare a ogni autore/autrice il rilievo che merita, con una nota di presentazione individuale per ciascun racconto; infine, siamo particolarmente lieti di segnalare che, se abbiamo dovuto sacrificare alcuni racconti già pervenuti per mancanza di spazio, non è stato per loro difetto e li terremo da conto per future iniziative.

E a proposito di future iniziative. Un lettore sensibile ed entusiasta ci ha scritto tempo fa proponendoci di mettere da parte le esitazioni e fondare una nuova rivista tutta da dedicare alla fantascienza italiana. Titolo (è un bellissimo suggerimento, non c'è che dire): Il magazzino dei mondi. Non vorremmo peccare d'orgoglio, ma la proposta ci seduce. Pur non sapendo se e quando ci sarà possibile realizzarla, quel lettore e tutti gli altri stiano certi: ogni nuova antologia che faremo, ogni nuova iniziativa dedicata, in tutto o in parte, alla fantascienza italiana, sarà un esperimento in vista di quel traguardo.

Per ora, buona lettura a tutti con questo Magazzino... dei Millemondi.

Giuseppe Lippi

Strani giorni: introduzione di Franco Forte

Nel maggio del 1976, in un articolo intitolato Fantascienza italiana ieri e oggi apparso sulla rivista Robot, il direttore del periodico Vittorio Curtoni scriveva: "Tentare un discorso critico sulla fantascienza italiana significa, in primo luogo, mettere in rilievo le enormi difficoltà di mercato che i nostri autori hanno incontrato fin dagli anni cinquanta e che incontrano tuttora, nonostante l'indiscutibile evoluzione subita nel frattempo dal panorama editoriale italiano. Pradossalmente, la qualità dei lavori viene in secondo luogo; ciò che prima di tutto conta è il nome, che per attrarre il pubblico deve essere straniero (meglio se americano)".

L'incipit di questo articolo, per certi versi, potrebbe tranquillamente riferirsi alla situazione editoriale attuale, in quanto la diffidenza dei lettori italiani per gli autori di casa nostra non sembra mutata granché, e le difficoltà di pubblicazione che gli scrittori italiani incontrano ancora sono praticamente le stesse. All'apparenza, dunque, tutto sembrerebbe uguale a quanto accadeva più di vent'anni fa, ma in realtà qualcosa è profondamente cambiato, e alcuni dei postulati esposti da Curtoni hanno improvvisamente perso consistenza, primo fra tutti quello che affermava che "la qualità dei lavori viene in secondo luogo", tutto a discapito della firma, che per vendere bene dev'essere straniera, meglio ancora anglosassone. Se per certi versi questo è ancora vero, la Mondadori e soprattutto Urania hanno dimostrato che adesso gli autori italiani esistono, sanno scrivere romanzi di elevata qualità e soprattutto che il pubblico ha imparato a giudicare non tanto dal nome dell'autore quanto dal suo prodotto, e rimastone affascinato ne ha decretato un buon successo di vendita.

Artefice di questo sconvolgimento vero e proprio è stato Valerio Evangelisti, che dopo avere vinto il Premio Urania con il suo romanzo Nicholas Eymerich, inquisitore, ha sfornato una serie di libri di altissimo livello che hanno fatto segnare dei veri e propri record di vendita nella collana di fantascienza della Mondadori. E nel momento del salto generazionale della testata, che l'ha portata a un completo restiling grafico e all'approdo nel circuito mass market, ovvero librerie e supermercati, un altro autore si è imposto prepotentemente all'attenzione del pubblico, Luca Masali con il suo I biplani di D'Annunzio, un libro che ha rinverdito il genere della "storia" alternativa.

Sulla scorta di queste esperienze, la Mondadori si è resa conto che anche gli autori italiani, se riescono a produrre romanzi di elevata qualità utilizzando gli ingredienti professionali della narrativa anglosassone, sono in grado di spezzare gli argini del pregiudizio e a vendere quanto gli autori d'oltre oceano.

Ecco allora che, se non proprio di scuola o di filone, possiamo cominciare a parlare di un gruppo di autori italiani che utilizzando la tecnica di scrittura agile, piena di colpi di scena e frizzante della scuola anglosassone, si sta imponendo nel mercato italiano riscontrando anche un buon riconoscimento critico che vede coinvolti i principali organi di stampa italiani.

Ma in generale tutta l'editoria e l'establishment culturale italiano sembrano improvvisamente interessarsi della fantascienza o, più in generale, della letteratura del fantastico. Recensioni su quotidiani, trasmissioni televisive, conferenze critiche di alto livello su autori come Philip K. Dick, recentemente tornato molto in voga, titoli di romanzi chiaramente fantastici in collane di case editrici che fino a qualche tempo fa mai li avrebbero presi in considerazione, la nascita di intere collane dedicate a questa letteratura (dagli Squali Bompiani alla serie Fantascienza di Sellerio) si stanno moltiplicando ogni giorno di più, forse sulla spinta di certe teorie secondo cui la fantascienza sarebbe ormai così saldamente legata al progresso quotidiano da assumere più l'aspetto di una letteratura semi-minimalista che immaginifica; e se le iniziative editoriali su questo genere narrativo si stanno moltiplicando, per fortuna non vengono dimenticati gli autori di casa nostra.

Ecco allora che dopo l'antologia dedicata al 45 anniversario di Urania, uscita nel novembre del '97 e che comprendeva alcuni tra i migliori autori italiani del fantastico, la Mondadori ha sentito l'esigenza di dare maggiore sfogo alla pressione proveniente dagli autori del nostro paese, dando vita a questo Millemondi che per sostanza, numero di pagine e qualità dei testi s'impone come una delle più corpose antologie italiane del fantastico di sempre.

Proprio a dimostrazione di quanto spazio il fantastico abbia trovato negli ambienti intellettuali anche di alto livello del nostro paese, è sintomatico rendersi conto di quanto alcune firme presenti in questa antologia sarebbero parse fuori luogo fino a qualche tempo fa, soprattutto se accostate al genere fantascienza.

In questa raccolta si sono espressi a ottimi livelli giornalisti di prestigio, come Remo Guerrini, direttore di Primo Piano e in precedenza della rivista scientifica Focus, Piero Bianucci, stretto collaboratore di Piero Angela per le trasmissioni televisive "Quark" e direttore del settimanale Tuttoscienze del quotidiano La Stampa, Diego Gabutti, scrittore Longanesi ed editorialista de Il Giorno, Silverio Novelli, responsabile delle pagine libri del settimanale Avvenimenti, Roberto Barbolini, delle pagine culturali di Panorama e scrittore Mondadori, Carlo Formenti, del servizio cultura del Corriere della Sera. Tutti questi giornalisti/autori hanno provato a cimentarsi con la narrativa del fantastico, ognuno con le sue caratteristiche e le sue qualità, eppure il quadro d'insieme che ne è venuto fuori è una grande compattezza intorno a un genere letterario che, se da una parte rischia l'estinzione a causa della sempre più corrosiva commistione dei generi (la promiscuità letteraria di nero, giallo, thriller e fantastico è sotto gli occhi di tutti, a partire dalla serie televisiva X-Files), paradossalmente, a causa della "sghettizzazione" che sta conoscendo acquisisce ogni giorno sempre più forza e credibilità critica, imponendosi all'attenzione del pubblico per la qualità intrinseca delle opere proposte e per la freschezza delle idee e del ritmo d'indagine con cui le finestre della quotidianità si spalancano sugli scenari e sui misteri delle ultime tecnologie in cui sempre più la nostra società si sta immergendo.

Questa antologia vuole essere un compendio della narrativa italiana del fantastico alle soglie del duemila, e contemporaneamente una pietra importante nello stagno della narrativa di genere del nostro paese, con l'augurio di scuoterne violentemente le acque.

Franco Forte

Per gentile concessione di Arnoldo Mondadori Editore. Nelle illustrazioni, alcuni dettagli della copertina realizzata da Maurizio Manzieri per il volume Strani giorni, Millemondi Primavera 1998.