Inserire L'elenco telefonico di Altlantide nella categoria dei thriller non è del tutto corretto. Come non sarebbe corretto inquadrarlo come fantasy o come fantascientifico o come horror. Il libro di Avoledo prende diverse caratteristiche da tutti questi stili e le integra in un unicum, svolgendolo in una vicenda intricata di grovigli narrativi che si sciolgono alla fine lasciando però al lettore una discreta libertà di interpretazione e più di una chiave di lettura. Tutto inizia in una piccola città della provincia friulana dove vive il protagonista Giulio Rovedo, responsabile dell'ufficio legale di una banca che sta per essere assorbita da una multinazionale. Dietro alla fusione però si nascondono degli strani personaggi mossi da oscure motivazioni, tra le quali la ricerca dell'Arca perduta e del Sacro Graal. Rovedo scopre inoltre nelle cantine del suo palazzo una strana acqua rigenerativa, miracolosa decisamente, che sembra in grado di curare istantaneamente ogni malattia, o ferita umana. Non per niente nel condominio, da quando è stato costruito, non è mai morto nessuno...da dove viene quest'acqua? Chi sono gli uomini che lavorano per la multinazionale? Che cosa vogliono da Rovedo? Alcune risposte sembra fornirgliele un anziano signore che incontra in treno ma sembrano cose troppo assurde per essere vere e credibili, anche se le prove di queste teorie il protagonista le vedrà con i propri occhi.
Avoledo riesce a costruire un romanzo coinvolgente e "voltapagina" che lega il lettore fino alla spiegazione finale dell'intrigo. Ma non è solo un thriller perché, come già detto, mescola insieme elementi fantastici, come la ricerca dell'Arca e la presenza di antiche divinità Egizie, fantascientifici, come i mondi paralleli, e horror, come la discesa negli scantinati del condominio. Tutto questo con una leggera ma costante ironia, senza prendersi completamente sul serio, citando Indiana Jones perché sa che al lettore è venuto in mente spontaneamente, giocando a volte con le parole e a volte con la storia ma sempre con un occhio allo sviluppo generale del racconto che non si perde e non si intoppa sebbene sia decisamente intricato. L'autore ha decisamente della doti narrative eccellenti, capace di descrizioni ampie e particolari che scorrono senza pesare, di dialoghi serrati e incisivi, abile nel costruire un intreccio e nel dipanare una trama, con notevoli conoscenze storiche e religiose e una fantasia invidiabile. Unico difetto (ma per essere proprio pignoli!) è che certi passi, compresi nella prima metà del libro, sono un po' tirati, sembrano staccati dal resto della narrazione e rallentano un po' il ritmo.
Infine alcune note sull'autore: Tullio Avoledo, friulano, è nato nel 1957 vive a Pordenone dove lavora nell'ufficio legale di una banca. L'elenco telefonico di Atlantide è il suo primo romanzo ed è stato pubblicato in prima edizione da Sironi Editore (gennaio 2003) per essere ristampato poi nell'ottobre dello stesso anno da Einaudi. Sempre presso Sironi è appena stato pubblicato il suo secondo romanzo, Mare di Bering.
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