Numeri Uno

di Luigi Pachì

luigi.pachi@fantascienza.com

Fantapocket

Numeri Uno, la column dedicata alle pubblicazioni di fantascienza apparse in Italia nel corso degli anni attraverso la disamina del loro primo fascicolo, continua alla caccia di pezzi rari. Un'occasione unica per i curiosi e i potenziali collezionisti per vedere le copertine dei mitici numeri 1 di molte delle testate che hanno tracciato la storia della science fiction nel nostro paese. Restate sintonizzati su queste pagine tutti i mesi perché le sorprese non mancheranno di certo.

Mario Monti, nel marzo del 1976, diviene il direttore responsabile della nuova collana tascabile di fantascienza per la Longanesi & Co, denominata Fantapocket.

L'editore, già noto per la collana Pocket della fantascienza, che negli anni precedenti aveva pubblicato libri notevoli come Foresta di cristallo di Ballard, Jack delle ombre di Zelazny, Bill,eroe galattico di Harrison e molti altri, approccia i suoi lettori con il primo numero di Fantapocket ospitando Samuel R. Delany. Il formato è un po' più piccolo di quello a cui i lettori di Urania erano abituati a leggere fantascienza e il prezzo di vendita è la prima grossa sorpresa. Nel 1976, infatti, Urania costava solo 600 lire, mentre Fantapocket si posizionò ben più in alto, con le sue 1500 lire.

La copertina viene affidata a Giorgio de Silva, ma anche Oliviero Berni che abbiamo avuto modo di conoscere su queste pagine farà le sue belle apparizioni nei numeri successivi.

Una parola va spesa però sulla scelta narrativa. Il romanzo pubblicato è Le Torri di Toron e rappresenta il secondo capitolo della trilogia de La caduta delle Torri di Delany. Nel libro che identifica questa nuova collana, l'Impero di Toromon è sconvolto da una terribile lotta con un misterioso essere al di fuori di ogni legge, che si trova in ogni luogo, anche dentro noi stessi. Di per sé non è affatto male, ma reputo perlomeno inadatto esordire con un libro che è un seguito, in questo caso di La città morta, pubblicato dallo stesso editore sul n. 548 della collana Pocket Fantascienza.

A parte questa critica (che mi portavo dentro da oltre vent'anni), Fantapocket ha avuto una buona vivacità nel panorama editoriale italiano, e negli anni successivi ha pubblicato libri di tutto rispetto. Vale la pena ricordare, ad esempio, Il giorno senza fine di James Ballard (n. 5), Il cervello verde di Frank Herbert (n. 7), Il visitatore di John Brunner (n. 10), Domani andrà meglio a cura di Thomas Disch (n. 18), Crociata spaziale di Jack Vance (n. 20), Il vichingo in technicolor di Harry Harrison (n. 26), Siamo tutti soli di Fritz Leiber (n. 28), L'apocalisse e dopo di James Blish (n. 30) e molti altri ancora.

Come nella migliore tradizione italiana, da Urania a Omicron non troviamo, in questo primo numero, parole introduttive sull'iniziativa editoriale e sul testo scelto. Va da sé che anche le potenziali rubriche e recensioni sono assenti e sempre lo saranno.