Ci vuole un po' di tempo per abituarsi al nuovo tono della narrazione scelto dal regista messicano Alfonso Cuaròn per l'attesissimo terzo capitolo della saga del maghetto di Hoghwarths. La camera a mano con i suoi movimenti rapidi e i suoi primi piani, il colore desaturato, un piglio nervoso e 'ormonale' differenziano il terzo capitolo della serie dai predecessori diretti dal più oleografico Chris Columbus. Una scelta registica insolita, motivata giustamente per mantenere una certa aderenza emotiva al tono del terzo romanzo, di cui questo film è - più o meno - la fedele trasposizione. A partire dai fascinosi e inquietanti 'dissennatori' resi in tutto lo spaventoso terrore con cui vengono descritti dalla scrittrice J.K. Rowling.

Per il resto Daniel Radcliffe e tutti gli attori non sono più bambini. E si vede. Si tratta di adolescenti un po' ribelli che trasmettono ai loro personaggi una carica nuova cui bisogna un po' abituarsi. Per il resto Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è un film divertente e interessante in cui ritroviamo tutti i personaggi dei capitoli precedenti e in cui assistiamo alla celebrazione del rapporto tra Harry e il suo padrino, quel Sirius Black interpretato da un Gary Oldman - in verità - non troppo a lungo davanti alla macchina da presa. Notevole, invece, l'interpretazione di David Thewlis (L'assedio, Divorcing Jack, L'isola dei mostri) nei panni del professor Lupin. Thewlis dimostra grande carisma e sembra quasi incarnare quel tono 'paterno' assente, questa volta, nel Albus Silente interpretato da Michael Gambon accorso in sostituzione dello scomparso prematuramente Richard Harris. Più volte vengono nominati i genitori di Harry e - in un certo senso - l'intera pellicola segna l'esplorazione di Harry Potter del proprio passato, alla ricerca delle sue stesse radici. Nell'anno di Nemo, Big Fish e El Abrazo Partido anche Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è un film incentrato - in una maniera o nell'altra - sulla paternità e la sua comprensione. Non mancano i personaggi mitologici come un meraviglioso ippogrifo e i momenti divertenti come gli insegnamenti della professoressa di divinazione interpretata dalla buffissima e ipertruccata nel suo essere irriconoscibile Emma Thompson. Più dark rispetto ai suoi due predecessori, il film segna l'accelerazione di un processo narrativo in cui troveremo Harry nei panni di un adolescente sempre più problematico. Fino ad arrivare al settimo libro dove, però, gli attori non saranno più quelli dei primi quattro film. La crescita dei ragazzi rispetto alla velocità di scrittura della Rowling e ai tempi di produzione cinematografici lasciano presumere (ma non sperare) che già da Harry Potter e l'ordine della fenice ci sia un cambiamento di cast, mentre l'uscita di Harry Potter e il calice di fuoco è già annunciata per l'autunno del 2005.